Social Media Marketing

L’importanza dei competitor sui Social Media

Social è bello. Sì, è davvero bello fare Social. Ed è interessante.

È l’ambiente in cui va in scena la vita di chiunque che, nel bene o nel male, racconta sé stesso in cerca di consensi e di giudizi, per lo più positivi. É un gioco.

Forse non ci siamo mai soffermati su questa idea, ma se ci pensiamo effettivamente fare Social è un gioco. Un gioco in cui tutti abbiamo imparato ad urlare dall’alto di un grattacelo, aspettando di farci ascoltare. Sì, l’ascolto è l’elemento cardine, vogliamo essere ascoltati a tutti i costi.

Dall’utente all’azienda, il gioco consiste nel cercare in tutti i modi di accaparrarsi quella fetta di pubblico che apprezzi quanto postiamo e che sia pronto a condividere le nostre opinioni. E sempre sui Social si assiste ad un fenomeno, quanto più interessante, che è quello di clonare strategie per cercare di ottenere lo stesso successo.

Sempre più spesso i piccoli stratagemmi sfruttati da alcune pagine, che hanno successo, poi sono replicati alla stessa maniera al fine di ottenere il medesimo risultato: l’engagement.

Da cosa nasce tutto questo?

Dal fattore “competizione”. Sempre più presente sui Social, l’analisi dei comportamenti attuati da altre pagine, simili per tipo di prodotto ad esempio, spinge gli amministratori a voler operare nella medesima maniera per replicare il successo. Non è sbagliato, anzi!

L’analisi dei competitor è una delle fasi cruciali in ogni processo di marketing, serve per studiare le strategie offensive e difensive per distinguersi in rete. In modo più semplicistico osservare da lontano quello che altre aziende fanno, offre una reale percezione di quanto di buono si stia facendo e di quanto, forse, sia necessario migliorare. Sui Social questo è ancora più vero e l’azione è esclusivamente quella di raccogliere tutte le osservazioni fatte, sperimentarle sulle proprie ossa, in modo da avvicinarsi alla perfezione e divenire a tutti gli effetti un nemico da temere.

Il competitor, però, se da un lato si configura come “nemico” diretto, anche se è molto più soft il confine quando si tratta di Social, dall’altro, la sua esistenza, è fondamentale per innescare quel processo di auto-analisi che culmina nel miglioramento, o potenziamento, delle attività online. Dunque, se siamo astuti, possiamo arrivare alla conclusione che il competitor è in realtà una risorsa.

In che modo un competitor, che opera nello stesso settore merceologico (o affine), può aiutare la propria azione Social? I Social sono, quasi, dei libri aperti.

Le strategie le si leggono alla luce del sole e non c’è bisogno di tanta fantasia per arrivare ad una corretta interpretazione. Di solito i comportamenti collaudati dai competitor, o meglio quelli che si ripetono costantemente, possono essere interpretati come un tassello essenziale da aggiungere alla propria strategia.

Ma quali sono gli elementi che ci vengono in aiuto per affinare la nostra strategia? Vediamoli.

In generale il modo di operare

Quando una pagina di un nostro diretto concorrente è ben gestita, lo si vede subito. In questo è sufficiente scorrere in modo attento il profilo pagina per trovare elementi che complessivamente possono essere utilizzati come paragone con quanto stiamo svolgendo.

Partiamo dal semplice impatto visivo dato dalla pagina (cover, immagini di profilo, descrizioni), fino ad arrivare ad un’analisi sommaria del piano editoriale. Una visualizzazione complessiva ci permette già di capire se, quello che stiamo vedendo, è superiore a quello che stiamo facendo noi, e se è utile includere il profilo tra “quelli a cui isprirarsi”.

Il modo di comunicare

Altro elemento da valutare, per migliorare la propria strategia, è valutare il “tone of voice”. Come sta comunicando il nostro competitor? È efficace il suo modo di raccontarsi? Si sta facendo storytelling? Che comunicazione è adottata con gli utenti? Insomma, quello che è necessario osservare è quanto un determinato modo di porsi, gli porti benefici. In questo modo potremo calibrare il nostro modo di comunicare per migliorarlo, sulla base di quanto osservato.

Il livello di interazione

A fronte di una serie di attività, come la pubblicazione di video o di immagini, che tasso di interazione si riesce a raggiungere? Un po’ di tempo c’è da trascorrerlo individuando quei contenuti che hanno ottenuto più successo.

Questo è ancor più vero se ad esempio ci sono formati, che si erano scartati dal proprio piano editoriale, ma che in controprova, utilizzati dai competitor, hanno prodotto risultati.

Il tempo in cui postare

Tendenzialmente un competitor ha un target identico a quello nostro. Di conseguenza è abbastanza naturale pensare di replicare, sui propri canali la medesima strategia.

In particolare il punto di partenza, dal quale sarebbe sensato partire, è la quantità di contenuti e gli orari in cui il competitor raggiunge un maggior successo. Potrebbe accadere, in alcuni casi, che non ci siano orari specifici, ma quel che ci deve interessare è l’andamento di pubblicazione dei post, che per esser ottimale deve essere costante e quotidiano.

I formati ideali

Altro elemento cruciale sono i formati al quale ispirarsi. In questo ci può esser d’aiuto sia cavalcare l’onda dei formati che funzionano meglio globalmente sui canali, come ad esempio immagini, micro video ecc…, sia valutare in piccolo gli specifici formati maggiormente sfruttati dalla pagina del competitor in analisi. In questo modo avremo un mix da sperimentare per il nostro piano editoriale.

I topic gettonati

Soprattutto in fase preliminare, disporre di topic principali permette di incanalare il piano editoriale e dargli una forma costruita sugli interessi dell’utente. Per scovarli è essenziale l’analisi delle fonti interne, sfruttando anche le analisi fatte durante la stesura di un’eventuale Content Strategy. Tuttavia si può ricorrere anche ad una “sbirciata” agli argomenti trattati dai competitor e riadattarli anche per il proprio piano editoriale.

In conclusione, come spesso rimarco, bisogna sempre puntare a competitor che siano molto al di sopra di noi. I big player per intenderci. Osservare e sperimentare aiuta a calibrare meglio la propria strategia Social ed a renderla sicuramente più efficace, dato che sarà il prodotto dell’osservazione e raccolta di quei “modus operandi” dei competitor che riscuotono più successo.

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2 risposte a “L’importanza dei competitor sui Social Media”

  1. […] ai competitor è spesso la prima cosa da fare per strutturare una buona strategia social, in questo articolo su WebInFermento Maria Pia De Marzo ci spiega […]

  2. […] ai competitor è spesso la prima cosa da fare per strutturare una buona strategia social, in questo articolo su WebInFermento Maria Pia De Marzo ci spiega […]

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