Social Media Marketing

Le 6 voglie capitali di un community manager

Raccontare la giornata di un community manager potrebbe non esser così semplice dato che non è mai uguale alla precedente e mai sarà uguale alla successiva tranne per piccole comuni routine, come il fatto di postare ad orari precisi, rispettare il piano editoriale e mantenere un tono di comunicazione il più conviviale possibile.

Dopo aver analizzato la figura del community manager ed averla assimilata a quella di un mostro per via dei mille volti che esso può/deve assumere per avere successo online e dopo avervi raccontato anche quali possono essere i problemi che possono insorgere a causa di un’errata gestione dei social, oggi voglio analizzare il community manager dal punto di vista comportamentale o meglio dal punto di vista della sua natura umana, ossia per quegli elementi che per il solo fatto di essere un umano, per indole e carattere, sono naturali da scatenare quando si ha a che fare con altra gente.

Potrebbero quasi esser assimilati a dei peccati capitali che non dovrebbero esser commessi per evitare di diventare il mirino di utenti specializzati nel distruggere una pagina, ma a me è piaciuta l’idea di figurarle come delle “voglie”, dei desideri insiti nell’uomo social che si scatenano quando si ha bisogno di affermare la propria presenza e far valere la propria personalità e carattere, cosa che per un community manager non è quasi mai possibile su una pagina. Una sorta di vocina interiore che ti suggerisce di agire istintivamente, ma che bisogna frenare.

Credits: Depositphotos

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Ho pensato dunque a come agisco nella mia attività quotidiana di community manager e ho messo in luce le mie di voglie da diavoletto. Eccole.

1. La voglia di rispondere a tono

Quante volte ci si viene a trovare di fronte al bullo di turno o alla persona ineducata che risponde ad un contenuto utilizzando toni forti? A me è capitato e la reazione istintiva sarebbe quella di ripagarlo con la stessa moneta o sorprendendolo con classe, ma restituendo l’offesa. Bene questa è una delle voglie che spessissimo si accende e purtroppo resta latente perché bisogna arginare e rendere l’offesa un’opportunità, quella di ignorare completamente il contenuto.

2. La voglia di esprimere la propria opinione

Siamo umani e in quanto tali, anche in veste di gestori di un profilo social, si sente la voglia di esprimere la propria opinione e dare dei giudizi su un evento o su qualche questione che può aprirsi spontaneamente sulla pagina. Purtroppo anche in questo caso, questa resta una voglia in quanto esser super partes, o meglio democratici, è una delle regole fondamentali per evitare che l’opinione personale del community manager venga poi estesa e agli occhi degli utenti venga poi assimilata a tutta l’azienda.

3. La voglia di rubare contenuti altrui facendoli propri

Questa è una pratica social. Non nascondiamoci. Quando qualche contenuto è pubblicato da altre pagine, competitor magari, o il piano editoriale si nota che raggiunge migliori risultati rispetto al proprio, è abbastanza comune poter pensare di rubare o sottrarre contenuti o tipologie di azione per appropriarsene. Una voglia che in realtà non si palesa quasi mai per quelle pagine che hanno una gestione professionale, perché ovviamente si ha l’intelligenza e la capacità necessarie per poter capire dove si commettono errori e si ha la prontezza di creare qualcosa di migliore e che funzioni ancora meglio.

4. La voglia di rimuovere un commento

Questa voglia risale agli albori dell’origine delle pagine business sui social; è la preistoria dei social. Oggi sappiamo che grazie alle lezioni del passato, che hanno fatto storia, rimuovere un commento da un contenuto social è sicuramente dannoso nel 99% dei casi, perché metaforicamente è come insabbiare o mettere a tacere una voce di una persona che sta urlando per strada il suo dissenso. Questo non può far altro che imbruttire il follower intensificando la sua rabbia maggiormente. Meglio cercare di rispondere delicatamente e non lasciarsi toccare.

5. La voglia di far presente la propria umanità

Questa voglia nel community manager la si vorrebbe scatenare contro quel follower disfattista che non partecipa mai alla pagina, ma quando si tratta di far presente un errore grammaticale, quello che il grammarnazi ama tanto, o grossi strafalcioni, appare ed è duro e austero. In questi casi bisogna essere risoluti e, anche se la voglia segreta è quella di rimediare cancellando il contenuto, la soluzione decisiva è quella di scusarsi e modificare quanto di errato è stato espresso.

6. La voglia di gattini e colte citazioni

Tutti i community manager sanno che un gattino o una citazione possono svoltare la giornata e la pagina! Una pagina piatta e senza interazioni può trasformarsi in un covo d’amore nato dalla sensibilità degli iscritti, toccati profondamente dagli occhioni sfavillanti del gattone di turno. Assieme a questo, la moda del momento, arrivano le citazioni! Grandi perle, rubate, e copia-incollate su sfondi melodrammatici per comunicare stati d’animo e vita vissuta. La sfida in questo caso è proprio combattere contro questa voglia profonda, dettata dal “così fanno tutti”, e proseguire per la propria strada editoriale.

Che sfide affrontate ogni giorno per contenere la vostra voglia di essere umani nella gestione social?

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