Ricerche

Reaction e sentimenti Facebook: uno studio mostra il coinvolgimento che possono scatenare

Se dovessimo paragonare Facebook di 10 anni fa e Facebook di oggi ci renderemmo conto che nulla può esser paragonato, se non la logica di collegamento di amicizia e la condivisione dei post sulla bacheca. Nel corso degli anni lo sforzo del canale è stato sempre più orientato nel cercare di rendere la piattaforma conforme a quelle che erano le esigenze degli utenti, ascoltando e confrontandosi con essi, ma anche e soprattutto “spiando” quelli che sono gli atteggiamenti che gli utenti reiterano e usano continuamente, per migliorarli e renderli sempre più performanti.

Recentemente sono state introdotte reaction e sentimenti nei post, azioni che permettono effettivamente di esprimere il contenuto non solo a parole o a “mi piace”, ma anche visivamente con “wow, sigh, love” o sentimenti reali. Sappiamo sui social quanto sia importante esprimere le emozioni per far capire realmente gli stati d’animo ai propri contatti, quelli più vicini, ma il dato che forniamo sulle nostre emozioni è diventato oggetto di analisi di una ricerca, proprio di Facebook.

Fornire agli utenti nuove opzioni di espressione, permette analiticamente di ottenere nuove e più precise informazioni sugli umori degli utenti in un particolare periodo, e permette anche di studiare come le persone reagiscono nei confronti di tali umori in termini di like, commenti e condivisioni.

Sono stati presi in esame 14 milioni di messaggi “emozionali”, quelli cioè che includevano all’interno un emoticon di sentimento e altri 18 milioni di messaggi chiamiamoli “senza emozioni”, cioè quei messaggi classici, fatti di solo testo.

I dati sono stati estrapolati dai ricercatori ed analizzati. Sono emersi più di 200 sentimenti sia positivi che negativi, classificati in categorie:

  • sentimenti di autostima, quelli che rappresenterebbero lo stato d’animo ad esempio “mi sento realizzato”, “mi sento orgoglioso”, “mi sento stupito”, escludendo sentimenti più fisici come “mi sento fortunato”, stupido, furioso o riposato;
  • sentimenti neutrali o ambigui come sentirsi stanco, strano, affamato.
    Questa classificazione ha portato ad escludere circa l’11% dei sentimenti ed è emerso, in fase iniziale, che circa 1/3 dei sentimenti analizzati rientrano tra quelli negativi.

 

Livelli di engagement

Dopo la classificazione è stato preso in esame il livello di engagement che ogni post ha prodotto, ovviamente in base al sentimento. L’elemento interessante è stato che i messaggi con sentimenti positivi (come sentirsi euforico) ottengono il 58% in più di mi piace, mentre i messaggi con sentimenti motivazionali come “sentirsi forte” riescono ad ottenere un numero di like del 71% in più! Incredibile no?

Differentemente accade che su post con emoticon negative, di disagio o di tristezza, i like lasciano spazio a un maggior numero di commenti. Post con emoticon negative ottengono, infatti, il 36% in più di commenti, come anche i post di sentimento personale negativo (come sentirsi solo) che fa balzare i commenti al 72% in più.

sentimenti_facebook_post

Sempre sui commenti negativi, corredati con il sentimento, pare che il risultato del maggior numero di commenti sia derivato dalla voglia di dare sostegno e supporto (144% in più) e se il sentimento tocca la persona (personalmente, mi sento solo) il coinvolgimento degli utenti sale al 160%.

In più è emerso che nei post con sentimenti negativi, anche i commenti assumono del “sentimento negativo”. Infatti un’analisi semantica del contenuto dei commenti su un post “triste”, ha mostrato come lo sdegno tra i contatti non ha le note di incoraggiamento o di positività, ma mantiene il livello di status negativo, ma più che altro per appoggiare il dissenso. Spesso si utilizzano frasi come “mi dispiace veramente”, “spero non sia nulla di grave”, il che motiva il tono negativo che coinvolge la conversazione.

lunghezza_commenti

Altra informazione interessante emersa è che la lunghezza dei commenti sui post con sentimenti negativi aumenta rispetto ad altri commenti su post negativi senza emozioni, arrivando a toccare il 21-51% di lunghezza in più.

I sentimenti con maggiori feedback

Tra tutti i sentimenti analizzati, dunque, quelli negativi sembrano esser quelli ad un elevato tasso di engagement. Ma ci sono status che portano con sé un maggior numero di interazioni.

Lo status più negativo (sentirsi distrutto) è quello che riesce complessivamente ad ottenere un livello elevato di commenti, con le caratteristiche che abbiamo elencato nel precedente paragrafo (lunghezza del commento e sensazione negativa del messaggio di risposta), mentre il sentimento di “sentirsi nervoso” è essenzialmente ambiguo in quanto l’emozione potrebbe esser legata a eventi positivi (ad esempio inizio di un nuovo lavoro, o matrimonio), dunque ottiene un maggior numero di like.

Facebook_differenze

L’idea di utilizzare le emoticon nei propri messaggi, non è del tutto sbagliata. La comunicazione senza faccine, per quanto possa esser efficace, potrebbe non raggiungere mai la sfera emozionale di chi la legge, semplicemente perché è difficile interpretare le espressioni visive facciali. L’uso delle emoticon, in un certo senso, arricchisce e rende il messaggio molto più “umano” ed espressivo. Questa potrebbe esser una delle motivazioni alla base del miglior successo dei post con sentimento.

Ma dall’altro lato lo studio su questa ricerca può esser un nuovo spunto per Facebook per riuscire a fornire agli inserzionisti nuovi modi di proporre contenuti mirati sui sentimenti. Pensate ad esempio ad una persona in ansia che si vede nella bacheca la sponsorizzazione di una camomilla, sarebbe molto più performante dal punto di vista commerciale.

In più con l’introduzione delle reaction nei post, come alternative al classico “mi piace”, associate ai sentimenti negativi potrebbe diventare un parametro di giudizio della bontà del post. Un numero elevato di reazioni negative potrebbe penalizzare, ad esempio, la visibilità di un post perché inserendo solo la “reazione negativa” si eviterebbe di commentare, decretando così una diminuzione della discussione e una riduzione ovvia delle opinioni argomentate in un post.

Staremo a vedere le evoluzioni di questo nuovo progetto Facebook. Noi intanto sperimentiamo! 🙂

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