Perche’ diventa necessario spostare piu’ budget sui Social Media
In realtà il titolo di questo post voleva essere “perché per le aziende diventa necessario prestare sempre più attenzione e di conseguenza aumentare gli investimenti pubblicitari nel social media marketing”, ma il titolo mi impone una certa brevità.
Ogni tanto mi fermo a riflettere su come sia cambiato lo scenario italiano della comunicazione social negli ultimi 5 anni: nel 2008 l’Italia era praticamente all’oscuro su cosa fosse il concetto di social web; i primi investimenti da parte di grandi brand iniziarono tra la fine di quell’anno e l’inizio del successivo, ma in realtà il vero “boom” italiano (se così vogliamo chiamarlo) di aziende grandi e piccole che hanno avviato (nel bene e nel male) una presenza su uno o più canali social e del moltiplicarsi di esperti di social media è di appena due anni fa, o forse dell’ultimo anno.
Quello che però sta cambiando nel corso degli anni è l’importanza da assegnare al Social Media Marketing nell’ambito non più soltanto della strategia web, ma nell’intero processo strategico di un’azienda. I motivi a mio avviso sono due:
- un utente/consumatore italiano sempre più dinamico, iscritto a più di un social e che impara a saper utilizzare gli strumenti che il singolo social offre;
- un reale ritorno misurabile riscontrabile da quelle aziende che investono nei social (in termini di aumento vendite o posizionamento del brand).
Ricordo che qualche anno fa una delle affermazioni più diffuse che contraddistingueva l’approccio al Social Web era che questo costasse poco (o comunque meno rispetto agli altri canali di advertising) ed era di semplice utilizzo. Certo, forse è ancora vero, ma forse solo se si è all’inizio dell’avvio di una strategia social e forse solo se si è una sconosciuta PMI.
Chiaramente lo scenario sta un po’ cambiando, soprattutto negli ultimi due anni, perché se l’azienda riesce a sfruttare per bene la conversazione con gli utenti, a ideare contenuti coinvolgenti e massimizzare l’esposizione degli stessi sfruttando le logiche virali proprie dei social, sono certo che il valore generato da quella metrica chiamata engagement prima o poi si ripercuote sulle vendite.
Fonte immagini dalla ricerca: How Social Media Drives Your Customers’ Purchasing Decisions
Noto inoltre dei trend che, grazie ai social, si stanno attivando per aziende attive già da un po’ di tempo:
Indice dei contenuti
Chi gestisce brand più o meno grossi ne è a conoscenza. I messaggi privati di utenti alla ricerca di informazioni che chiedono nella pagina facebook o su twitter, anziché chiamare al call center (offline) sono giornalmente tantissimi. Di conseguenza una sola persona dedicata alla gestione di questa mole di informazioni e risposte possa non più essere sufficiente. E sui social si sa, serve velocità nella risposta, cortesia, empatia e soddisfazione dell’utente.
2. Al crescere del valore del brand occorre monitorare sempre meglio
Una conversazione di valore genera altro engagement e permette ad un brand di estendere le proprie pr al di là dei canali social, venendo ad esempio citato da blog o testate online. Questo ci obbligherà sempre più a monitorare la rete, per evitare anche di incorrere in problemi come quello dell’immagine qui sotto (sebbene puzzi un po’ di Negative Social Media Marketing da parte di qualche competitor) e sappiamo tutti benissimo quanto costi l’utilizzo di piattaforme di social media monitoring.
Negative Social Media Marketing o caso reale di utente insoddisfatto per British Airways?
3. Sempre più canali di Web Marketing si stanno integrando (bene) con i Social Media
Ad esempio, con i social media puoi far beneficiare il posizionamento SEO di un sito perché questi permettono di far scoprire dei contenuti a più utenti (tradotto come traffico e potenziali futuri links), aiutano le campagne di digital pr, diffondendo recensioni scritte da blog autorevoli. E’ possibile diffondere sui social offerte ricevuta via email ed esistono già da un paio d’anni persino i social banner.
Esempio di social banner di Morellato
Pensiamo ad esempio a Facebook, che qui da noi è ancora il social più utilizzato dai brand. A causa dei suoi algoritmi (e dell’aumento costante di connessioni dei singoli utenti con oggetti ed entità) creare contenuti coinvolgenti e di qualità può non più essere sufficiente e sei obbligato ad investire negli annunci a pagamento per massimizzare la portata dei tuoi messaggi. Questa è un’altra voce da inserire in bilancio.
Conclusioni.
Fare social media marketing richiede sì lo sviluppo di competenze, perché è un’attività delicata che a seconda della grandezza del brand, può obbligare un’azienda a dotarsi anche di un intero team dedicato. I risultati però, stando anche alle dichiarazioni dei nostri clienti, si vedono, nel senso non di mero engagement, ma di aumento di richieste di informazioni che si tramutano poi in vendite, di aumento di acquisizione nuovi clienti e di fidelizzazione di quelli già esistenti, solo per citarne alcuni.
Tutto ciò a patto che chi decida di investirci lo faccia non più pensando che “ci vado perché ci sono tutti” o come un’attività opzionale “da provare”. Una volta che sei dentro, se ti muovi bene, vedrai che avrai sempre più voglia di continuare e forse sarà anche il caso di ripensare ad una migliore collocazione del budget nelle diverse voci del bilancio dedicate all’advertising. 🙂
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