Web Marketing e Coronavirus: quali canali e settori possono calare e quali no
Periodo critico per tutti. Sicuramente il più critico dai tempi del dopoguerra. Molte aziende in smart working e molte (tante) piccole aziende chiuse. Mediamente calano le vendite, la scala dei nostri bisogni primari e secondari si riformula e anche le ricerche online. Ci sono settori che hanno un boost e altri un profondo calo.
Ci sono, di conseguenza, aziende per le quali è giusto sospendere determinate attività di web marketing e altre, per le quali, sarebbe opportuno non farlo. Non sono un esperto di comunicazione, dunque non mi esprimerò su quali tipologie/modalità di comunicazioni è opportuno in questi periodi pubblicare sui propri canali. Farò invece una previsione su quelli che possono essere i settori il cui web marketing, per il Coronavirus, può avere una crescita o una flessione.
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In linea di massima tutti i settori la cui conversione prevede il consumo di un prodotto/servizio nell’offline, sono i primi a risentire negativamente dell’emergenza. Dunque il settore turistico e ristorativo in primis, beni di non primaria necessità come abbigliamento, il cui bisogno diventa ora secondario. Tutto ciò che riguarda la cura e il benessere della persona che richiedono un servizio prestato da terzi (taglio capelli, estetista, massaggiatore, dentista, ecc.), ma anche i settori legati a prodotti luxury, come i gioielli (e, dunque, ecommerce legati ai gioielli), potranno avere dei cali. Un’emergenza come quella che stiamo vivendo trasforma la nostre priorità nella scala dei bisogni e di conseguenza, i prodotti legati al luxury diventano ora secondari, se non addirittura terziari.
Tra questi ci sono prodotti farmaceutici e prodotti cosmetici, ma anche tutti quei servizi che permettono la consegna a domicilio dei generi alimentari, da JustEat allo stesso Amazon. Non ho dati per dimostrarlo, ma credo che i servizi di social food delivery avranno un aumento degli ordini in questo periodo, salvo l’arrivo di disposizioni contrarie che impediranno anche le consegne a domicilio.
Interessante a questo riguardo, il post condiviso da Roberto Fumarola di Qapla’, che mostra come le farmacie online abbiano incrementato gli ordini del 50% negli ultimissimi giorni. Mentre per gli altri settori si attesta una crescita del 10-20%.
Canali che avranno un calo e canali su cui si può continuare a lavorare
Anche in questo caso, come visto sopra, può dipendere molto da settore a settore. Credo che mediamente ci sarà un calo consistente di campagne pay-per click legate alla conversione per tutte quelle attività che in qualche modo prevedono un contatto con l’offline. E anche laddove avrà senso farle (es. food delivery) la vedremo evolversi da “call-to action commerciale” a “suggerimento”.
Spero si evitino pessime figure come quella de La Repubblica, che approfitta del momento per spingere alla vendita di abbonamenti online, peraltro non garantendo sempre un’informazione trasparente.
Avrà invece senso fare campagne pay-per click di acquisizione lead per le farmacie online, ecommerce di igienizzanti e cura della persona (es. home fitness), prodotti legati all’enternainment (libri, dvd, videogames, giocattoli, ecc.), considerando il tempo in più che le persone dovranno trascorrere a casa propria.
In linea di massima, saranno da rivedere o sospendere, sempre per i settori più sensibili ad un calo di vendite, quelle campagne legate a canali di marketing automation per lead generation, come le dem.
Non tutto il web marketing è però da sospendersi. Si può comunque continuare a lavorare sulla SEO e sui contenuti. Sul blog ad esempio. Sarà del tutto normale, in questo periodo, assistere ad un naturale calo delle ricerche su Google. Ma questo non vuol dire che superata questa emergenza la gente non riprenderà a cercare su Google e approfittare, di questa “pausa” da altri canali può aiutare molte aziende a tornare rafforzate su altri canali più organici. I piani editoriali, su ogni canale, possono dunque andare avanti. È l’intento che deve cambiare. Almeno in questo periodo. Meno commerciale magari. Più vicino alle persone, più di utilità per il proprio target.
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