SEO

Perché la SEO tecnica sarà sempre importante

Quante volte hai sentito dire che la SEO è morta o sta morendo, che la semantica è la nuova arma per posizionarsi su Google, che la link building è tutto o che – la più assurda tra tutte – la SEO non serve a tutti i siti ma solo ad alcuni e che con i social si può avere la stessa crescita.

Se ne leggono di tutti i tipi e ogni anno notizie come queste ritornano in blog o siti di news con l’obiettivo di creare un po’ di buzz e fare disinformazione. Si, perché di disinformazione, a tutti gli effetti, si tratta. Disinformazione nei confronti dei clienti, ma anche nei confronti degli stessi lettori, che arrivano così a farsi un’idea del tutto sbagliata della SEO, come se fosse una professione accessibile a tutti, leggendo un libro o facendo un corso, o come se fosse un’attività opzionale tra tutte le leve del web marketing.

Imparare a fare SEO richiede anni di esperienza pratica, ovvero anni di esperienza in cui ti sporchi le mani per capire perché qualcosa non funziona, quali le cause e quali le soluzioni. E lo dice uno che proviene dal mondo del marketing e dei Social Media 🙂

Fatta questa doverosa premessa, a supporto della mia tesi elencherò alcune casistiche che si presentano spesso nella realtà, per le quali essere (anche) un SEO tecnico, o avere nel proprio team un SEO tecnico, resta ancora un prerequisito imprescindibile per chi si occupi di Search Marketing organico.

1. Non trovo il sito neanche cercandolo con tutta la frase del title della homepage

Sappiamo benissimo che la homepage è la pagina più importante di tutto il sito, quella che quindi, ha maggiori probabilità di posizionarsi per la frase chiave inserita. A meno che in homepage sia stata inserito una parola chiave competitiva, solitamente chiunque cerchi su Google l’intera frase chiave inserita nella homepage, vedrà comparire al primo posto il proprio sito.

Ma cosa succede se questo non accade e il sito non è visibile neanche nelle prime 8-10 pagine?

Qui si aprono almeno diversi scenari possibili:

  • Quello più semplice è qualcuno abbia inavvertitamente nascosto la visibilità della pagina con una direttiva da Robots.txt o abbia inserito un meta noindex nell’head della pagina.
  • L’ipotesi intermedia, ma di una certa difficoltà risolutiva, è che il sito sia stato infettato da un attacco hacker.
    Possono essere accadute ad esempio due cose: via sia un attacco di parasite hosting, ovvero pagine spam costruite all’interno del sito per posizionare siti esterni (qui puoi leggere un nostro caso di studio)
    Oppure, ipotesi peggiore, che il sito sia soggetto a cloaking. Questa è l’attacco più difficile da scovare perché essenzialmente tu la pagina la vedrai normalmente, ma il bot avrà tutt’altra visione. Vedrà ad esempio dei link spam che rimandano a siti di viagra (il cosiddetto pharma hack) con dei link dofollow piazzati nell’header di tutte le pagine del sito, che effettivamente stanno trasmettendo valore a siti spam, magari già finiti in blacklist di Google.

    pharma hack cloaking

    E ti garantisco che rimuovere un cloaking può avere livelli di difficoltà non banali, dato che se non ci sono file sospetti installati, bisognerà andare a scandagliare i singoli file alla ricerca di funzioni sospette.

  • L’ultima opzione, è che il sito sia stato penalizzato. Qui c’è tutto un altro mondo che sia apre alla SEO. Le penalizzazioni possono essere manuali o algoritmiche. Entrambe possono essere a livello di pagina (solo alcune pagine perderanno i posizionamenti) o a livello di sito. Se hai fatto proprio il cattivo c’è anche l’opzione di ban dalle serp.
    In questo caso un SEO tecnico sa cosa dovrebbe analizzare, cosa può aver fatto scattare la penalizzazione e quali interventi effettuare.
    Un SEO tecnico sa riconoscere la qualità contenutistica di una pagina web (e comprendere quando ci troviamo di fronte a “thin content”) e analizzare un profilo links (e conoscere i migliori strumenti per farlo) per valutare se un link è di qualità o meno.

    penalizzazione seo

2. Non riesco a deindicizzare delle pagine dalle Serp di Google

Su questo tema noto che c’è ancora molta confusione, anche tra chi fa SEO. Come si deindicizza una risorsa dalla serp?
Starai pensando col Robots.txt? Naaa, questo file indica solo al bot di non accedere ad una risorsa, a meno che la pagina non abbia il +1 di Google+ al suo interno. Forse penserai al meta noindex?
In realtà per rimuovere tutti i riferimenti di una pagina dalle serp c’è da fare qualcos’altro e comunque, la risorsa non deve più esistere nel database. 😉

3. Htaccess, status code…eh?

Quanti SEO conoscono esattamente tutte le direttive e possibilità date da un file htaccess? Pochi, a meno che tu sia un developer. 🙂 Eppure da questo semplice file è possibile dare una serie di istruzioni al bot che si rivelano decisive (e risolutive) sotto molti punti di vista.
Eppure chi non si occupa di SEO tecnica non ha mai sentito parlare di questo file.

Dall’htaccess è, ad esempio, possibile gestire tutte le direttive legate ai codici di stato http, creare pagine di errore 404 personalizzate, gestire eventuali migrazioni o manutenzioni dei siti fornendo al bot il giusto codice di stato, per evitare che tutte le pagine perdano i posizionamenti acquisiti, rimuovere dall’indice risorse non più presenti nel database con una direttiva che intercetti tutti i file per tipologia, effettuare redirect 301 da una risorsa ad una nuova e tutta un’altra serie di funzioni.

4. Perché la url della pagina mobile del sito la vedo nello stesso modo anche da desktop?

Questa situazione è tipica di quei siti che hanno una versione mobile separata, i classici m-site.
Oltre ad effettuare alcune operazioni di consolidamento indice per Google, andrebbero settati correttamente i vari redirect delle url in funzione del dispositivo dal quale si richiama la risorsa.
Non è tanto un errore SEO, quanto di usabilità, ma queste cose te le dice un SEO tecnico.

mobile seo

5. Il mio sito è lentissimo, si apre dopo 5 minuti.

La velocità dei siti non è mai stata indicata ufficialmente come fattore di ranking, ma ad avviso di molti è un fattore di cui Google tiene in considerazione già da tempo. Se l’utente arriva su un sito lento ed abbandona la navigazione perché non riesce ad accedere alle altre pagine o lo abbandona prima ancora di entrarci, causa l’eccessiva attesa, questi sono dati di cui Google terrà conto e, più in generale, il sito non convertirà.
Il seo tecnico conosce gli strumenti di auditing della velocità di un sito e quali gli interventi da apportare, dalla compressione dei file, alla gestione della data d’espirazione dei file, tanto per citarne due e gran parte di questi interventi bisognerà effettuarli da htaccess (e ritorniamo li).

Concludendo questo post, le motivazioni che ci confermano che la SEO tecnica è ancora importantissima sono più di cinque, ho riportato giusto quelle più significative, ma l’elenco potrebbe estendersi molto.
Quando qualcuno vi dirà che non gli serve la SEO, mostrategli questo articolo. 🙂

Professionista SEO, da sedici anni, progetta strategie digitali orientate allo sviluppo di visibilità online. Come SEO ha lavorato in prima persona a differenti progetti complessi in settori ad elevata competizione, costruendo da zero progetti da oltre 20 mila visitatori giornalieri.

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7 risposte a “Perché la SEO tecnica sarà sempre importante”

  1. Roberto Varriale ha detto:

    Ottimo articolo Dario. Dici” la semantica e’ una nuova arma per posizionare”…credo che sia la nuova arma di google. X combattere tutti quei documenti web inutili che sono stati creati x dire la stessa cosa in mille modi.X quanto riguarda la velocita’, e’ o non e’ fattore di ranking e’ un toccasana x tanti fattori relativi all’ utente e di conseguenza al posizionamento. Grazie del. Bellissimo articolo sempre sul pezzo

  2. Aggiungerei anche il famigerato code injection! 😀

  3. Andrea Pernici ha detto:

    “La velocità dei siti non è mai stata indicata ufficialmente come fattore di ranking”

    Falso 😀

    http://googlewebmastercentral.blogspot.it/2010/04/using-site-speed-in-web-search-ranking.html

    • Dario Ciracì ha detto:

      eh eh, ma è del 2010 e secondo me va interpretato più come “web indexing” che web ranking.
      Anche l’https hanno detto essere un fattore di ranking. Siamo sicuri poi non siano però “fattori di ranking propaganda”? Qui c’è una considerazione più recente di Mueller https://www.seroundtable.com/google-pagespeed-ranking-factor-20197.html (indipendentemente dall’autore di quel blog).

      Comunque fattore di ranking certo o meno, se un sito è lento perdi traffico e anche vendite.

      • Andrea Pernici ha detto:

        Ehhh non facciamo i furbi 😀

        Tu hai scritto “non è mai stata indicata ufficialmente” ed è palesemente falso.

        Piece and love ovviamente…era uno sfottone, ma indipendentemente da quello che succede o dalle opinioni personali la dichiarazione ufficiale c’è. Tutto il resto è supposizione.

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