Twitter Fleets: le Stories di Twitter arrivano in Italia
A distanza di due mesi dal lancio della beta-testing in Brasile, il popolo italiano è il secondo privilegiato in grado di provare in anteprima Twitter Fleets. Attualmente apprendiamo che non è disponibile per tutti i profili, per cui probabilmente si sta procedendo per gradi cercando di raccogliere quanti più feedback possibili per capire se la feature può avere un futuro.
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Cos’è Twitter Fleets?
Parliamo di un sistema Stories-like ossia un modo per condividere messaggi, pensieri, video in modo istantaneo occupando un'”area vetrina” al top nella bacheca di tutti i tweet offrendo, a chi sceglierà di usarli, una visibilità maggiore al profilo e quindi al messaggio, rispetto al classico tweet.
La logica è la medesima di quella adottata da Facebook o Instagram Stories: 24 ore di vita per un messaggio che si autodistruggerà. Ma allora, vien da domandarsi, c’è qualcosa di innovativo?
Se pensiamo al modo di funzionare del canale sì, siamo abituati ad interagire con ogni singolo twit commentandolo, condividendolo o likando, con i Fleet ciò non accade. L’elemento che differenzia un fleet da un tweet è l’azione-interazione ossia il concetto di messaggio pubblico lanciato in broadcasting, ma in cui ogni reazione può solo ed esclusivamente privata.
Quindi dimentichiamoci i like, retwit o commenti per i Fleet, ma solo reazioni segrete e messaggi in privato. Questa è una sicura novità per il canale, ma non per l’ecosistema social che ormai è abituato a queste differenti modalità di interazione con i post. In sostanza, insomma, niente di nuovo all’orizzonte anche se il product lead di Twitter, Kayvon Beykpour, ci tiene a precisare che, anche se strutturalmente e a livello funzionale le Stories e i Fleets si equivalgono, è l’idea che sta alla base ed il modo d’uso che li rendono differenti.
Lo scopo di Twitter Fleets
Lo scopo, infatti, non sarebbe quello di condividere la quotidianità o mostrare quanto sia meraviglioso un prodotto, come avviene per l’influencer marketing su IG, ma il concetto è quello di usare fleet come un contenitore di pensieri e idee istantanee che hanno necessità di raccogliere consensi o dissensi riservati.
Lo sforzo maggiore che il team ha fatto per perseguire questa strada è stato quello di progettare l’interfaccia secondo un modello fluido di creazione ed interazione molto smart che in sostanza vuol significare che i fleet li puoi usare solo in un unico modo.
Ma questa non è una limitazione per l’utente, per cui il dubbio sorge spontaneo: “quanto tempo ci metterà lo strumento a diventare un contenitore di lancio di nuovi prodotti, facendo cadere definitivamente l’ideale con cui è stato creato?”.
Da quel che ho visto in questi giorni mi sembra che la strada sia già spianata verso usi alternativi, il che non penso sia sbagliato, del resto citando il grande MacLeod
“It’s not what the software does. It’s what the user does.”
cit. Hugh MacLeod
Come funziona un fleet?
Pubblicare un fleet è semplicissimo, abbiamo la scuola di Facebook che ci agevola. Innanzitutto la creazione e la visualizzazione sono attività che si possono svolgere esclusivamente da mobile.
Per creare un nuovo fleet si può o cliccare sull’immagine del profilo o dalla home nell’area dedicata, un cerchietto con il proprio volto e un simbolo di “+” aiuta anche gli utenti più utonti.
Una volta fatto l’accesso ci si rende subito conto che l’interfaccia è molto più pulita e semplice rispetto a quella dei suo concorrenti: area di testo, pulsanti per creare o uplodare immagini e video oppure gif.
A livello pratico il superfluo è rimosso, quindi non abbiamo l’area per inserimento di sticker, l’audio o gli editing di testo particolari. Insomma tutto è votato all’immediatezza della pubblicazione.
Una volta che un fleet è online resterà visibile esclusivamente alla propria cerchia di utenti e, in ogni momento potremo conoscere quanti utenti hanno visualizzato il nostro fleet, quali interazioni ha ricevuto e ovviamente riceveremo in privato ogni messaggio di risposta al fleet.

Pensieri a caldo
Ovviamente quando si affaccia un nuovo strumento è opportuno domandarsi se ha senso. A primo acchito secondo me ecco quali sono i punti di forza e di debolezza.
Punti di forza:
- immediatezza;
- velocità nella creazione;
- pulizia dell’interfaccia;
- utile come strumento di survey riservate per le aziende;
- utile per il realtime marketing;
- potrebbe esser utilizzato in modo creativo creando delle storie, oops! fleet sequenziali.
Punti di debolezza:
- non visibilità da desktop;
- strumento non innovativo, già abbondantemente penetrato su altre piattaforme;
- l’interfaccia semplice potrebbe stuzzicare la voglia spam;
- bassi livelli di personalizzazione (colori, font, ecc…), utili per dare identità ai aziendali;
Osservando il mercato ormai impregnato di messaggi a termine che si autodistruggono cancellando per sempre ogni traccia, anche Twitter doveva prima o poi omologarsi.
Io penso che la feature possa esser interessante se i messaggi fleet potranno in qualche modo sfruttare la logica degli hashtag – di cui Twitter è creatore e padrone – e diventare a tutti gli effetti uno strumento che lancia i messaggi fuori dal proprio profilo, estendendoli ed amplificandoli.
Al momento sembra che i fleet siano destinati alla sola visibilità tra la propria cerchia di follower, e soprattutto utilizzabili solo da mobile, grosso limite.
Certo è che penso che l’utente affezionato a Twitter, che già ha maturato un modo di usare la messaggistica smart, con pochi caratteri e veloce, forse non sentiva proprio la necessità di uno strumento come questo per arricchire l’esperienza con il canale, è un di più che non aggiunge molto semmai, osservando criticamente la mossa, questo è solo un nuovo tentativo – ancora una volta – di omologare e appiattire il canale rendendolo, purtroppo, molto simile agli altri.
Vuoi dire la tua?