Facebook Ads: più valore al CPC e meno all’engagement rate
Un importante annuncio per gli inserzionisti Facebook rilancia il concetto di performance per le inserzioni a pagamento del canale. Basando ogni valutazione sul rendere lo strumento quanto più idoneo per monitorare il rendimento della campagna, gli sviluppatori di Facebook hanno deciso di abbandonare definitivamente il classico modo di conteggio del CPC basato sulle interazioni ricevute su di un post (like, commenti e condivisioni) per abbracciare un modello di valutazione tendenzialmente migliore basato sugli obiettivi di business.
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Cosa cambia nel meccanismo di Ads di Facebook
Nell’annuncio si lascia intendere che l’obiettivo sarà quello di innescare una sorta di “gara di popolarità” tra annunci pertinenti, della stessa area di azione, al fine di consentire una maggiore conversione per gli inserzionisti a cui verrà associato il nuovo metodo di valutazione determinato esclusivamente dal click al sito e sui link alle app.
Da quanto si legge nella nota, allo stato attuale l’aggiornamento riguarderebbe tutte quelle le inserzioni che puntano ad ottenere:
- Clic per visitare un altro sito;
- Call-to-action che puntano ad un altro sito (quelli che utilizzano i tasti, “Acquista ora”);
- Clic finalizzati all’installazione di un app;
- Clic che rimandano ad app su Facebook;
- Clic per visualizzare un video su un altro sito.
Il risultato del cambiamento è che il costo del CPC potrebbe aumentare, e si potrebbe notare una diminuzione del Click to Rate, che ovviamente sarà conteggiato solo una volta per utente, a fronte però di un investimento che verrebbe molto ben amministrato dato che si va a pagare solo quell’azione di conversione che si desidera ottenere e non l’interazione sociale effettiva sull’ads Facebook. Questo è un gran passo soprattutto per quelle campagne mirate ad ottenere traffico verso un sito e conversioni da quest’ultimo.
Engagement Signal che contano
Le interazioni sociali, però, non smettono di esistere all’interno del sistema Ads. Come ho scritto in precedenza si attiveranno dei meccanismi di “gara di popolarità” essenzialmente dettate dall’engagment rate sul post: un post con un alto tasso di engagement determina una valutazione di qualità del contenuto per gli utenti in target che lo hanno visualizzato. Ottenuto tale dato verrà utilizzato per le inserzioni successive, come parametro di valutazione per il futuro successo di una nuova campagna.
Dunque i segnali provenienti dalle interazioni sui post continueranno a vivere e funzionare.
Ciò non toglie che comunque le campagne finalizzate all’engagment spariscano, si precisa che sarà sempre possibile lanciarle.
Migliorano gli obiettivi di business
Tramite questo cambiamento Facebook mira a rendere il sistema di inserzioni molto più efficace in termini di conversione e obiettivi di business. Dunque rimettendo il conteggio agli obiettivi dell’advertiser, più orientate al vendita, e non alle azioni degli utenti sul post all’interno di Facebook, finalizzate al branding, si offre un nuovo scenario per gli Ads a pagamento che permetterebbe effettivamente di motivare meglio la spesa investita nell’inserzione e migliorare i ritorni sull’investimento.
Una rivoluzione pay per performance niente male, non credete?
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