Twitter: le vere motivazioni del passaggio ai 280 caratteri e cosa potrebbe migliorare o peggiorare
Tra tutti i cambiamenti drastici che si potevano immaginare per i Social, quello di Twitter è quello che mai avrei immaginato potesse accadere, ed invece eccolo qui. Twitter cambia la sua dinamica di condivisione dei post. O meglio, la dinamica è sempre la stessa, quello che cambia è la libertà che l’utente ha nel poter abbandonare l’idea di esser un mago della sintesi, per dar sfogo ai propri pensieri con il doppio dei caratteri.
Così, nella tarda serata del 7 novembre, il rollout definitivo è iniziato. Abbiamo assistito alla nascita, forse, di un nuovo Twitter.
La notizia era già iniziata a circolare a fine settembre quando un gruppo ristretto di utenti è stato interessato dal testing ed ha potuto iniziare ad assaporare per prima il, presunto, cambiamento. Nulla era sicuro. Anche perché, quando si è in fase di beta testing, l’idea è capire se una feature può esser interessante per l’utente e che miglioramento potrebbe apportare alle dinamiche d’uso.
Indice dei contenuti
L’analisi post testing di Twitter
Così è stato. Il team di Twitter ha analizzato a fondo i profili coinvolti nel test ed ha decretato che i 280 caratteri funzionano.
Dopo l’entusiasmo iniziale che ha spinto gli utenti a voler provare l’uso di tutti i caratteri, anche per abituarsi alla mole di testo in più da inserire, si è arrivati ad una situazione di normalità in cui si è proceduto utilizzando lo strumento come si è soliti fare.
Quello che è stato notato è principalmente che, avendo a disposizione più caratteri, non si è modificata l’abitudine d’uso del twit, anzi è soltanto migliorata.
Il team ha ritenuto che per l’utente, il fatto di dover dosare i caratteri (soprattutto quando si inseriscono link esterni o hashtag che occupano buona parte dello spazio), era fonte di frustrazione e soprattutto di un elevato impegno nel poter trovare la formula giusta per inviare il twit.
Risultato? Molto spesso è stato registrato un abbandono della digitazione. Questa è stata la molla che ha destato preoccupazione e voglia di miglioramento.
Con il limite esteso si annullano gli aspetti legati al “pensare troppo in breve” e, pur mantenendo il messaggio conciso, si deve manipolare meno il testo prima di ottenere una formulazione adattata ai caratteri. Più spazio, più facilità di espressione di un pensiero, più utilità del canale.
Quello che è stato interessante osservare, come si legge nella nota sul blog ufficiale, è che con il limite di 140 caratteri il 9% dei twit ha superato il limite consentito, con l’attivazione dei 280 solo l’1% ha superato il limite. Dunque l’esigenza di avere più testo a disposizione probabilmente c’era.
In più in fase di testing solo il 5% dei twit inviati era più lungo di 140 caratteri e solo il 2% conteneva più di 190 caratteri. Dunque il canale cambia, ma le abitudini dell’utente forse no.
280 caratteri, cosa cambierà in meglio o in peggio
Veniamo ad un po’ di riflessioni che mi sono fatta, ovviamente analizzando i pro e i contro di una simile introduzione.
A primo acchito devo dire che pensavo che 280 caratteri occupassero più spazio nello streaming, dunque la mia preoccupazione iniziale legata alla illeggibilità dei twit credo di averla superata, però ci sono alcuni dubbi che, da qui a breve, secondo me potrebbero nascere. Vediamo meglio cosa intendo.
Pro dei 280 caratteri
1. Minor impegno
Sicuramente credo di dover concordare con il team di Twitter. Il fatto di dover “lottare” per trovare la giusta formulazione per esprimere un pensiero, anche breve, era abbastanza frustrante.
Abbattere un limite testuale, effettivamente troppo breve, significa abbassare il livello di impegno per la digitazione di un messaggio.
2. Più possibilità dettagliare una risorsa
Trovo che più caratteri siano utili anche per dettagliare in modo più puntuale una risorsa. Perché utilizzare solo il titolo di un post quando, ad esempio, si potrebbe includere anche un piccolo estratto di presentazione del contenuto? È una opportunità che abbiamo, dobbiamo testarne l’efficacia.
La vera prova sarà, infatti, riuscire a monitorare le performance del contenuto con più testo e quello con meno testo, per capire se il secondo può ottenere maggior attenzione dall’utente.
3. Pensieri più articolati
L’introduzione dei 280 caratteri suona come un ritorno alla libertà di espressione e di pensiero, anche un minimo articolato. Non era semplice esprimere un concetto attraverso pochi caratteri.
Da oggi le prospettive si ampliano regalandoci un po’ più di “serenità mentale”.
4. Adv più performanti
La novità potrebbe diventare profittevole per chi si sponsorizza con Twitter. Più testo vuol dire più possibilità di inserire dettagli, i copy potrebbero esser studiati meglio e senza ristrettezze.
Contro dei 280 caratteri
Dall’altro lato però ci sono elementi che mi spaventano e sono quelli principalmente legati all’abuso che se ne può fare dei caratteri. Vediamo le perplessità principali.
1. Hashtag Spam
Il vantaggio della libertà di avere più testo potrebbe diventare un problema per lo spam, soprattutto quello legato all’uso inconsueto degli hashtag.
Immaginate un utente che desidera promuoversi con il canale e utilizza esclusivamente 280 caratteri di hashtag.Probabilmente lo farà utilizzando quelli più diffusi. Questo sporcherà le pagine dedicate con del contenuto inutile e fastidioso. Immaginate poi cosa potrebbe accadere se le condivisioni venissero affidate a bot o similari, con auto generazione degli hashtag.
2. Tagging
Il problema del tagging come spam su Twitter era già emerso dall’introduzione dei tag sulle foto.
Oggi, a questo, si potrebbe associare una catena di menzioni vasta al doppio. Il problema al momento sembra arginato, anche perché era un fenomeno che notavamo maggiormente in occasione dei #FollowFriday, tuttavia è una possibilità che potrebbe riaffacciarsi.
3. Streaming troppo ricco di testo
Immaginiamo una situazione in cui tutti i nostri follower decidano di utilizzare 280 caratteri per elaborare un pensiero.
Lo streaming dei contenuti potrebbe diventare meno immediato da scrutare. Anche se Twitter ci tiene a precisare che non tutti utilizzeranno interamente i caratteri.
Tuttavia, quel che è certo è che di sicuro avremo bisogno di un po’ più di tempo per leggere un twit, decretando un rallentamento nella consultazione e forse una perdita di twit che potevano esser interessanti.
4. Appiattimento
Essenzialmente Twitter è nato come un canale sintetico e immediato, nato con questa peculiarità. La presenza di più testo potrebbe portare il canale a somigliare ad altri, come ad esempio a Facebook.
Dunque in questo modo si perde, anche se leggermente, l’originalità del Social breve ed immediato, diventando qualcosa a cui dedicare più tempo nella consultazione. Ma siamo sicuri che l’utente desidera trascorrere più tempo su Twitter?
Avete riflettuto anche voi sulla nuova opzione ed il futuro di Twitter? Confrontiamoci se vi va!
Sono d’accordo – se il nostro timore era quello di vederci la timeline intasata da sproloqui lunghissimi, per ora possiamo tirare un sospiro di sollievo.
Mi piace pensare a questa novità come al dono di un po’ di spazio “di scorta” da usare solo in casi specifici (ad esempio per citare tutte le fonti e gli autori di un pezzo che condivido, oppure per riportare citazioni o dichiarazioni ufficiali che non possono essere “tagliate”).
Bella l’idea dello spazio si scorta! Effettivamente era abbastanza snervante dover adattare il testo allo spazio. Sai quante volte ho dovuto rinunciare allo spazio dopo un punto o una virgola per far entrare un pensiero (sensato). Adesso sembra di respirare
Esatto, il mio stesso pensiero.