La mappa dei Social Media del 2016, con un occhio al passato
C’è ancora spazio per nuove piattaforme social, nell’online? La risposta è banalmente si. Di spazio di sicuro ce n’è, non mancano le risorse per creare nuove webfarm, si spera ad energia rinnovabile, sicuramente non c’è neanche problema riguardo le idee che sono in fermento. Il vero problema, quello che limita il vero attecchimento di alcuni canali, è dato purtroppo dalla presunta, o reale, assenza di competitività nello “spazio mentale” degli utenti, la capacità cioè di poter e voler investire altro tempo quotidiano per l’uso di una nuova piattaforma.
Osservando l’andamento degli ultimi anni, si è radicata sempre più l’ideologia secondo cui, se nel panorama Social si affacciano grosse novità, si può già dar per certo che – presto o tardi – passeranno in mano a big player che, a fronte di un’offerta d’acquisto con un budget da capogiro, ne acquisiranno la piena proprietà, diventando anche innovatori e promotori di nuove tendenze di mercato (Canvas, ChatApp). Visto in piccolo è un male, dal mio punto di vista, perché va a a scapito di nuovi, piccoli ed emergenti, canali che avrebbero potuto far proprio un nuovo trend, strappando il predominio ai “soliti noti”.
È ovviamente una situazione, quella del Social Web, intrisa di potere più che altro dettato dalla forza che hanno acquisito determinate piattaforme, sia numerica che economica. Purtroppo chi subisce sono, ovviamente, le molte startup incapaci effettivamente di trattenere l’identità di un nuovo prodotto web perché troppo allettati da big Facebook che ne reclama un’acquisizione o perché quel canale in cerca di rilancio che sceglie di “copiare” parte di un’idea sviluppata nativamente per un canale.
Ovviamente tutto questo può anche non esser visto in modo negativo. Se da un lato infatti viene scorporata un’idea dall’originario creatore, dall’altra probabilmente quell’idea viene potenziata e gode di una maggiore notorietà e crescita.
Se poi dovessimo cercare di descrivere, osservando dall’alto, lo scenario dei social network, non sarebbe per nulla facile.
La questione più annosa è legata sicuramente al descrivere le nicchie sulle quali il canale si è sviluppato, peculiarità e diversità rispetto agli altri già esistenti e le evoluzioni nel tempo. Esistono tanti, tantissimi canali gettonati, la cui classificazione può genericamente esser assegnata per specifiche passioni, età o professioni ad esempio.
Quel che però è abbastanza chiaro è che non si può parlare di uno scenario definitivo. Canali che hanno conosciuto un boom nei primi anni (diciamo dal 2008) possono conoscere rallentamenti, declini o addirittura addii. Per capirlo maggiormente basta osservare la Social Media Map che racconta in modo visuale lo scenario evolutivo dei canali sociali anno per anno.
Social Media Landscape: un confronto
Quello che ho pensato di fare è utilizzare la mappa dei Socia Media di Overdrive, quella del 2011 e quella del 2016, per mettere in luce come sia cambiato, e per certi versi stravolto, lo scenario.
Quel che si nota è che nel 2011 l’ambiente era molto meno affollato, molti dei canali si erano appena affacciati nel web come Pinterest o lo stesso Google+, tantissimi ancora non avevano la versione mobile e quelli che erano nati specificamente per funzionare su smartphone nemmeno erano inseriti nella classifica.
È il caso, ad esempio, di Instagram che era ancora un novellino, aveva meno di un anno la prima release, e neanche era contemplato all’interno della lista perché ancora di nicchia (solo per utenti iOS). Nel 2011 c’era ancora Orkut, FriendFeed e il padre dei social network Friendster.
Ancora non si comprendeva il potenziale delle APP, oggi predominanti nello scenario promozionale, e non si conoscevano le ChatApp come Snapchat, Whatsapp o Telegram. Quel che si nota è che non si aveva una reale percezione degli strumenti come approccio professionale, era sì una classifica, ma ancora l’ambiente era così poco strutturato che non si poteva parlare a piena voce di marketing, almeno in Italia.
Il balzo dei social: da rete di amicizie a reti di business
Altro aspetto che determina la differenza tra quanto succedeva in passato e quanto avviene oggi è dato dall’integrazione, per canale, delle sponsorizzazioni a pagamento, reale benzina che alimenta il potenziale di questi strumenti. L’introduzione degli Ads a pagamento ha sancito ufficialmente il passaggio, per alcuni canali, da strumento di puro intrattenimento per l’utente, a importante mezzo di promozione per le aziende, che oggi hanno iniziato a scegliere i canali in base ai propri obiettivi di business.
Oggi è molto più sentita dalle aziende la necessità di presidiare ogni canale, di fornire costantemente informazioni e restare in contatto con gli utenti con continuità, e questo è dovuto proprio all’evoluzione dettata da Facebook con algoritmi di ordinamento ed Ads in primis, modus operandi poi replicato da altri canali, Twitter, Pinterest, Instagram. Nessuna azienda oggi è competitiva se non è presente sui social, se non fa sentire la propria voce e mostra apertura e voglia di comunicare. Questo ormai è regola!
Insomma queste piccole cose ci fanno capire quanto noi siamo fortunati a poter assistere a questa evoluzione e poterla studiare con i mezzi propri, capire potenzialità e imparare a sfruttarle sia dal punto di vista lavorativo, che di vita quotidiana.
Siamo fortunati si, perché possiamo parlare del prima e del poi, possiamo valutare bene cosa e migliorato e cosa no, ma soprattutto perché siamo noi utenti, studiosi, marketer i giudici dell’esistenza o meno di un canale, siamo noi i principali attori e protagonisti di questa grande, grandissima evoluzione.
A voi la super mappa! 😉
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