Lo Stato dell’Inbound Marketing 2015: una crescita che non sembra arrestarsi
Anche quest’anno, come ogni anno, Hubspot ha presentato il consueto rapporto sullo Stato dell’Inbound Marketing, l’indagine tratta da un’intervista a circa 4 mila marketer a livello globale.
Pur essendo un’indagine prende in riferimento il mercato globaile, possiamo comunque leggerne ed interpretarne alcune informazioni salienti relative a dei trend che sicuramente si rifletteranno anche sul nostro mercato.
Il documento è scaricabile a questo link e di seguito ricapitoliamo le statistiche più interessanti del documento.
Indice dei contenuti
- 1. Aumenta la priorità verso strategie di Inbound Marketing.
- 2. Le campagne di Outbound Marketing sono ritenute sopravvalutate.
- 3. Un ROI (e un budget) in crescita per chi misura le campagne Inbound
- 4. L’inbound marketing vince sempre sull’Outbound, indipendentemente dalla dimensione d’azienda
- 5. La creazione dei contenuti non è soltanto in-house, ma anche delegata all’esterno
1. Aumenta la priorità verso strategie di Inbound Marketing.
A livello globale, su 4 intervistati almeno 3 hanno affermato di dare più priorità a strategie di marketing inbound. Tra questi ci sono soprattutto piccole aziende, i cui budget a disposizione non sono altissimi e che preferiscono investire in strategie inbound anziché spingendo nei diversi canali di advertising.
Differentemente, le aziende più grandi, possono permettersi investimenti su entrambi i fronti e, stando alle risposte degli intervistati, hanno distribuito equamente i fondi sia su canali inbound sia su quelli outbound.
2. Le campagne di Outbound Marketing sono ritenute sopravvalutate.
Le campagne Outbound sono quelle che, a differenza di quelle Inbound, spingono un prodotto o servizio verso l’utente/consumatore finale, attraverso investimenti in advertising a pagamento.
Le cause della sopravvalutazione dei canali, da parte degli intervistati, sono probabilmente da ascriversi nella difficoltà di misurazione dell’investimento tipica di questi canali.
3. Un ROI (e un budget) in crescita per chi misura le campagne Inbound
I marketer che sono stati in grado di misurare i risultati delle campagne di Inbound Marketing sin dal loro avvio, hanno generato profitti crescenti di anno in anno, riscuotendo anche maggior fiducia dal top management che permette di avere un incremento dei bilanci per gli anni successivi dedicati ad operazione di marketing.
4. L’inbound marketing vince sempre sull’Outbound, indipendentemente dalla dimensione d’azienda
L’investimento in Inbound è la strategia preferita per quelle aziende che spendono meno di 5 mila dollari annuali in marketing e più in generale, sembrerebbe che se annualmente si spendono meno di 100 mila dollari, si ha una probabilità quattro volte maggiore di investire in Inbound.
Infine, delle aziende intervistate, quasi tutte hanno sostenuto di avere una probabilità tre volte più alta di generare un elevato ROI con strategie inbound e non quelle outbound.
5. La creazione dei contenuti non è soltanto in-house, ma anche delegata all’esterno
Benché progettare ed ideare contenuti è un compito che dovrebbe spettare al team interno ad una azienda, non è detto che è da escludersi la partnership con freelance o agenzie esterne, soprattutto se il risultato finale è qualitativamente superiore. L’indagine di quest’anno ha infatti mostrato un aumento delle collaborazioni delle aziende con partner esterni nella creazione di contenuti.
Concludendo, sembra proprio che l’Inbound Marketing goda di ottima salute e che la sua crescita, a differenza degli approcci Outbound, non dia segni di cedimento.
Qui il download per il report completo.
Area di discussione: dicci la tua!