Social Media Marketing

Twitter marketing: anatomia del tweet efficace [Cheatsheet]

Twitter è stato uno dei social network che è riuscito in brevissimo tempo a far breccia sui suoi iscritti. Pochi l’hanno abbandonato e molti continuano ad usarlo. Il suo bacino di utenza conta 140 milioni di utenti attivi e ogni giorno, 340 milioni di tweets vengono inviati nella rete.
Le aziende, il potenziale nascosto lo hanno capito e lo capiscono, per questo la direzione verso quale si stanno dirigendo è quella di includere Twitter nelle strategie di marketing alla pari di Facebook diventando alcune volte la scelta primaria.

Customer service, PR e lead generation sono solo tre dei principali obiettivi che si possono perseguire utilizzando questo strumento, ovviamente la scelta di un obiettivo piuttosto che un altro va valutato in fase preliminare e in base al target di utenza che si vuole raggiungere.

L’elemento che accomuna le strategie è la produzione di contenuti; seppur brevi, essendo un social in cui l’elemento cardine diventa un messaggio testuale in 140 caratteri, quindi diventa necessario studiare i metodi più efficaci per rendere quello short message il più accattivante e attraente possibile al fine di ottenere engagment e reattività da parte dei teewps.
Migliorare il modo di comunicare, con semplici accorgimenti può quindi essere il mezzo attraverso il quale modificare l’interazione con gli utenti al fine di migliorarne la partecipazione.

Le metriche di misurazione per il successo di una campagna social basata sui tweets essenzialmente mira a valutare le seguenti metriche:

  1. Reach: Numero totale di follower e potenza di diffusione dei messaggi
  2. Tasso di risposta: il numero medio di @mention per ogni tweet.
  3. Branding e awareness: Quanto rumore si è generato intorno all’azienda o ai prodotti.
  4. Tweet Grade: Il livello di influenza complessiva che l’account Twitter riesce a raggiungere.
  5. Conversioni: Numero di utenti provenienti da Twitter che visitano il sito web aziendale/blog e le cui azioni si convertono in lead o contatto/acquisti.

Una ricerca condotta da Buddy Media ha studiato l’engagement generato sui profili di grandi brand su Twitter da più di 320 follower. Per la valutazione dei risultati della ricerca, si sono tenuti in considerazione i seguenti aspetti:

  • Tasso di risposta: numero di risposte su percentuale di follower
  • Tasso di retweet: numero di retweet su percentuale di follower (inclusi i retweet manuali)
  • Tasso di engagement: la media di risposte e retweet su numero di follower

I dati ottenuti permettono di delineare tempi, modi e usi dei tweets suggerendoci metodologie da attuare sulla base dei risultati ottenuti, che andiamo ad analizzare.

Time to Tweet

Emerge che, per i brand, twittare durante il periodo in cui gli utenti sono più impegnati (fascia dalle 08:00 – 19:00) ottiene un tasso di risposta superiore del 30% rispetto ad altre ore del giorno “non occupate”, includendo tutti i giorni settimanali feriali e festivi. E risulta dai dati che i brand lavorino bene durante queste ore, infatti il 64% dei tweets vengono prodotti durante questo range di tempo.

Tale dato è un po’ in controtendenza rispetto a quello che avviene su Facebook, dove i risultati dicono che nelle ore non lavorative degli utenti, su Facebook, si ottiene solo il 17% dell’engagment rate rispetto a quello ottenuto durante le ore lavorative. Tuttavia il dato è fortemente influenzato dall’Edgerank che permette, anche a post pubblicati in mattinata, di permanere al top del newsfeed e quindi essere visiti anche in periodi diversi della giornata (anche nelle ore serali) rispetto a Twitter dove i tweets scorrono e scompaiono dalla TL in un brevissimo periodo di tempo.

Per i brand, il tasso di engagment settimanale è variabile: durante il fine settimana (sabato e domenica) in media, la partecipazione da parte degli utenti è superiore del 17% rispetto agli altri giorni settimanali. Questo aspetto, tuttavia, sembra non interessare alle aziende: solo il 19% dei tweets di un’intera settimana vengono pubblicati il sabato e la domenica.

Nel dettaglio se analizziamo il tipo di settore mercelologico di promozione, i giorni di pubblicazione variano.

Settore della moda: i giorni favorevoli per twittare cadono nel weekend producendo un tasso di engagement superiore al 30% rispetto ad altri giorni settimanali, mentre il giorno meno favorevole è il giovedì. I dati sono motivati dal fatto che durante il fine settimana ci si può concedere più tempo per lo svago e lo shopping.

Settore intrattenimento: i migliori giorni sono il lunedì e il martedì dove si registra un +23% di tasso di engagement rispetto agli altri giorni invece il giovedì, anche in questo caso, resta il giorno meno propenso all’interazione motivazione data dal fatto che a inizio settimana ci si inizia a interessare su eventi e concerti per il fine settimana.

Editoria: registra come miglior giorno per pubblicare il sabato. Durante questo giorno, infatti, si registra un engagement rate del +29% che sta ad indicare che durante il fine settimana gli utenti sono alla ricerca di notizie su cui aggiornarsi su eventi o altro. Giorno meno favorevole il mercoledì. Solo il 7% dei tweets dai brand viene prodotto durante questi giorni.

Sport: dato facilmente immaginabile, ha il suo tasso di engagment maggiore durante il fine settimana quando si svolgono i più diffusi eventi sportivi. Infatti, il tasso di risposta in questo caso è del +52% il sabato e la domenica. Segue come giorno favorevole anche il lunedì quando proseguono le discussioni sugli eventi svolti. Però solo il 9% dei tweet vengono generati dalle pagine di brand sportivi durante questi giorni.

Caratteristiche dei tweets

La ricerca ci permette di costruire l’anatomia perfetta di un tweet che generi partecipazione e coinvolgimento da parte del popolo del social. In particolare emerge che un tweet deve essere caratterizzato da una specifica lunghezza, contenere link e foto e utilizzare call-to-action al RT. Ma vediamo nel dettaglio le singole caratteristiche.

Lunghezza

Benché potrebbe sembrare frustrante generare messaggi con 140 caratteri, soprattutto se si vuole argomentare bene una questione, i tweets che contengono meno di 100 caratteri sono quelli che ottengo il miglior tasso di risposta con un +17% di engagement. La motivazione è abbastanza immediata: lasciare un po’ di spazio per commentare un retweet per gli utenti forse, può spingere l’utente a retwittare con più facilità il messaggio personalizzandolo con la propria opinione.

Si agli hashtag

Utilizzati per identificare parole chiave che aiutino a capire a colpo d’occhio il contenuto del tweets, gli hashtag hanno anche un valore nell’aumentare l’interazione con i tweets. Dall’analisi è emerso che i tweets che contengono hashtag ricevono un tasso di risposta maggiore rispetto a quelli che non ne hanno. Consideriamo che, anche in questo caso i brand non sono preparati, infatti, solo il 24% dei tweets provenienti da brand contiene un hashtag, quindi altro valore aggiunto non sfruttato.
Resta però la regola di non utilizzare troppi hashtag, infatti l’uso eccessivo anziché favorire l’engagment lo inibisce: tweet con 2 hashtag hanno risposta nel 21% dei casi rispetto a quelli con tre o più hashtag che fanno registrare un 17%.

Si ai links

Uno degli usi che se ne fa di twitter è quello di incanalare traffico verso siti web o blog. Inserire dei link nei tweets, accompagnati da del testo, ricevono l’86% del tasso di retweet rispetto a quelli che non ne contengono. Quindi una duplice funzionalità, dirottare traffico e aumentare l’engagement sul canale.

Sì alle immagini

Come su molti altri social, anche su Twitter le immagini funzionano. E’ stato riscontrato che i tweet che contengono link a immagini (come pic.twitter.com, yfrog.com, instagr.am and twitpic.com) fanno registrare un impatto migliore sul tasso di engagement due volte superiore rispetto a quelli che non ce l’hanno.

Il valore del retweet

Altro dato interessante è che chiedere il RT pare funzioni. Invitare i follower a retwittare un post serve ad ottenere tassi di retweet di 12 volte superiori rispetto a non chiederlo. E’ facile capire il perché: il messaggio con i retweet permette di esporre il contenuto a una platea esponenzialmente più vasta, più platea più retweet. Questa pratica tuttavia non è molto utilizzata dai grandi brand che preferiscono che il messaggio si propaghi spontaneamente. Solo l’1% lo fa.

In più se la parola RETWEET è menzionata senza abbreviazione il tasso di retweet cresce del 23% rispetto alla media.

Questi possono sembrare dei piccoli accorgimenti, ma utilizzati in combinazione, creando delle regole di tweets possono essere utilizzati efficacemente per aumentare il tasso di partecipazione anche di molti punti. Quindi la prossima volta che twittate, occhio a come lo fate! 😉

Non è finita qui! Ecco un cheatsheet riepilogativo da incorniciare e mettere di fianco alla vostra scrivania!

Co-founder dell'agenzia, si occupa di sviluppare strategie Social e di Link Building intervenendo nell'ideazione, scelta e creazione dei contenuti nonché sviluppo dell'interfaccia comunicativa dei contenuti. In ambito design è occupata nello sviluppo di siti web, dalla radice all'interfaccia, e nella realizzazione di contenuti che siano più efficaci per comunicare in rete: infografiche, grafiche specifiche per i Social, User Interface per siti e landing page.

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3 risposte a “Twitter marketing: anatomia del tweet efficace [Cheatsheet]”

  1. Claudio Skimmi Piacentino ha detto:

    Complimenti, i vostri articoli sono chiari e utili, bravissimi 🙂

  2. William ha detto:

    Bell’articolo Maria! Quand’è che ripassi dalle parti Ravenna?

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