Social Media Marketing

Cosa sta accadendo alla visibilita’ dei post su Facebook?

Sicuramente molti di voi che gestiscono pagine Facebook importanti si sono resi conto di come qualcosa, negli ultimi tempi, stia impattando in modo negativo sulla visibilità dei post. Ho letto e partecipato a diverse discussioni in merito con altri community managers e tutti erano d’accordo nel confermare un dato piuttosto certo: Facebook ha ridotto la visibilità organica dei post, in una misura anche abbastanza importante, circa il 40% per molte pagine e i primi riscontri si sono notati a inizio settembre. Sarà stato per l’introduzione del nuovo algoritmo For Your Information?

Ad esempio, una cosa che ho notato è che ora se il tuo contenuto riesce a prendere diverse interazioni, nel giro dei primissimi minuti in cui è stato pubblicato, quel contenuto verrà mostrato a più utenti (sebbene le visualizzazioni saranno complessivamente sempre inferiori a prima).

Sono sempre stato un sostenitore della creatura di Mark Zuckerberg e ho sempre appoggiato questo social network al di sopra di tutti gli altri, in quanto la principale spinta innovativa data all’intero settore è proprio partita da Facebook, ma non nascondo che a mio avviso, stanno spingendo un po’ troppo l’acceleratore sui loro interessi, cercando quanto più di monetizzare in ogni modo sulle aziende che decidono di aprirsi al social media marketing, anche in modo scorretto.

visualizzazioni

Coca cola
Sopra, la situazione di Coca Cola negli ultimi tre mesi, riportata utilizzando SocialBakers. Grazie a Cinzia Di Martino per la segnalazione.

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Perché in modo scorretto?

Pensiamo al fatto che Facebook è favorevole e consiglia di investire in due forme di marketing:

  • la creazione di un piano editoriale di contenuti coinvolgenti che non sia composto solo da mere autopromozioni di prodotto ma che puntino a raccontare storie parallele all’universo di destinazione d’uso del prodotto o servizio e che incentivano il “follower o fan” a interagire con lo stesso con un like, un commento o una condivisione (e con questo tutti abbiamo imparato nel tempo che il contenuto maggiormente coinvolgente è l’immagine, meglio se d’alta qualità, che strappa un sorriso, che genera riconoscimento nel messaggio e spinge alla condivisione).
  • l’advertising. L’advertising per cui l’azienda paga per promuovere un singolo post e l’advertising per cui l’azienda paga per fare in modo che si popoli la propria pagina, in modo del tutto profilato geograficamente, demograficamente o per interessi. Potremmo pensare che ogni nuovo utente acquisito da una campagna di ads profilata su Facebook (che ritengo un sistema di ads management tra i migliori, forse anche migliore di Google Adwords) diventi un nostro prospect che potremmo riuscire a trasformare in lead grazie ai contenuti proposti nel nostro piano editoriale, che potranno avere il beneficio di spingerlo ad un’azione all’insorgere del suo bisogno (che è poi il motivo per cui decide, vedendo gli annunci, di iscriversi alla nostra pagina).

Qui arriva la notizia un po’ triste. Sull’assunto che gestiamo da tempo due pagine di brand su cui sono attive campagne ads finalizzate al popolamento di utenti profilati della pagina con buoni risultati (una media di 0,10 centesimi ad acquisizione nuovo “likers) e che il piano editoriale proposto sia molto in target con le aspettative e capace di generare centinaia di likes, commenti e condivisioni non possiamo non renderci conto di come, comunque, non riusciamo a raggiungere tutti gli utenti che abbiamo acquisito in maniera regolare e non potremmo riuscirci neanche creando contenuti iper-virali.

Quanto affermo lo avrete notato un po’ tutti: al crescere della base di utenti iscritti alla pagina, diminuisce proporzionalmente il numero reale di utenti che vanno a visualizzare quanto pubblichiamo. La cosa che un po’ fa incazzare è che però tu azienda hai pagato Facebook per “acquisire” quegli utenti, per fare in modo che si “abbonassero” alla tua pagina.

Le motivazioni di Facebook sono tutte nei suoi algoritmi che, sintetizzando molto, sembrano voler dire che:

  • se l’ultimo utente si è appena iscritto visualizzerà i contenuti della pagina nella propria bacheca per un po’ di tempo, a meno che decide di non interagire mai con quanto postato dalla pagina (il che non è affatto scontato, in molti sono utenti “passivi”, fruitori solitari del contenuti ma senza voglia di dire nulla). Facebook prende determinati segnali di assenza di interazione come una mancanza di reale interesse in quella pagina o nei suoi contenuti. Il risultato è che dopo un po’ di tempo potrebbe decidere di non mostrare più i contenuti a quell’utente.
  • se l’ultimo utente si è appena iscritto, ma ha migliaia di connessioni attive e in continuo aumento (è questo l’utente compulsivo, quello che mette il like a tutte le pagine che vede e ha 5000 amici) allora il discorso si fa più complesso, indipendentemente che tu azienda “abbia” pagato per acquisirlo, in quanto decidere quali contenuti mostrare in una bacheca “limitata” e magari impostata su “Notizie”, dipenderà molto da come amiamo interagire con quanto proposto e non ci piove sul fatto che su Facebook gli utenti ci stanno principalmente per mettere like agli status o foto dei propri amici e ai vari meme proposti dalle pagine divertenti.
  • se gli ultimi utenti iscritti hanno il vizio di nascondere post (e non stupiamoci neanche qui, anche se l’azienda posta contenuti coinvolgenti è pur sempre un’azienda che si ritrova in una piattaforma NATA PER LE AMICIZIE, non dimentichiamolo!) questi sono segnali per Facebook che penalizzeranno la visibilità dei contenuti, a seconda della tipologia di contenuto che viene nascosto o marcato come spam (e guarda caso, negli ultimi tempi Facebook aveva già deciso di dar maggior peso ai feedback negativi)

Di conseguenza l’azienda ne viene sacrificata, salvo riuscire a proporre contenuti che facciano divertire, o divertire informando (col rischio di snaturare il reale messaggio che il brand deve comunicare), ma in ogni caso, lo sforzo creativo di chi deve ideare e produrre quei contenuti sarà veramente alto.

Questo mi spinge a pensare che in realtà, l’algoritmo del NewsFeed di Facebook (comunemente chiamato EdgeRank sebbene non sia mai stato ufficializzato da FB) si sia nel tempo “modificato” e dopo l’IPO di Fb sia stato pensato per favorire l’acquisto di advertising.

La “morale” del post è che a mio avviso si stia tirando un po’ troppo la corda, soprattutto pensando al fatto che anche investendo in advertising, non si avrà comunque garanzia che quei numeri di nuovi “mi piace” che vediamo crescere costantemente corrisponderanno poi a quello che vedremo in termini di visualizzazioni e interazioni con i contenuti.

Probabilmente ci verrebbe da pensare di migrare su altre piattaforme social, ma non lo faremo, perché sappiamo benissimo che Facebook è ancora il social migliore per ogni percorso di web marketing e ciò è innegabile e questo Mark Zuckerberg e soci lo sanno benissimo. Hanno i numeri dalla loro parte, hanno più di un miliardo di utenti iscritti e se li sono guadagnati in tempi non sospetti per la pubblicità e ora li stanno “sfruttando”.

Brutti termini cari lettori, ma è proprio così. Hai notato anche tu un forte calo nella visibilità dei post nelle pagine da te gestite? Se sì, questo ti ha spinto a rivedere parte della tua strategia editoriale e di advertising?

Professionista SEO, da sedici anni, progetta strategie digitali orientate allo sviluppo di visibilità online. Come SEO ha lavorato in prima persona a differenti progetti complessi in settori ad elevata competizione, costruendo da zero progetti da oltre 20 mila visitatori giornalieri.

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38 risposte a “Cosa sta accadendo alla visibilita’ dei post su Facebook?”

  1. Pino ha detto:

    Concordo appieno con la disamina. Anzi vorrei aggiungere la mia. Gestisco una pagina da un paio di anni e ho notato questa cosa: dopo quelle poche volte che ho promosso a pagamento la pubblicitá ai miei post, i post successivi ricevevano stranamente pochissime visite, molte meno della norma, quasi come se non apparisse nelle pagine di tutti i miei fans. E addirittura fb in questi casi mi invia notifiche dicendo di promuovere a pagamento quel determinato post perché “altri amministratori hanno raggiunto il 400% di utenti bla bla bla…”. Mi suona molto come uno stop alla visibilitá dei post se non si paga l’advertising.. Morale della storia pubblicitá a pagamento nn ne faccio piú, anche se so che alla fine l unico ad essere penalizzato sono io.

    • Dario Ciracì ha detto:

      Purtroppo è così ormai da diversi anni e la tendenze è quella che vede diminuire sempre più la visibilità organica in favore dell’investimento in adv. Probabilmente si arriverà a raggiungere una reach organica quasi vicina allo 0%. Ormai Facebook, come canale di marketing, è soltanto un canale di tipo “paid”.

  2. luigi ha detto:

    condivido in pieno, infatti avere la pagina piena di fans e sforzarsi ogni giorno per programmare post interessanti senza la possibilità di essere visti sulle bacheche e quindi senza essere notati è puramente inutile. Interrotte tutte le campagne di Fb, Bisogna ottenere MI PIACE veritieri e sopratutto persone che interagiscono con la pagine. Quindi si spende su google e dal sito bisogna portare i fans alla pagina FB

  3. Gary Weiss ha detto:

    Onestamente non vedo come si possa essere a favore di Mark Zuckerberg.
    E’ il primo a volerci inculare tutti e certe persone lo lodano pure. La psiche è buffa.
    La cosa divertente è che si arricchisce di brutto utilizzando tutte le info che noi consumatori inseriamo ingurgitandoci e accettando ogni tipo di contratto che ci chiede di sottoscrivere..pensando..”questo è facebook, mica è cattivo! Che male c’è a dare l’accesso di tutti i miei dati dello smartphone, posizione, immagini, messaggi and so on..”
    L’errore è nostro perchè pensiamo che queste persone siano là a fare del bene!

    Questa delle ridotte visualizzazione è una delle prove che M.Z. se ne fotte altamente di quanto siamo felici condividendo le nostre cose.

    Riguardo l’ultimo punto: mi son trovato quasi sgozzato dalla persona per cui gestivo un sito con la relativa pagina. Da un giorno all’altro mi ha obbligato a cancellarla e ad annetterla al suo account. Loro ti dicono “non preoccuparti che i like e le persone che ti seguono non li perdi”…In effetti ci siam trovati coi normali 400 like…peccato che nella realtà erano ben meno della metà le persone in grado di accedere a questa nuova pagina (proprio non la potevano trovare in search).

  4. Oscar ha detto:

    Molto interessante tutto, ma vorrei far notare una cosa che secondo me e grave.
    Paghi una campagna per le visite e i like sul tuo sito e subito ti ritrovi 250 like, questo è una cosa cosa inconcepibile, io pago per like veri, no per like inesistenti, mi capitava a volte di riscossioni di Facebook per cose inesistenti, ho fatto notare e anche se l’importo non era alto non ero d’accordo a stare a pagare per campagne addirittura chiuse. Decise di scollegare il mio metodo di pagamento e mi sono ritrovato senza mi meno un like nel mio sito avendo già poco più di mille, questo è un rappina Cchiara, per che mi devi togliere i like che ti ho già pagato? Facebook per quanto mi riguarda può andarsene a far.. molto meglio e serio Google.

  5. Midea ha detto:

    Ho letto di persone che anche pagando hanno avuto una riduzione molto consistende delle visite, e ad un certo punto hanno smesso di pagare visto che non rientravano più con le spese. Quindi, se molti faranno cosi, la vedo una mossa suicida. Ho una pagina di 10.000 likes ma ultimanente sono passato da 150 MI PIACE minimo a posto a 50 MI PIACE se va bene…

  6. Rasputin pergliamici Sputin ha detto:

    In poche parole la parola d’ordine è PAGARE. Lo dicevo che sta diventando una piattaforma inutile ed ecco che siamo sulla buona strada.

  7. Carlo Siliato ha detto:

    Ciao a tutti.
    Da un mesetto a questa parte ho cominciato a fare pubblicità su Facebook. Forse ho iniziato da poco.. e forse l’argomento del mio blog / pagina facebook è di particolare interesse. Ma io sto spendendo meno di € 0,01 per click per promuovere la lettura degli articoli, con una media di 6 euro al giorno. Questo tipo di pubblicità inoltre mi sta facendo aumentare i mi piace sulla pagina di circa 100 unità al giorno. Nonchè le visite al blog da facebook sono letteralmente esplose.. sono passato da 250 visitatori giornalieri a 750 in men che non si dica e ogni giorno faccio record sul giorno precedente. Io mi ritengo particolarmente soddisfatto.

  8. Anna Rossi ha detto:

    dagli stati Uniti con amore!!!! Ma davvero possiamo pensare che un mostro come facebook sia stato creato per far interagire liberamente i “CONSUMATORI”? Qualcuno ha mai proposto alternative a facebook?…abbiamo lasciato fare….e dalla California ringraziano!

  9. Cristina Mariano ha detto:

    Bè forse è stato illuminante, forse xkè non so se hai la certezza di quello che hai scritto. Però onestamente credo che non sia giusto nè verso chi paga non avere la garanzia per quel che pagano, nè nei confronti di ci crea come me una pagina spinta solo dalla voglia di condividere della passioni quali il tifo, la musica e quant’altro, anche xkè se le aziende hanno un torna conto noi no, non guadagnamo nulla se non la possibilità di confrontarci

  10. Anna ha detto:

    É tutto verissimo sono passata da oltre 5000visualizzazioni a circa 300. La cosa più sconvolgente é che la persona che lavora in Facebook con la quale ho preso contatti ora è sparita nel nulla. Non risponde più alle mail,il suo nr è inesistente e all’altro numero risponde un centralino brasiliano. Ma cosa accade? Ho speso quasi 10.000 euro in pubblicità e questo é il risultato.

  11. younginforma ha detto:

    Signori e signore questa è, semplicemente ed incontestabilmente, ESTORSIONE, con l’aggravante della censura e della truffa vera e propria. Io ed altri colleghi editori ci rivolgeremo all’Antitrust e poi alla Fieg e a qualunque altro organo fin quando non avremo giustizia. Va bene voler fare profitto e businees ma qui si parla, appunto, di SFRUTTAMENTO speculativo e privo della minima tutela del consumatore. Qualcosa di indecente, inaccettabile e pericoloso come precedente. E ricordiamoci la scritta, da sempre proposta e riproposta nella prima pagina del social:”E’ gratis e lo sarà sempre”. Ed è evidente la pubblicità ingannevole ripetuta per anni.

    Oggi ho scritto questo editoriale, analizzando il modo in cui Facebook raggira i propri clienti e spiegando cosa intende per “post di qualità”. Vi invito a leggerlo e a dirmi la vostra

    Un caro saluto
    Germano Milite

    Ecco il link al pezzo

    http://news.you-ng.it/2013/12/25/facebook-svelato-cosa-si-intende-per-contenuti-di-qualita/

  12. Bacco Perdinci ha detto:

    E’ uno schifo ! Dopo l’aggiornamento del 6 dicembre sono passato da circa 150 visitatori unici in contemporanea in media a circa 15 (avete capito bene ! 10 volte di meno !)…

    Sono veramente indignato, e dato che lavoro con grandi numeri, mi sento veramente preso per i fondelli, perché penso a quanta gente con piccole pagine venga rubato denaro per avere in cambio… poco o NULLA.

    Sto seriamente pensando di migrare verso un’altra piattaforma. Adam Romano… commenti populisti ? Qui c’è gente incazzata ! (e ne abbiamo tutti i motivi !)

  13. Adam Romano ha detto:

    Riporto un’esperienza di segno opposto. A dire il vero mi lascia perplesso leggere il populismo di determinati commenti, tuttavia noto con piacere la presenza di (poche ma buone) persone competenti. La visibilità va innanzitutto suddivisa.
    -Stati: nessuna modifica rilevante.
    -Foto, la visibilità é diminuita in relazione alle interazioni, come da molti esposto. Tuttavia é stata mitigata la limitazione connessa alla molteplicità dei post. (es. Un post ha meno views di prima, ma due post hanno meno le limitazioni)
    – Link: l argomento più interessante. La visibilità dipende interamente dal primo impatto del post, rilevando a tal fine solo il click on. È a ben vedere una trovata che favorisce la QUALITÀ dei link, sterminando quella miriade di link inutili che puntano tutto sulla condivisione. In tal senso é possibile ottenere risultati eccezionali. In sostanza Facebook offre un’occasione fenomenale di distruggere la concorrenza. In fondo i click sono ideati per canalizzare traffico all esterno, ed è in tal senso che facebook li incentiva.

    Forse alcuni di voi dovrebbero riconsiderare il proprio modo di proporre il social marketing, concentrandosi sullo storytelling e sulla community

  14. Dario Salvelli ha detto:

    Non ricordo di chi fosse la ricerca ma nel 2012 la media di pagine che un utente seguiva su Facebook era di 50.
    Ora tra seguire e vedere si è creato un abisso e con l’aumento esponenziale di attività che hanno una presenza su Facebook, questa fraglia si è allargata aumentando la distanza tra chi ha un budget media e chi invece è “costretto” a raggiungere l’audience in maniera “free”.

    Credo che sia arrivato il momento di creare per ogni utente un periodo dopo il quale, nel momento successivo al like ed all’interazione, lo catturi all’esterno da Facebook come qualcuno ha già scritto. E’ una operazione complessa che richiede la conoscenza precisa dell’audience e il funnel, tra Analytics e Insight c’è da sbatterci la testa ma credo che sia l’unica soluzione. A meno che non sei riuscito a creare una forte community e che per il tuo business, magari da piccolo brand, basti quella per stare in piedi 🙂

  15. Andrea Pilotti ha detto:

    Confermo in pieno, lo scorso hanno uno dei nostri post è stato condiviso ben 400.000 volte (http://on.fb.me/GZTLqa) mentre oggi facciamo fatica a raggiungere le 1000 condivisioni!

  16. Matteo ha detto:

    Purtroppo è tutto vero e confermo il trend negativo, la visibilità è stata drasticamente diminuita. Sto pensando di inviare due volte lo stesso contenuto a intervalli distanti, oppure di fare un riepilogo giornaliero.

    Che soluzione consigliate?

    • Dario Ciracì ha detto:

      Ciao Matteo,

      io proporrei invece newsletter settimanali o mensili (se l’azienda ne dispone) con il “best of” della settimana, una rassegna di link ai post che hanno generato maggior engagement.

  17. Giulio Cinelli ha detto:

    Il “reach” delle pagine è calato drammaticamente. Da 3000-4000 utenti raggiunti min con una pagina di 15 mila fan, si è passato a 400-500 utenti raggiunti.

    Il calo di Settembre, ipotizzato dall’analisi nel tuo articolo, viene confermato, secondo le mie statistiche da un 8%-12% a un 3% per un contenuto su cui non avviene immediatamente un’interazione.

    La strategia è chiara: oltre a pagare il costo dell’apparecchio (i lead) dobbiamo pagare anche il canone (il mantenimento della visibilità). Gli utenti che raggiungi tramite Facebook non possono essere considerati come veri e propri lead in quanto non sono tuoi e se lo saranno, lo saranno in parte e secondo le regole di Facebook.

  18. pinkgret ha detto:

    Ciao Dario, hai trovato qualche riferimento di sito specializzato internazionale a questa notizia? io trovo soprattutto commenti nell’help center, ma sarebbe utile qualche fonte più ufficiale. Grazie

  19. Elettrix ha detto:

    Ciao Dario,
    dopo aver letto l’articolo sono andata a guardare i dati Insights di una pagina che gestisco.
    Nel nostro caso i numeri sono cominciati a scendere a fine settembre, ma credo che non sia dato da Facebook.
    Inoltre il mio cliente non fa pubblicità a pagamento su Facebook.
    Anche io come Barbara seguo l’andamento degli orari in cui si collegano i fan e ottengo buoni risultati.
    Purtroppo questo algoritmo sta penalizzando un po’ tutti. Vedo pagine con tantissimi fan, ma con una bassa interazione e secondo me non pubblicano contenuti così sbagliati… poi chissà!
    Sottolineerei la frase di Cinzia “Facebook vuole far cassa” e me lo dimostra il fatto che, proprio il mio cliente, è stato contattato da Facebook per una consulenza su come fare advertising con un investimento minimo giornaliero di 40 euro per almeno 30 giorni.

  20. Luca Fontani ha detto:

    Questo problema che si ha con le pagine fan è riconducibile ad un algoritmo interno a Facebook che previene il sovraccarico dei server.

    Esempio: se abbiamo 1500 amici vediamo sempre gli aggiornamenti di stato delle solite 100-150 persone.

    Questo vuol dire che tutti gli altri non condividono?

    Assolutamente no.

    Il punto è che l’algoritmo di Facebook crea una classifica delle persone con cui interagiamo maggiormente, quelle con cui chattiamo, e quelle con cui hai abbiamo avuto un contatto recente.

    Per vedere gli aggiornamenti di stato degli altri, dobbiamo per forza di cose andare sul loro profilo perché non ci appaiono i loro aggiornamenti in home.

    Questo ovviamente accade anche con le pagine fan.
    All’inizio la portata è maggiore perché le persone hanno recentemente cliccato ” Mi Piace ” ma, se in un futuro prossimo quelle persone non interagiscono più con la pagina, Facebook oscura le notizie.

    Per evitare tutto ciò e far sì che le persone ricevano SEMPRE gli aggiornamenti, bisogna invitarle, una volta che hanno cliccato mi piace sulla pagina, a cliccare nuovamente sul pulsante ” Mi Piace ” per spuntare la notifica ” Ricevi aggiornamenti “.

    Facebook ha settato un limite di 500 profili, tra pagine e persone, da cui ricevere gli aggiornamenti in home. ( almeno fino a qualche mese fa era così )

    Se una persona ha 500 amici con cui interagisce spesso e mette mi piace alla nostra pagina, nel giro di poco finiremo in posizione 501 e tutti i nostri aggiornamenti non saranno più visibili… a meno che quella persona non interagisca spesso con noi.

    E’ tutta una questione di priorità: visto che Facebook è impossibilitato a mostrare tutti gli aggiornamenti di stato a causa dell’enorme quantità di dati che dovrebbe essere inviata, ha semplicemente deciso di creare ” delle priorità ” facendoci così vedere gli aggiornamenti di chi secondo lui è ” più importante ” per noi.

  21. La morale del tuo articolo sta nella frase: “l’algoritmo del NewsFeed di Facebook sia stato pensato per favorire l’acquisto di advertising”.

    Avevo avuto la medesima sensazione il giorno dopo la presentazione ufficiale dei numerosi micro (secondo lo staff di Mark) cambiamenti all’algoritmo.
    Se può interessare la mia previsione la trovate qui http://lnx.cinziadimartino.it/blog/news-feed-fyi-story-bumping-last-actor/

    Adesso ne abbiamo la certezza: Mark non solo tende a “fare cassa” con promozioni e sponsorizzazioni di post, ma ci mette nelle condizioni di non avere altra scelta!

    Mark sta giocando sporco? No, secondo me ha visto lungo.. semmai ha sbagliato (decisamente) a fare i conti e a breve cercherà di sistemare le cose.

    Sarei curiosa di conoscere gli insigths di grandi nomi e relativi grandi numeri: proverò a farmi un’idea a occhio 😉

  22. MattiaFollari ha detto:

    D’accordissimo.
    La mia percezione personale ultimamente anzi, è che si assottiglia tantissimo la differenza tra i followr comprati su facebook e comprati “altrimenti”, dato che anche quelli delle ads hanno un’interazion vicina allo 0.
    Il reach dei post sembra essere sempre relazionato ai follower naturali che ho preso, magari, dal like box sul mio sito o da condivsioni dei post.
    Insomma, voglio dire che le fb ads per quanto mi riguarda, si avvicinano sempre di più al mero scopo di aumentare il numero di like nell’apposita casellina e basta, per mostrare al cliente “Ehi guarda, 10.000 fan a 5 cents l’uno! Siamo i migliori’

    • Dario Ciracì ha detto:

      Secondo me invece l’obiettivo di Fb sta diventando quello di:

      a) farti investire in campagne ads per popolare la pagina
      e
      b) farti poi investire nei singoli post promossi per fare in modo che quegli stessi utenti acquisiti da ads vedano i contenuti (o almeno una percentuale maggiori di essi) 🙂

      • MattiaFollari ha detto:

        Vero, ma allora che valore ha un “lead” su facebook se devo pagare per raggiungerlo. Non è un lead.
        Che tralaltro, per esperienza, un lead “classico” (email) mi costa 7/8 volte un like, e la conversione da email marketing è più alta che da SMM.
        E allora a forza di tirare la corda si torna alla Newsletter, che non tramonta mai 😛

  23. Giovanni Sacheli ha detto:

    Mi trovi perfettamente in linea con quanto esprimi, si paga per acquisire utenti e si paga ancora per mostrare loro i contenuti, ma stiamo scherzando? Per alcune pagine la visibilità “free” è tra il 2 e il 4%… Ma stiamo scherzando? Quando è troppo è troppo! Rimpiango i vecchi tempi di Facebook Ads nel 2010!

  24. Isabella Bellani ha detto:

    Ciao, si l’ho notato. Gestisco 2 pagine aziendali e ho smesso di fare advertising a pagamento qualche mese fa, sperando che, dopo aver superato i 10’000 Mi piace, sarei riuscita a crescere un po’ grazie alle condivisioni. Appena smesso di pagare abbiamo avuto un calo, che è durato qualche mese, da qualche settimana invece sembra che la pagina principale si stia risvegliando, e i Mi piace hanno ripreso a salire.
    Mi rendo conto comunque che la crescita non è costante e soprattutto che il numero di commenti e “mi piace” sui post diminuisce con il crescere dei likes alla pagina, il che significa che sempre meno persone vedono i post.
    Soluzioni in merito? Si è sempre detto di non portare i propri utenti di Facebook fuori dalla piattaforma con link diretti a siti e pagine esterne, Oggi però credo che sia il caso di garantirsi gli utenti creando delle landing pages da inserire direttamente in FB, dove in cambio di qualcosa si richiede un indirizzo email, o un’iscrizione a qualche altro sistema messo in piedi dall’azienda, in modo da garantirsi un legame con l’utente che non venga perso con il tempo. Se avete altri consigli o suggerimenti su come risolvere il problema non esitate a condividere. Grazie 🙂

    • Dario Ciracì ha detto:

      Ciao,

      la soluzione che hai proposto è assolutamente da implementare 🙂 Se l’azienda investe su Fb è perché vuole dei risultati, accetta determinate condizioni (ad es. che non si venderà subito e che non serve propriamente a vendere) ma vorrà pure vedere dei ritorni tangibili e quanto meno il traffico referente su siti web o landing page possiamo misurarlo, come anche la lead generation via newsletter. 🙂

    • Alessandro Tempesta ha detto:

      ciao, considerazione del fatto che fb filtra le visualizzazioni della pagina anche in base al numero delle interazioni dell’utente che ti segue (like, condivsioni, commenti), una strategia buona è quella di postare sempre in modo da stimolare la conversazione.
      Riportare solo link all’esterno orami è fin troppo banale e facebook predispone (a mio avviso giustamente) strumenti per far rimanere gli utenti dentro. Sta a noi, adattarci in maniera intelligente a quello che fb ci offre.
      Ricordo a tutti che Fb è un’azienda (quotata in borsa) e come tale il suo interesse primario è solo ed esclusivamente il denaro.

  25. Barbara ha detto:

    Ciao! Sono una social media manager di una web agency di Torino. In effetti anche io avevo notato lo stesso calo di like ai contenuti della principale pagina fan che gestisco (circa 160 mila fan). Ma poi i nuovi insight hanno catturato la mia attenzione e mi hanno mostrato gli orari in cui i fan della pagina sono online (i picchi). Assecondando questi picchi, ossia postando negli orari in cui sono maggiormente online, in effetti ho ottenuto risultati decisamente migliori! 😉

    • Dario Ciracì ha detto:

      Ciao,

      sicuramente è una buona idea. Però per pagine di grandi dimensioni, potrebbe voler dire avere un piano editoriale frammentato per diverse fasce d’orarie e quindi dover postare 5-6 o più volte al giorno diversi contenuti.

      Di positivo può succedere che si raggiungono più fasce di utenti connessi ad orari differenti, ma può anche accadere che il tizio che sta sempre su Fb si stanchi dei contenuti e lo marchi come spam o metta il dislike alla pagina 🙂

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