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Come misurare (realmente) l’influenza di un blog

I blogger sono i nuovi opinionisti del nuovo millennio. Persone in grado di esprimere pareri su prodotti e servizi che potrebbero influenzare future decisioni d’acquisto e di consumo di utenti/clienti o anche, perché no, portare diversi utenti alla scoperta di un nuovo prodotto, servizio, evento o una nuova azienda.

I blog sono anche utili lato SEO per acquisire link in entrata autorevoli frutto, della pubblicazione di un contenuto, ad esempio un post o la citazione di un articolo scritto sul nostro blog.

La domanda che però spesso attanaglia molti è questa: “come fare ad individuare quali sono i blog più influenti e sui quali vale la pena investire?”

Vanno individuate certamente delle metriche. Non vi nascondo che vediamo spesso progetti, anche molto importanti e con brand corporate, di coinvolgimento di blogger che vengono scelti sulla base della loro influenza nei social, in ottica più di personal branding che altro. Questi vengono scelti perché sono molto attivi su uno o più social e hanno un affollato seguito di utenti.

Reputo tuttavia errata o meglio, non proprio proficua, questa strategia, se intendiamo attivare una campagna di “influencer marketing”, per un semplice motivo: l’attenzione dovrebbe essere posta più sull’autorevolezza del sito/blog dell’autore che sul suo “brand personale”.
Questo perché un post scritto da un autore che magari non ha 1 milione di followers su Twitter ma ha un blog con un alto trust, pagerank, traffico e pageviews sul blog, potrà influenzare molto più e nel lungo periodo di una twitstar che fa un live tweet durante un evento. Il post scritto sul blog autorevole potrà infatti godere di un posizionamento ottimale per la chiave di ricerca legata al brand, al prodotto, al servizio ecc. il live tweet, facebook livestream o altro, non godrà invece di visibilità nel lungo periodo.

Se un utente, a distanza di un anno del lancio di un prodotto o di un evento, cercherà il nome del prodotto su Google perché interessato a saperne di più, potrà trovare il post scritto sul blog autorevole e del settore e magari leggerne recensioni e commenti degli utenti al post. Sui social, la stessa ricerca delle informazioni non sarà invece così semplice perché se ne perderà traccia molto presto. La visibilità sui social è temporale e il ritorno dell’investimento è, appunto temporale. Il ROI che può generare invece un blog è di lungo periodo.

Detto ciò, a quali metriche dobbiamo guardare quando esaminiamo un blog?

Comprendere se un blog è davvero influente potrà servirvi per commisurare le richieste economiche del blogger al reale valore del loro sito. Questo perché se dovrete spendere 100 o 1.000€ per una recensione, un post con link, un racconto di viaggio o altro su un blog settoriale, dovrete cercate di ottenere il tanto importante ritorno dell’investimento.

Questi sono solitamente alcuni dei fattori a cui guardo quando esamino un blog per valutare se la proposta economica che mi viene fatta è rapportata al valore del blog e dalla convenienza ad avere un articolo su quel blog.

Traffico organico

è una delle metriche più importanti. Se un blog fa poco traffico organico è sintomo anche di scarsa influenza, storicità del dominio, cattiva ottimizzazione seo, scarsità di link autorevoli e a tema in entrata, ecc.. Di conseguenza bisognerà sapere che poi un post indicizzato difficilmente si posizionerà per la nostra chiave di interesse e nel lungo periodo, ad esempio una query come “nome prodotto/brand recensione”.
Mi è capitato più volte di analizzare blog che mi inviavano il loro “listino prezzi” millantando di fare mezzo milione di visite al mese, addirittura possedendo un blog su domini di terzo livello come blogspot. Uno strumento gratuito di stima del traffico come Semrush vi permetterà di smentirli al volo.

traffico

Metriche SEO

Per metriche SEO intendo il classico numerino del pagerank, domain authority e moz trust di Moz e Citation Flow e TrustFlow di Majestic SEO. Questi possono darvi un’indicazione di massima dell’autorità di un blog ma vanno presi con le pinze e il perché lo vedremo nel prossimo punto. Date un’occhiata anche al fatto che gli autori dei post abbiano la Google Authorship attivata.

Quantità e qualità dei commenti sui post

Non è detto che un blog che vi mostra un 5 di pagerank nella barretta verde di Google sia autorevole. Il pagerank è possibile manometterlo se ad esempio quel blog è collegato mediante network, ad altri siti.
Potrebbe essere anche soggetto ad una penalizzazione algoritmica come Penguin o ad una manuale e in quel caso produrrà così poco traffico dall’organico che sarà difficile che l’articolo che verrà scritto sul vostro prodotto o servizio abbia in seguito un ottimo posizionamento.
Un blog NON-influente lo riconoscerete subito anche dall’assenza di commenti ai post! La domanda che ogni manager e consulente dovrebbe farsi è: “cosa me ne faccio di un articolo che non ha generato pareri, positivi, negativi o neutrali?”.

Ci sono ad esempio mercati, come quello del travel, del food o del fashion che pur non generando molto traffico organico, arrivano a produrre fino a centinaia di commenti quando parlano di qualcosa. Quando ad esempio in un travel blog i commentatori ammettono di aver scoperto una destinazione ricettiva, di essere rimasti entusiasti e di aver sognato ad occhi aperti leggendo il post e che nella prossima vacanza sceglieranno la destinazione raccontata nel post, li stiamo già convertendo e ci troviamo di fronte ad un’attività di influencer marketing che converte.

Account sociali collegati al blog ed engagement

Altra cosa a cui guardo è la presenza sociale. Un blog affermato cura anche la sua presenza sociale, perché in grado di riconoscerne i benefici del veicolare traffico al blog e fare da cassa di risonanza ai propri articoli.
Solitamente scanso quasi subito quei blog che mostrano account facebook o twitter con migliaia di fans e followers e nessuna interazione ai post condivisi. Sarà il segno che c’è qualcosa che non va. Vi accorgerete anche che, spesso, i blog privi di commenti ai post saranno anche privi di interazioni ai link dei post condivisi nei loro account sociali.

Presenza di pubblicità sul sito

Se dovete investire ad esempio nell’acquisto di uno spazio pubblicitario, esempio un banner, dovrete farlo anche qui, in termini di convenienza! Oltre ad analizzare tutte le metriche citate sopra, dovrete vedere anche quanta pubblicità c’è già sul sito, in termini di banner e in termini di post sponsorizzati. Una cosa che ho notato è che i blog con troppe markette (intese come post sponsorizzati) perdono nel tempo il loro seguito, di conseguenza verranno meno commenti ai post, interazioni sociali, ecc.

Mentre se dovete acquistare uno spazio pubblicitario nelle sidebar dovrete essere consapevoli che l’attenzione degli utenti sul sito verrà ripartita tra tutti i banner presenti e di conseguenza dovete valutare bene la convenienza di avere un vostro banner in quello spazio.

Design del sito

Se capitate su di un blog con un tema grafico orrendo, con uno o più popup che partono in automatico e pagine che fanno reindirizzamenti dubbi…e sono pieni zeppi di annunci adwords all’interno del corpo dei post, cliccate subito sul tasto X del browser 😀

Professionista SEO, da sedici anni, progetta strategie digitali orientate allo sviluppo di visibilità online. Come SEO ha lavorato in prima persona a differenti progetti complessi in settori ad elevata competizione, costruendo da zero progetti da oltre 20 mila visitatori giornalieri.

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17 risposte a “Come misurare (realmente) l’influenza di un blog”

  1. Ho visto che con Semrush non è possibile valutare un sito di terzo livello. Come faccio a conoscere il traffico di questo tipo di domini? Grazie

  2. Carmela Pelaia ha detto:

    reputo questo articolo il migliore nel suo genere (p.s. non sapevo che il pagerank si potesse manomettere), le indicazioni sono utilissime anche per chi è dall’altra parte della barricata, cioè i blogger, grazie

  3. Appartamento67 ha detto:

    Esiste un servizio simile a Semrush ma gratuito? Dopo qualche prova non riesco più ad usarlo sena iscrizione e pagamento…

  4. federchicca ha detto:

    Non sono del tutto d’accordo, soprattutto se valutiamo quanto e come i brand e le aziende più autorevoli si stanno muovendo sui social, o come li hai chiamati tu sul live. Tantissime aziende non chiedono ne vogliono post sui blog, ma live e tweet di influencer.

    Sono d’accordo sul fatto che non è un blogger con un milione di follower su twitter che deve essere scelto a priori, ma non è nemmeno uno che sui social è una mezza frana. Non punterei tutto sul blog quindi, ma decisamente più sul blogger oggigiorno. Anche perché, e qui finisco, se sei uno che ha un milione di follower e il tuo blog non è degno di nota forse hai sbagliato obiettivo o c’è qualcosa che “non va” tra i tuoi follower. Se al contrario hai un buon blog, ben posizionato, con commenti, bella grafica e tutto il resto… è davvero poco probabile che tu abbia dei social che fanno pietà.

    • Dario Ciracì ha detto:

      Ciao, in parte sono d’accordo con te, l’ideale è avere una presenza social efficace (E quindi un seguito di rispetto e una buona interazione) e un blog reale autorevole. Solitamente chi è realmente influente, ha entrambi i fattori a proprio favore. Però considera che valutando solo l’influenza del blogger solo per la sua attività nei social il ritorno dell’investimento, oltre a non essere misurabile, non produrrebbe nulla.

      Questa dei blogger ricercati per gli eventi è solo una moda diffusasi che presto finirà quando ci si renderà conto che il valore prodotto (in termini economici) dal buzz -temporaneo- dei blogger non produce nulla.

  5. Andrea Pernici ha detto:

    Occhio a Semrush…spesso tende a sovrastimare.
    Se i dati sono alti verificare le query per cui viene stimato il traffico.
    Alcune sono fuorvianti nel calcolo dei volumi.

    • Dario Ciracì ha detto:

      sovrastima leggera ma comunque affidabile, tipo che se realmente ne fai 1200 te ne segna 1600. Ne uso anche un altro che permette anche di fare comparazioni tra più siti.

      • Andrea Pernici ha detto:

        Non tanto leggera in realtà.
        In questo tipo di analisi vanno valutate anche le query che stima altrimenti si prendono delle cantonate mostruose 🙂
        Guarda ad esempio il mio sito personale…giusto per fare un esperimento.

        • Dario Ciracì ha detto:

          io l’ho provato su webinfermento e funziona piuttosto bene eh 🙂 Poi per comparare uno o più siti ne uso un altro anche migliore, ma me lo tengo come plus 😉

          • Andrea Pernici ha detto:

            Non ho detto che non funziona, ma che bisogna analizzare in profondità il risultato per evitare di prendere cantonate.
            Hai provato a vedere il mio sito?

          • Dario Ciracì ha detto:

            andreapernici.com? Non mi dà la stima del traffico, probabilmente perché non riporta info al di sotto di una certa soglia.

            Comunque se hai letto il post, vado più in profondità alla sola stima del traffico 🙂 Quando analizzo un blog una cosa a cui guardo è anche, il posizionamento delle chiavi nei titoli dei post, perché da li capisco se è effettivamente un sito rilevante o meno.

            Per dirtela tutto, vedo anche se è soggetto a penalizzazioni, sbalzi di traffico improvvisi, lo passo su weyback machine, ne analizzo il profilo links (vedendo anche quanti link esterni ci sono, e il loro rapporto a quelli interni, perché da lì capisci se fanno troppe markette) , ecc. non ho scritto tutto altrimenti veniva fuori un post troppo seo 🙂

            Penso che se si attivano campagne di sensibilizzazione con coinvolgimento di blogger per promuovere un prodotto o un evento, oltre alle metriche sociali vada valutato anche il trust del dominio, in funzione di un posizionamento che servirà dopo a influenzare gli acquisti o decisioni di acquisto di utenti.

          • Andrea Pernici ha detto:

            Come non ti da info sul traffico.

            A me da webinfermento.it 1,165
            Mentre andreapernici.com 37,475

            Dubito che sia al di sotto di una certa soglia 🙂
            Ma in ogni caso è sbagliato.

            Comunque quello che devi analizzare su Semrush è il tipo di query per cui stima il traffico perché alcune anche se stimate ad alto traffico producono 0 in realtà.

  6. Pietro Calafiore ha detto:

    Penso che la cosa più importante sia valutare l’impatto sugli utenti: più utenti commentano in maniera costruttiva, più il sito diventa luogo autorevole dove iniziare un dibattito interessante.

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