Marketer VS Creativi: quale comunicazione?
Il content marketing è un tesoro. Sono anni che analizziamo tutti gli aspetti ed opportunità di questo grande approccio strategico, ed anno dopo anno si ottiene conferma di quanto, sfruttare un approccio di marketing meno invasivo e più naturale, sia l’unica strada percorribile . Oggi più che mai, inoltre, i marketer di quasi tutte le più grandi aziende sono consapevoli che attraverso l’utilizzo dei contenuti si può raccogliere una migliore, ma anche maggiore, attenzione del pubblico.
Ovviamente un approccio ben studiato è quello che porta i maggiori frutti, e il concetto di qualità del contenuto passa proprio dallo studio mirato dell’audience e del suo interesse. Il passaggio poi dall’ideazione del contenuto, alla sua realizzazione creativa – parliamo di tutto il processo di nascita del contenuto – passa dal determinante confronto prima tra piani alti e reparto marketing, i quali hanno lo scopo di ideare e pensare il contenuto, nonché mettere a disposizione le risorse economiche necessarie per attuarlo, e poi con il reparto creativo che in sostanza diventa il “manovale” della situazione.
Ma come sono i rapporti comunicativi tra entrambi i reparti? Qual è il livello di soddisfazione che i manager di ogni reparto coinvolto nella creazione di contenuti ha?
Visually, leader nella realizzazione di prodotti grafici per il web, ha pensato di analizzare proprio questi aspetti per cercare ci capire quanto di quello previsto in fase iniziale di pianificazione, alla fine di tutto il processo realizzativo, generi soddisfazione nel risultato.
Le parti a confronto/scontro sono i marketer e i creativi che, tramite suvey (800 persone, 220 marketer, e 559 creativi), hanno espresso la loro opinione su svariate argomentazioni producendo un documento chiamato Communication Breakdown.
Il primo dato interessante che abbiamo estrapolato dall’intera ricerca è il modello di organigramma del processo. Mentre il reparto marketing nella ricerca si da per scontato che sia interno all’azienda, lo stesso non si può dire per la parte creativa che sembra l’elemento messo più in discussione.
Infatti, tra tutti gli intervistati marketer è emerso che, benché spesso essi facciano affidamento sul team interno(75% deo casi) probabilmente per i costi risicati di investimento , in realtà preferiscano di gran lunga affiancare quest’ultimo a collaboratori esterni.
La motivazione probabilmente è da ricercare nel fatto che i marketer spesso ritengono che il team interno sia carente e non abbia le competenze adeguate per creare prodotti che funzionino, da qui nascono collaborazioni con freelance, agenzie o servizi online (40% dei casi).
Dunque il processo creativo è equilibratamente svolto in-house ma con l’affiancamento dell’outsourcing.
Nonostante questo alla fine del processo di creazione, quando il prodotto è pronto per esser lanciato, i marketer risultano nella maggior parte dei casi soddisfatti del lavoro svolto dal team creativo.
Indice dei contenuti
I marketer giudicano i creativi
Tuttavia accade che il lavoro prodotto dai creativi, per quanto soddisfacente esso sia, non incontra a pieno il consenso dei maketer che giudicano il lavoro prodotto dal team interno non è sempre all’altezza di quanto immaginato. Questo dato attesta che solo il 24% è soddisfatto dei risultati ottenuti.
Inoltre sono state prese in analisi tutte le diverse fasi del processo di creazione dei contenuti, sottoponendo a scrupolosa analisi i comportamenti attuati dal team creativo.
In particolare oggetto dell’indagine sono state le capacità operative dei creativi, che sembrano il vero tallone di Achille del processo. Sembra infatti che, tra tutte le motivazioni, la carenza di staff adeguato al progetto, la capacità di problem solving e la trasparenza durante tutto il processo creativo siano le pecche maggiori che ha il team creativo, le quali influenzano la soddisfazione dei marketer.
Invece per quanti riguarda l’aspetto comunicativo il team creativo si comporta bene. Parliamo di coerenza, l’invio di feedback continui e la capacità di discutere dubbi e questioni al fine di risolvere problemi.
Nonostante le problematiche sembra che i marketer non abbiano difficoltà a lavorare in modo semplice con il team creativo.
I creativi giudicano i marketer
Ai creativi invece è stato chiesto quanto sia facile collaborare con il team del marketing principalmente per aspetti che riguardano la capacità dei marketer di riuscire a comunicare in modo preciso e dettagliato l’obiettivo del progetto.
Sembra che l’elemento più problematico per i creativi sia quello di riuscire a comprendere a pieno lo scopo del lavoro che gli viene comunicato dai marketer. In particolare la problematica che sembra spiccare più di tutte è connessa agli aspetti riguardanti l’interazione con il team marketing e la raccolta dei feedback, quindi essenzialmente discrepanze di comprensione.
Dei dati di questo tipo fanno capire, o forse confermare, come spesso marketing e creativi non parlino lo stesso linguaggio e questo determina un livello di comunicazione difficoltoso e impreciso che potrebbe esser causa di insoddisfazione delle parti e imprecisione del prodotto finale.
Marketer VS Creativi: realtà VS percezione
Le due figure infine sono poi state messe tra di loro a confronto esprimendo opinioni reciprocamente sulla medesima tematica per estrapolare, secondo l’ottica di critica e autocritica, le percezioni di entrambi sul lavoro svolto.
Ed è emerso che marketer e creativi, e viceversa, hanno percezioni molto diverse del proprio lavoro svolto.
I marketer cosa pensano..
Mentre i marketer ritengono che i contenuti prodotti dai creativi meno della metà delle volte incontrano le aspettative previste, per i creativi il giudizio è più bonario. Facendo autocritica i creativi esprimono un giudizio migliore sul lavoro prodotto evidenziando che, nel 68% dei casi, si è soddisfatti del lavoro svolto perché fatto sempre al massimo dell’impegno e secondo le linee guida. Una disparità tra realtà e percezione della realtà del 22%.
Tra le attività che i creativi ritengono di svolgere meglio c’è la creazione di contenuti che siano coerenti con il brief di progetto.
I creativi cosa pensano…
I creativi invece ritengono che i marketer non siano così preparati nel produrre dei feedback di qualità che possano poi esser efficacemente utilizzati per migliorare il risultato (64%), di contro invece i marketer ritengono che i feedback prodotti siano di valore e che possano esser utili al processo creativo.
Una disparità tra realtà e percezione della realtà del 19%.
Tra le attività che i marketer ritengono di svolgere al meglio c’è la condivisione della conoscenza con il team creativo.
Una ricerca questa che diventa un po’ una conferma di quanto viviamo, e probabilmente vivete anche voi, durante il processo di creazione di un contenuto.
Molto spesso le parti dialogano in maniera personale e secondo un linguaggio che potrebbe non esser universale. I risultati sono molto influenzati da questo scambio di interazioni a diversi livelli, per questo è essenziale riuscire a costruire un modello univoco di processo creativo che permetta di non creare misunderstanding o lungaggini che influenzano la riuscita dell’intera azione.
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