SEO

Come prepararsi al Mobile-first Indexing

Qualche giorno fa Google ha annunciato il graduale rollout del Mobile-first indexing.
Se ne è iniziato a parlare oltre un anno fa, quando Google aveva annunciato che la nuova modalità di indicizzazione era in test, ma ora sembra finalmente prendere piede su scala globale.
Cosa si intende per Mobile-first Indexing?

Sostanzialmente cambierà il modo in cui, il più importante motore di ricerca, indicizza e attribuisce il ranking alle pagine del tuo sito. Finora la scoperta e l’ordinamento dei risultati di ricerca in serp avveniva sulla base dell’analisi delle pagine lato desktop, crawlate per mezzo del bot desktop di Google e anche l’attribuzione del ranking avveniva sulla base della versione desktop delle pagine del sito.
Ora invece, cambierà la scoperta e il posizionamento delle pagine, utilizzando la versione mobile delle pagine.

I perché del cambiamento.

Come ormai saprai, da circa due anni il traffico internet globale mobile ha superato quello desktop; ci sono moltissimi siti, soprattutto di news, che registrano tuttora accessi degli utenti in larga percentuale da mobile e, in misura sempre decrescente, da desktop.

Quello qui sotto è il grafico analytics di un sito web nato negli ultimi mesi. Come puoi vedere, siamo quasi attorno al 70% di uso da mobile.

È dunque lecito che Google, che comunque lavora sempre sul suo prodotto, la Search, al fine di garantirsi il primato tra i motori di ricerca e dare sempre all’utente un servizio impeccabile, abbia deciso di switchare la modalità con cui indicizza e ordina i suoi risultati.

Cosa cambia con il Mobile-First Index

Fermo restando che oggi, quando si sviluppa il sito web, una landing page o un qualsiasi contenuto visuale, bisognerebbe tener sempre bene a mente il concetto di “mobile-first” (ovvero, progetta prima pensando alla versione mobile e poi adattando a quest’ultima le altre, e non viceversa), i siti che potrebbero maggiormente essere interessati da questo “cambio di paradigma” nell’indexing, sono quelli che utilizzano una versione separata per le loro controparti mobili. Parliamo dunque, degli “m-site” o mobile site con separate url.

Come sai per ottimizzare un sito per il Mobile disponi di 3 opzioni (qui puoi leggere la mia guida al Mobile SEO)

  1. responsive website (stesso codice, stesse url, css che adatta il rendering della pagina alle condizioni di risoluzione dello schermo);
  2. dynamic serving (stesse url, più template html&css che si adattano alla richiesta del device). Questa potrebbe essere una soluzione che nello switch al mobile-first indexing potrebbe aiutare, in quanto vi è la possibilità di personalizzare i template che si adattano alla richiesta dello user-agent, lavorando anche per ridurre il peso di css e script che lato mobile è inutile avere;
  3. sito separato (url differenti, contenuti differenti, link esterni differenti).

Se hai un sito responsive o che implementa il dynamic serving, non dovresti avere problemi. Tuttavia ti consiglio comunque di prepararti effettuando il mobile-friendly test di Google  e di correggere eventuali problemi che potrebbero limitare il crawling di Googlebot per smartphone.

Se invece il tuo sito usa un m.site per presentare i contenuti agli utenti che navigano da smartphone, allora dovresti subito verificare che tutte le implementazioni del caso siano state fatte in modo corretto.

Quelle più importanti da implementare per consolidare i due indici e far comprendere a Google che si tratta dello stesso sito (seppur tecnicamente sono due), sono le annotazioni nel codice che devono permettere di segnalare nella pagina desktop la versione mobile, inserendo:

<link rel=”alternate” media=”only screen and (max-width: 640px)”
 href=”https://m.example.com/page-1″>

e, al tempo stesso, di segnalare, nella rispettiva pagina mobile, il legame con quella desktop, mediante il rel “canonical”.

<link rel=”canonical” href=”https://www.example.com/page-1″>

Occhio al fatto che le annotazioni vanno inserite SOLO nell’html della pagina o nella sitemap.

Questa è “la base” delle implementazioni che un sito con versione separata per il mobile dovrebbe rispettare. Ciò che conviene fare in questi casi è un crawl avanzato sia del sito desktop sia di quello mobile e verificare che tutto sia funzionante. Alcuni campanelli di allarme potrebbero essere:

  • redirect di versione assenti o non configurati: se richiedo una pagina mobile mentre navigo da desktop, perché magari un amico su Facebook ha condiviso una m.url sulla sua bacheca e io ci ho cliccato, il server deve essere in grado di redirezionarmi sulla sua corretta versione desktop e non continuare a farmi navigare sulla versione mobile. E viceversa.
  • Evita popup e reindirizzamenti e overlay fastidiosi per l’utente. Soprattutto se si utilizza un m.site, la soluzione ideale è di ridurre al minimo popup, immagini e script e richieste di file che, oltre ad appesantire la pagina, darebbero una pessima esperienza di navigazione all’utente
  • Gestione canonicalizzazione. Assicurati che le annotazioni rel canonical tra sito desktop e mobile siano corrette. Occhio, ad esempio, alla gestione dei canonical nei paginati di contenuti. Se nella versione desktop, oltre ad esserci le annotazioni rel=prev,next, deve esserci il rel canonical autoreferenziale, nella corrispondente versione mobile il rel canonical deve puntare alla sua versione desktop.
  • Velocità. Chi ha un sito separato non ha più scuse. Può lavorare direttamente e principalmente sulla versione mobile, ora più che mai, per garantire all’utente (e al bot) una esperienza di navigazione anche migliore rispetto a quella desktop.
  • Link Building: nonostante normalmente si linki alla versione desktop e tramite le annotazioni utili al consolidamento (rel alternate e rel canonical) parte del pagerank arriva anche alla versione mobile, ora sarà preferibile lavorare nell’acquisire link alla versione mobile, dato che anche nell’attribuzione del ranking, si guarderanno i segnali acquisiti da queste pagine.

Come sapere se il proprio sito è passato a Mobile-First Indexing.

Google ha dichiarato che alcuni siti hanno già switchato a Mobile-first indexing. Nonostante questo, il rollout è ancora in corso e probabilmente, entro i primi mesi del 2018, tutti i siti web avranno avuto lo switch.

L’unico modo per controllare se il proprio sito è già in Mobile-first indexing è quello di fare un’analisi dei log, scaricando i log del server di almeno gli ultimi 30 giorni, in modo da comparare gli accessi provenienti da googlebot (desktop) e googlebot smartphone.

I due differenti bot li riconoscerai in quanto nei tuoi log troverai, alla voce user-agent (insieme a tutte le hit di altri user-agent e browser) le due stringhe indicate qui sotto.

Il consiglio è poi quello di utilizzare un tool, come Screaming Frog Log Analyzer, che permette di raffrontare gli hit degli user agent per singolo giorno (a seconda di quanti file tu caricherai) e, nel momento in cui lo switch sarà avvenuto, dovresti vedere la linea del googlebot smartphone superare quella del bot desktop.

Non ti resta che attendere e prepararti a questa piccola (grande) evoluzione.

Professionista SEO, da sedici anni, progetta strategie digitali orientate allo sviluppo di visibilità online. Come SEO ha lavorato in prima persona a differenti progetti complessi in settori ad elevata competizione, costruendo da zero progetti da oltre 20 mila visitatori giornalieri.

Guarda tutti i post di

Vuoi dire la tua?

4 risposte a “Come prepararsi al Mobile-first Indexing”

  1. Sermatica ha detto:

    Ciao Dario
    come hai fatto a vedere i log? Awstat in Cpanel mi mette Google e Google Image.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.