SEO per Ecommerce

Un caso di recupero dai Quality Update e altre penalty Google. La rinascita di Rodiola.it

Dal mese di Febbraio di questo anno, le oscillazioni nelle serp sono state frequentissime. Se per caso ancora non dovessi saperlo, nel corso di questi ultimi mesi Google ha lanciato una serie di aggiornamenti algoritmici la cui natura reale non è specificata e che non sono mai stati annunciati o tantomeno confermati da Google.

Al centro di questi update sembra esserci il concetto di “qualità” del sito web. Qualità che, sulla carta, potrebbe essere associata al rispetto di tutte le linee guida intese dal motore di ricerca numero uno.

Se prima di procedere nella lettura di questo caso studio di successo, vuoi comprendere meglio quello che ho potuto analizzare in questi mesi, ti rimando alla lettura di due precedenti articoli che spiegano meglio il (probabile) funzionamento di questi update: il primo sul “Fred Update“, nome di fantasia assegnato nell’ambiente SEO all’update e il secondo, aggiornato, sui quality update successivi al primo.

Ti basti sapere che non c’è modo di conoscere esattamente quando Google rilascia uno di questi update. L’ultima conferma ufficiale di un update algoritmico da parte di Google è stata nel Settembre del 2016, quando fu lanciato il Penguin Real Time. Ora l’unico modo per comprendere se ci sono brusche variazioni nelle serp è quello di guardare prima di tutto ai propri dati in Google Analytics e, in seguito, cercare conferme nei “radar” dei vari tool web che monitorano le serp o in qualche blog di news SEO (di solito quello più puntuale è Barry Schwartz di Seroundtable o Glenn Gabe).

Quello che sappiamo ad oggi sui Quality Update

Gli ultimissimi update imputabili al Quality sono recenti e rintracciabili in due date di Settembre, il 19 e il 26.

Prima di entrare nel vivo nel caso studio di recupero, ecco qualche idea che mi sono fatto in questi mesi sui Quality Update.

  1. Ad esserne colpiti possono essere più soggetti i siti più giovani e con un trust inferiore;
  2. ci può sembrare una penalizzazione ma in realtà non lo è. Sembra più un “aggiustamento” delle serp in relazione delle query dell’utente. Per farti un esempio, una cosa che ho notato è la più precisa rispondenza alle query dell’utente con pagine appartenenti a siti nicchiati su quello specifico argomento tematico. Prima invece, era più frequente trovare anche pagine che in realtà non fornivano risposta concreta all’utente.
  3. I siti che ne vengono colpiti possono esserlo per differenti motivazioni. In alcuni casi potrebbe essere l’eccesso di adv, in altri casi potrebbe riguardare i contenuti e le prestazioni tecniche del sito (velocità e relativa usabilità). Il problema è che non avendo annunci ufficiali, non sappiamo più neanche se i vari Panda, Penguin e altri algoritmi siano stati integrati tutti in un unico algoritmo o se vengano ancora aggiornati separatamente. Ciò porta e porterà sempre più a confusione SEO e webmaster e la soluzione migliore sarà quella di agire a livello strutturale e non più locale. Se sai che il tuo sito ha pessimi link, contenuti mediocri o una struttura tecnica non efficace, dovrai cercare di lavorare su tutto.
  4. Non so in che misura, ma sono ormai convinto che i dati di engagement on site siano fattori diretti di ranking. Profondità della visita, bounce rate, pogo sticking, molto probabilmente agiscono già in real time nell’orientare poi l’assegnazione dei ranking.
  5. Nonostante finora si fossero esclusi i link esterni, qualche dubbio mi è venuto. Ho infatti notato che i siti che non vengono “colpiti” o tornano in vetta, hanno spesso un rapporto Trust Flow/Citation Flow (metrica di Majestic SEO) più alto.
  6. La frequenza di aggiornamento di questo update pare sia a ritmo bimestrale.
  7. L’algoritmo può avere dei falsi positivi, ed essendo sviluppato su base ingegneristica e di apprendimento, non è perfetto.

Fatte queste considerazioni, oggi ho deciso di parlarti di un caso di recupero di successo a seguito di uno di questi Quality Update. Di casi di successo in Italia e nella SEO se ne leggono pochi. Quando vedo grafici in salita senza alcun riferimento al sito, nesso logico o spiegazione della metodologia, mi rendo conto di come in questo settore ci sia ancora poca informazione, ma tanta vanità il più delle volte non giustificata.

La SEO storia di Rodiola.it

Il sito in questione è Rodiola.it, uno dei più storici ecommerce italiani attivi nel ramo dei prodotti per il benessere. Se leggi questo blog da tempo, il sito non ti sarà nuovo. È infatti il cliente col quale avevamo già raggiunto successi ragguardevoli, come la produzione di una delle infografiche più virali di sempre, che ne aveva permesso l’acquisizione di svariate centinaia di link del tutto naturali e oltre 60 mila condivisioni nei social media e oltre un milione e mezzo di accessi referral in pochi giorni.

Quando Enrico Nunziati, digital strategist della Zenobia Srl si rivolse a noi per la prima volta, la situazione del sito era piuttosto critica. Analizzandolo, notammo che lo shop online era reduce di un’azione manuale sui link in entrata e, in più, era stato successivamnte colpito anche da Panda e Penguin update.

I link erano qualcosa di abominevole. Appartenevano all’era preistorica della SEO. Ciò era giustificabile anche dal fatto che il dominio avesse una sua anzianità (lanciato nel 2000). Link da network collegati tramite IP e codice analytics, link da forum off-topic e off-language, link da domini deindicizzati e molto altro. Ovviamente, erano tutti exact money anchor text.

Qualcosa come ciò che puoi vedere nell’immagine che segue.

Anche a livello contenutistico c’erano dei problemi. Uno dei quali riguardava la parziale duplicazione dei contenuti.

Come se non bastasse, nel mese di Maggio di quest’anno, il sito era stato anche colpito da uno dei Quality Update.

Possiamo dire che è uno di quei siti che ha provato sulla sua pelle tutti i tipi di update algoritmici e penalizzazioni.

Abbiamo lavorato con Rodiola.it per diversi anni, seguendolo dapprima nella bonifica del profilo link e poi impostando una strategia di acquisizione link al sito e al blog che seguisse i dettami della Link Earning.

Per quanto oggi possa sembrare impossibile, in quegli anni non fu acquistato un solo link. La strategia prevedere la produzione di guest post ricchi e realmente informativi, scritti dallo stesso Enrico, che venivano poi inviati a blog di settore e siti in target, che realmente apprezzavano lo stesso contenuto.

Ai guest post si affiancavano le infografiche realizzate, che ottennero un ottimo successo.

Negli ultimi tempi Enrico ha deciso di proseguire il lavoro in maniera autonoma, andando anche oltre e lavorando in modo maniacale per rendere l’ecommerce Rodiola.it perfetto da tutti i punti di vista, finché, osservando l’andamento del sito su Semrush a seguito degli ultimi due Quality Update (19 e 26 Settembre), mi sorprendo nel vedere una netta crescita.

Un recupero che non soltanto è visibile rispetto ai cali precedenti, ma che, addirittura riporta il sito ai livelli di traffico più alti mai avuti, anche prima dell’inizio delle penalizzazioni di 6 anni fa.

Basti pensare che keyword che erano penalizzate e fuori dalla top 100 (“erboristeria”, “erboristeria online”) sono tornate nella Top 3 dei risultati.

Ho voluto indagare chiedendo a Enrico la metodologia che ha utilizzato e chiesto poi la sua autorizzazione a condividere le informazioni con la community SEO, sperando possa essere d’aiuto a molti, nel risolvere eventuali problemi algoritmici.

Ecco la sua dichiarazione.

Come ho recuperato il sito da varie penalizzazioni algoritmiche

“Se “campi” di ecommerce sai che la visibilità del tuo sito è la sorgente primaria dei tuoi  guadagni. Che si tratti di social network, adwords, campagne dem o remarketing è la visibilità che riesci a sviluppare che farà conoscere la tua attività.

Tra le tante possibilità di visibilità, quella organica, ovvero quella derivante direttamente dalle ricerche, è quella su cui si dovrebbe indirizzare la propria attenzione, poiché è quella che ci dà la possibilità di farci vedere, diciamo, nel “modo giusto”.

Le motivazioni sono tante ma a mio parere la principale è perchè la visibilità tramite ricerca organica è quella che può dare i maggiori volumi di visibilità a costo praticamente zero. A patto che si sappia cosa fare.

Per “Rodiola.it erboristeria online”, ci siamo da sempre concentrati su questo aspetto, pur non tralasciando gli altri, perchè va pur sempre ricordato che di sola SEO non si mangia. A meno che tu non sia un’agenzia molto sviluppata, come ad esempio lo è webinfermento.

Quindi, se hai un ecommerce, l’aspetto visibilità organica dovrebbe essere il tuo primario obiettivo.

Tra i motori di ricerca il principale attore, google, è ormai da anni che cerca di dare delle risposte di qualità. Non a caso gli ultimi filtri (chiamati impropriamente penalizzazioni) hanno avuto come obiettivo proprio il discorso qualità.

Ci siamo imbattuti spesso in questo tipo di aggiornamenti, fino dal 2011 quando è stato introdotto il primo filtro denominato panda update.  Ultimo in senso cronologico a maggio, quando anche SEMrush Sensor “ha riportato un elevato livello di volatilità tra i risultati della ricerca di Google”.

Allora abbiamo preso una nostra decisione, drastica e forse insensata. Ma che sta dando i suoi frutti.

Vuoi sapere come sopravvivere agli aggiornamenti di google? Ignorali. Ma per far questo e non trovarti presto disoccupato devi avere un minimo di consapevolezza del significato di “qualità secondo google”. Noi ci siamo fatti una nostra idea ed abbiamo agito come adesso ti racconto.

Migliorare l’esperienza utente

Il primo aspetto che abbiamo preso in considerazione è stato quello di migliorare l’esperienza utente, anche e soprattutto lato mobile. Abbiamo lavorato sul template originale adeguandolo al mobile. Il risultato non è perfetto ma considerando che stiamo parlando di un sito ecommerce – e non di un “semplice” blog – il risultato ottenuto non è male.

Il secondo aspetto è stato quello di migliorare la velocità di caricamento, agendo direttamente sui css e sul peso totale delle immagini, in particolare grazie alla compressione jpg che Gimp riesce a dare con il plug-in “save for web” che funziona decisamente meglio delle tante proposte online ed è free.

Migliorare i contenuti del sito

Abbiamo inoltre eliminato pagine obsolete, prodotti non più presenti sul sito, reindirizzandoli alla categoria superiore del prodotto, ad un prodotto simile o direttamente alla home page. In alcuni casi abbiamo fatto il redirect su un argomento simile presente sul nostro blog interno.

Chiaramente il concetto di qualità per google non è solo una questione tecnologica, dal momento che google fornisce in risposta alle nostre richieste di contenuti, è il contenuto che deve essere l’oggetto su cui lavorare principalmente.

Infatti, abbiamo lavorato molto sul blog, aggiornando le pagine che ci interessavano, che avevano potenzialità e che potevano fornire una perfetta landing page per il nostro lavoro, che è e rimane la vendita di prodotti per la salute e la bellezza.

Per fare questo tramite analytics abbiamo verificato tutte le pagine con scarso traffico e che come data di pubblicazione fossero antecedenti al 2012. Da  analytics abbiamo verificato in >comportamento, poi selezionato >tutte le pagine e da qui nella >dimensione secondaria abbiamo selezionato in >acquisizione di poter vedere il traffico suddiviso per >sorgente/mezzo – che ci permette di verificare il traffico che ogni pagina fa in modo diversificato per tipo di sorgente (ad esempio google) e per tipo di mezzo (organic, cpc, etc;)

Da qui poi abbiamo verificato ogni pagina con scarso traffico (meno di 5 accessi organici al giorno), che rispondesse a dei criteri di potenzialità (volume di ricerca per la key o keyphrase >800) e che trattasse un argomento direttamente potenzialmente convertibile in vendita.

Questo in sostanza è quello che abbiamo fatto dallo scorso maggio e come potete vedere anche da Semrush il risultato si vede.

Il tipo di lavoro eseguito è praticamente a costo zero e, almeno nella parte analisi dei contenuti del sito,  non richiede grandi conoscenze tecniche.

Se quello con google sia un vero amore e duraturo non lo sappiamo (ce lo dirà il tempo) quello che per adesso possiamo affermare è che un lavoro orientato alla qualità e all’esperienza di navigazione lato utente prima o poi darà i suoi frutti. ”

Enrico Nunziati

Ad Enrico vanno i miei personali complimenti, perché pur non essendo un “SEO” in senso stresso, si è rivelato molto competente ed è riuscito a fiutare la giusta strategia. Credo sia uno dei migliori ecommerce italiani che, pur essendo di piccole dimensioni, ha all’attivo una digital e content strategy da far invidia pure ai colossi.

Ciò che è stato fatto per questo sito a mio avviso andrebbe fatto per tutti i siti attualmente soggetti a cali algoritmici.

Se l’esperienza utente non è ottimale (es. velocità di caricamento), se ci sono pagine che non producono traffico, thin content, pagine duplicate, pagine molto simili tra loro, ecc. è necessario agire su tutta la struttura del sito.

Il sito web è come un albero e se non viene potato di tanto in tanto, si trasforma presto in foresta infestata.

La potatura rende i rami più resistenti e riduce il rischio di appesantire una struttura che alla lunga può diventare marcia.

Hai subito cali anomali nel tuo sito?

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Professionista SEO, da sedici anni, progetta strategie digitali orientate allo sviluppo di visibilità online. Come SEO ha lavorato in prima persona a differenti progetti complessi in settori ad elevata competizione, costruendo da zero progetti da oltre 20 mila visitatori giornalieri.

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5 risposte a “Un caso di recupero dai Quality Update e altre penalty Google. La rinascita di Rodiola.it”

  1. Sermatica ha detto:

    Ciao ottimo lavoro, sarebbe interessante sapere anche il rapporto costo in intervento rapportato ai benefici.

    • Rodiola Erboristeria ha detto:

      Ciao Sermatica.
      Il costo dell’intervento è stato sostanzialmente quello di ricerca dei contenuti da sostituire e quello di produzione di nuovo materiale da pubblicare. Dal momento che non è intervenuta alcuna agenzia esterna, come è spiegato anche nell’articolo, non c’è stato alcun costo ulteriore.

      I benefici sono quelli che puoi vedere anche tu con l’ausilio di semrush.

  2. Ilario Gobbi ha detto:

    Davvero un bel lavoro di recupero, che ha centrato i problemi a monte di user experience, contenutistica e rilevanza offpage prima di tutto per migliorare il portale, e poi per riportarlo a una situazione encomiabile.
    Alla fine, se ti concentri solo sull’aggiornamento X e Y diventi pazzo nel cercare di capire il cambiamento del giorno e comunque non ci riesci, mentre se pensi a tutto il portale e a come fare contenti i tuoi visitatori ti metti al sicuro da tante brutte sorprese che colpiscono chi ha la visione miope.

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