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Quali sono le regole per una link building di successo nel 2018?

Articolo redatto da Daryana Solntseva per SEMrush

Il 2017 volge al termine e una delle domande più frequenti poste dai proprietari di siti web è: “Nel 2018 sarà utile investire nella link building e se sì, in che modo?“. Per farla breve, la risposta non può che essere “Assolutamente sì”.

Riguardo alla maniera più idonea per far fruttare l’investimento, invece, basterà fare attenzione ad utilizzare link utili a convertire il proprio traffico.

Google e i link: qual è l’approccio?

I link sono, da sempre, parte integrante degli algoritmi di Google. Inizialmente i link erano utilizzati per calcolare l’autorevolezza di un contenuto rispetto a contenuti simili presenti sul web. In pratica Google adoperava la stessa tecnica utilizzata nel mondo accademico per soppesare la bontà di una teoria.

Lo studio recente di SEMrush sui fattori di ranking prova ancora che i fattori di backlink sono estremamente importanti per il ranking di un sito. In particolare si tratta del numero totale di backlink, IP di provenienza, backlink follow e della presenza di parole chiave negli anchor text dei backlink –  tutti sono fattori di grande importanza.

Com’è cominciata tutta la storia

Se da un lato la creazione di link poteva essere un indicatore molto forte per la definizione del Pagerank, esso poteva dar vita a uno “spam” artefatto di link, utili a manipolare la classifica dei siti sul motore di ricerca.

Per questa ragione Google ha prodotto delle linee guida per la creazione di siti web e link, destinate ai webmaster.

Il 15 novembre 2016, Google afferma che

Tutti i link destinati a manipolare il PageRank o la posizione di un sito nei risultati di ricerca di Google possono essere considerati una violazione delle nostre linee guida.

[…] “Inoltre, la creazione di link che non sono garantiti dal proprietario del sito, ovvero link innaturali, sono considerati una violazione delle nostre linee guida.”

Nonostante le norme fissate dalle linee guida promosse da Google e utilizzando l’algoritmo su cui si fondava il Pagerank di Google, i proprietari dei siti web hanno cominciato a cercare le scorciatoie più veloci per ottenere un posto in prima pagina.

La scorciatoia più battuta? La compravendita di link sul web.

Il miglioramento degli algoritmi di Google e l’avvento, nel 2012, di Google Penguin ha fatto sì che i proprietari di siti web con link “genuini” potessero prendere le distanze dai siti di scarsa qualità o dai link che violavano lo spirito e la filosofia imposte dalle linee guida di Google.

Obiettivo di Google quindi, sin dall’inizio, è stato quello di evitare la creazione di link al solo scopo di aumentare la posizione di un sito web sul motore di ricerca, manipolando in questo modo il Pagerank. Ciò significa che Google non è contrario alla creazione di link, non lo è mai stato, ma solo all’alterazione fraudolenta del posizionamento di un sito web.

Link building nel 2018: una marcia in più per la visibilità

Per rendere visibile un sito web ci sono diversi metodi, ma la brand awareness e la redditività di un brand possono essere coltivati mediante la creazione di link.

Per misurare il ritorno che la link building produce è indispensabile dar vita a link convertibili. Un link che converte è un link posizionato in maniera strategica su siti web che aumentano la visibilità del proprio sito internet e migliorano la percezione del brand.

È importante selezionare siti web che consentano di aumentare il traffico verso il proprio sito, determinando conversioni.

Si considerano conversioni la registrazione a una mailing list, la vendita di un prodotto o di un servizio, ma anche il tempo che un utente trascorre a leggere il contenuto di una pagina. È determinante, inoltre, che ogni pagina presente all’interno del sito web abbia una proposta di vendita unica, che la distingua dalle altre pagine presenti all’interno del medesimo sito, così come dalle pagine simili possedute dai competitor.

Non pensare al Pagerank

Nel momento in cui si decide di creare dei link è bene dimenticare completamente il PageRank: ciò che conta davvero non sono i do follow link, bensì quelli che producono traffico convertibile al proprio sito.

Al fine di evitare penalità da Google, così come da altri motori di ricerca, è inoltre essenziale rispettare queste semplici regole:

Come anchor text utilizzare il nome del brand o un link, come “DomainName.com”. Se si hanno dei dubbi, meglio impostare il rel=nofollow sui link”.

Cruciale resta l’individuazione del proprio target: individuare il target di riferimento significa anche definire quali siano i siti web che maggiormente frequenta, e quindi più indicati per accogliere i link che rimanderanno al proprio sito web.

Non deve mai mancare la definizione degli obiettivi di conversione da raggiungere e la loro misurazione mediante strumenti quali Google Analytics. Con i giusti strumenti è, altresì, possibile misurare il traffico in entrata e il numero di conversioni provenienti dai link creati ad hoc.

Nel 2018 i Link devono convertire

Più un sito ottiene visibilità nelle pagine web maggiormente frequentate dal suo target, e più menzioni organiche riceve sul web, più migliora il suo posizionamento all’interno dei motori di ricerca. Un circolo “virtuoso” che indica come la creazione di link nel 2018 mantenga il suo ruolo da protagonista.

Tuttavia ogni centesimo speso nella creazione di link che non producono conversioni è buttato via: nel 2018 chi continua a investire nella creazione di link al solo scopo di migliorare il Pagerank ha le ore contate.
A produrre reddito sono le conversioni, non il posizionamento sul motore di ricerca.

Quali saranno le tendenze dell’anno prossimo – Debra Mastaler, un’esperta di link building molto conosciuta, condivide le sue previsioni per l’anno 2018.

5 consigli per rendere la tua strategia di link building nel 2018 davvero efficace:

  1. Assicurati che i siti con cui collabori siano mobile-friendly.
  2. Segui i giornalisti della tua nicchia e interagisci con loro sui social network, in questo modo, quando cercheranno una fonte per una storia, tu sarai il primo a cui penseranno.
  3. Crea contenuti che il tuo pubblico vuole leggere e anche con i quali si impegna attivamente. Stai lontano dagli argomenti che non generano commenti, condivisioni sui social o che sono troppo banali. Cerca opinioni uniche.
  4. Cerca di creare delle campagne pubblicitarie per sostenere i tuoi progetti con dei contenuti più grandi. Porta il traffico targettizzato ai tuoi contenuti dopo aver acquistato annunci sulle piattaforme come Facebook e Pinterest.
  5. Non trascurare la creazione dei link da aziende o enti importanti come la Camera di Commercio, le associazioni di settore e le fonti del governo. Sono link solidi che fanno molto per aumentare la tua credibilità!

Di sicuro c’è una regola che sarà attuale sempre: le tecniche di link building devono essere sempre accurate e i backlink massimamente naturali e veritieri. Importante anche che il sito abbia un buon mix tra link che provengono da altri siti, blog e social network.

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5 risposte a “Quali sono le regole per una link building di successo nel 2018?”

  1. Francesco ha detto:

    Trovo questo articolo davvero interessante, mi è stato d’ispirazione nello sperimentare nuove tecniche SEO e sembrano funzionare molto bene.

  2. Uhelà ha detto:

    Nessuna polemica, sia chiaro, ma il punto 5 sa un po’ di scherzo… “Non trascurare la creazione dei link da aziende o enti importanti come la Camera di Commercio, le associazioni di settore e le fonti del governo”. Al giorno d’oggi é diventato difficile ottenere un link da un blog di un semi sconosciuto, che senso ha dire che sarebbe importante essere linkati dalla Camera di commercio?

  3. TECHLY ha detto:

    Idee di link building per gli e-commerce senza blog?
    (Oltre alle recensioni con link)

  4. Sermatica ha detto:

    Ciao perchè si parla di Pagerank? Che anche se esiste non è più monitoratile?

    • Dario Ciracì ha detto:

      Ciao,
      diciamo che oggi si dovrebbe parlare di PageRank solo per sapere che è, ancora, uno dei fattori di ranking utilizzato dall’algoritmo di Google.
      Tuttavia non ha lo stesso peso di una volta, oggi l’ordinamento dei risultati prende in esami anche molti altri fattori. Sicuramente non ha più senso parlarne in ottica di metrica per misurare i link, proprio perché, appunto la barretta verde del pagerank, mostrata ai webmaster (che era pur sempre un’approssimazione del reale pagerank, che ha valore esadecimale) non viene più aggiornata ormai più.

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