SEO

I link sono ancora il più importante fattore di ranking?

Se ti occupi di SEO, per siti personali o siti di clienti, sicuramente, in qualche modo, ti è capitato almeno una volta di avere a che fare con “campagne di acquisizione link”. Ho conosciuto consulenti SEO contrati alla “link building” e altri che dicevano di fare SEO senza fare link building.

Affermazione che può essere corretta se contestualizzata al delimitare l’attività puramente SEO, alla cura e ottimizzazione del sito, ma che diventa limitante se si pensa ad una strategia che abbia l’obiettivo di aumentare traffico e vendite di un sito.

Perché l’era della SEO on site per scalare vette competitive delle serp di Google è ormai un lontano ricordo dei primi anni del nuovo millennio e oggi, purtroppo, posizionare un sito soltanto ottimizzando le pagine e costruendo contenuti porta risultati oramai solo in micro nicchie dove i competitor stanno anche peggio.

I link diventano dunque indispensabili in gran parte delle serp di Google e, spesso fondamentali, in quelle più competitive, come travel, gambling, adult, finance, ecc.

C’è un “però” in tutto ciò, che merita un approfondimento.

Ormai è dal lancio del Penguin “Everflux” (o Real-Time) del Settembre 2016, che non si hanno più “notizie” ufficiali su aggiornamenti algoritmici relativi ai link (Penguin) o di storie di azioni manuali massive anti-spam sui link, condotte in determinati mercati (l’ultima volta è stato credo nel 2014/2015, in un periodo “nero” per la link building che fece strage anche di Link Farm come Rankseller e Teliad).

Le ultime dichiarazioni ufficiali di Google in merito al contrasto al link spam sono state affermazioni circa il fatto che oggi, l’algoritmo è in grado semplicemente di “ignorare” (non contare) i link spam, anziché penalizzarli.

Questo porta però ad un problema evidente per chi si occupa di link building, sia il consulente SEO incaricato di seguire/gestire una campagna di acquisizione link, sia l’azienda che investe in link building: avere la chiara percezione del valore apportato dai link.

Se acquisisco dei link, in modo naturale (guadagnandoli) o artificiale (comprandoli), come posso capire se mi stanno effettivamente apportando dei benefici?

Molto spesso, nelle campagne di link building, si prevede l’acquisto di un certo numero di link da un certo numero di siti, poniamo il caso questi siano 20. Dopo che tutti i link saranno pubblicati, con una certa probabilità potremo riscontrare un miglioramento dei posizionamenti organici, ma diventa realmente difficile avere certezza di quanto un singolo link, che magari abbiamo anche pagato profumatamente, stia fruttando o meno.

Quante volte ti è capitato di comprare un link e avere la percezione di aver buttato nel water dei soldi?

Probabilmente era un link di bassa qualità, proveniente da un sito off-topic o ormai blacklistato da Google (soggetto a filtro in quanto noto per comportamenti borderline portati avanti nel tempo) e magari tutti i link che partono da quel sito sono già ignorati alla base.

Ti posso assicurare che nella blogosfera, di siti che vendono link  dal valore pari allo zero ce ne sono e non pochi e, cosa che dovrebbe metterci tutti sull’attenti, sono la maggioranza.

Il motivo? Mantenere un sito editoriale ad elevati standard di qualità non è semplice, soprattutto in Italia, dove i margini di guadagno dall’advertising non sono ancora altissimi. Un sito di qualità ha dunque valore, valore economico e valore SEO, valore nel pagerank trasferito mediante un link. Se viene venduto un link, non ha certo un costo irrisorio e, conoscendo bene il mercato della link building italiano, dove il costo medio di un link si aggira tra i 15 ed i 60€, puoi capire benissimo come arrivare ad acquisire link da siti realmente di qualità con quel budget sia davvero difficile.

Si spende molto meno accontentandosi di avere più quantità (più link) e meno qualità e poi il traffico al sito stenta decollare. Magari buttiamo via centinaia di euro acquistando 20 o 30 differenti “post-link”, dei quali solo un paio sono direttamente responsabili di un miglioramento dei posizionamenti.

Che fare allora?

In dieci anni di esperienza con la SEO non ho certo sviluppato la capacità di capire esattamente in che misura un singolo link possa incidere sul ranking (sarebbe miope affermare il contrario), quanto piuttosto maggiore consapevolezza sulle pratiche da portare avanti nel mestiere e quelle da evitare.

Se devi fare Link Building nel 2019 ti consiglio dunque alcune “buone” pratiche per evitare di veder vanificati i tuoi sforzi ed investimenti.

Punta sulla qualità.

Se hai un certo budget (composto da denaro e tempo) investilo prima di tutto nella ricerca ed analisi di siti di qualità. Leggi questa mia guida che chiarifica la differenza tra link building scadente e link building di qualità e ti sarà più chiaro che spesso avere un buon link da un ottimo sito è meglio che averne tanti da siti spazzatura.

La Link Earning è ancora possibile.

Oggi si legge spesso nelle community SEO che guadagnare link in modo spontaneo e naturale (frutto di azioni di Content Marketing) non sia più possibile. C’è chi ritiene non sia mai stato possibile, semplicemente perché non ci è riuscito personalmente. Tutto ciò era detto da alcuni SEO già diversi anni fa (circa il 2010-11), quando era ancora più facile acquisire link in modo naturale. Con il mio team abbiamo realizzato (e documentato) in questi anni diverse campagne di successo in settori anche competitivi (gambling) dove l’acquisizione di link era del tutto spontanea. A fare la differenza era il contenuto realizzato, l’idea innovativa, i dati di una ricerca e, a volte, anche il formato utilizzato (non il classico articolo o una penosa infografica fatta in cinque minuti con qualche tool online, come se ne vedono ovunque).

Tuttavia, anche la campagna distributiva di Digital Pr dava i suoi riscontri. Il modo in cui il contenuto veniva comunicato, promosso e veicolato contribuiva ad aumentare le probabilità di conversione, ossia di ottenere più pubblicazioni con link.

Ti consiglio la lettura di questa mia guida al Content Marketing in ottica Link Building, pubblicata sul blog ufficiale di SEMrush.

Sii il più naturale possibile.

Che tu stia comprando link o li stia acquisendo in modo naturale, devi convincerti di una cosa: più forzi il ranking, più è facile incorrere in filtri algoritmici e bruschi cali di traffico organico. Personalmente, ormai da anni, non sono più un promotore dei link con anchor text esatti, soprattutto se nel corpo del testo non sono inseriti in modo contestualizzato. Quando pubblichi un link devi metterti nei panni di un Quality Analyst di Google: cosa faresti se trovassi nel mezzo di un testo corposo di un importante magazine dedicato alle auto, un solo link in uscita con anchor text “pneumatici usati” che rimanda alla pagina di listing di categoria di pneumatici usati di un rivenditore di uno shop online di Roma? La cosa ti insospettirebbe subito e attiveresti un campanello d’allarme che ti spingerebbe ad indagare meglio e a scoprire, magari, un pattern innaturale nel link profile del rivenditore di pneumatici.

Oggi la link building va fatta simulando situazioni reali: l’articolo seguire il piano editoriale del blog/magazine e il link essere inserito in modo contestuale: deve aver senso all’interno del testo o della notizia.

Ah, rispondendo alla domanda posta nel titolo di questo articolo: i link sono ancora oggi il più importante fattore di posizionamento SEO? La risposta, a quanto pare è ancora positiva. Oltre al fatto che puoi sperimentarlo personalmente, pur non avendo modo di tracciare esattamente il valore dei singoli link, è quanto emerge anche dal nuovo studio condotto da Stone Temple, sulla correlazioni tra presenza di link e rankings, analizzando circa 27 mila query su Google.

avatar

Co-founder dell'agenzia, laureato in Marketing e Comunicazione d'azienda. Esperto di SEO e Content Marketing e autore del libro "Content Marketing per Blog, Social e SEO". Da oltre dieci anni, progetta strategie digitali orientate allo sviluppo di visibilità online. Come consulente SEO ha lavorato in prima persona a differenti progetti complessi in settori ad elevata competizione, costruendo da zero progetti da oltre 20 mila visitatori giornalieri. Segue costantemente tutti gli aggiornamenti algoritmici di Google, di cui scrive poi regolarmente le sue analisi su questo blog e si occupa di seguire siti web che perdono traffico organico individuando problematiche e fornendo strategie risolutive. E' speaker alle più importanti conferenze nazionali sulla SEO e web marketing (Convegno GT, Search Marketing Connect, SMXL, BeWizard, ecc.) oltre ad aver formato numerosi SEO di aziende ed agenzie in corsi di formazione super avanzati. Scrive di SEO anche sul blog ufficiale di SEMrush.

Guarda tutti i post di

Area di discussione: dicci la tua!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.