Le 100 keywords più cercate e difficili da posizionare in Italia
Guest Article a cura di Daryana Solntseva di SEMrush
Circa 37.2 milioni di italiani hanno utilizzato Internet nel 2016 (dati Statista). Tutti noi cerchiamo ogni giorno qualcosa su Google e ogni anno l’attività nel web aumenta. Quando parliamo delle keywords ci sono moltissime cose da analizzare, sopratutto il loro volume di ricerca o keyword difficulty (il grado di difficoltà nel posizionare un sito in SERP per una specifica parola chiave). Quindi abbiamo deciso di unire questi due parametri e scoprire le parole chiave con il massimo livello di keyword difficulty e allo stesso tempo con volume di ricerca elevato. Il Keyword Difficulty preso in considerazione è non inferiore a 92.02%.
Qui il leader è “youtube musica” con risultato di 98.23. E il volume di ricerca per le parole analizzate comincia con 450 000 richieste al mese.
Potete vedere i risultati che abbiamo raccolto in questa infografica:
Se dividiamo le keyword per categorie, possiamo distinguere circa 6 categorie più importanti: web, media, TV, meteo, sport, social network, mail.
Le keyword con il volume di ricerca più alto sono i nomi dei siti che si usano ogni giorno, regolarmente: facebook (un record con 151 millioni di richieste al mese!), google, twitter, youtube, skype, yahoo, gmail ed altri. Non solo gmail ma anche gli altri servizi di Google sono molto cercati, come maps, immagini, news, traduttore. A proposito di traduttore, molto spesso gli italiani sono alla ricerca di traduzioni online.
Gli italiani digitano spesso su Google anche varie piattaforme di posta elettronica come gmail, libero mail, virgilio, hotmail, msn etc.
A giudicare dalle richieste su Google, “TV” in Italia è ancora molto popolare, perché le richieste sono circa il 10% della lista, qui notiamo parole come programma TV, richieste su Mediaset, Rai. Per quanto riguarda i programmi specifici, i leader tra le query in Google sono Il Segreto e Grande Fratello.
Molto difficile è posizionare un sito sulle query legate allo sport, in particolare il calcio. Le persone cercano seria a, probabili formazioni, squadre di Fiorentina e Juventus. La keyword difficulty qui è molto alta.
Tra le parole più popolari c’è la keyword meteo in diverse declinazioni. La lista include anche media diversi (tgcom24, Diretta, Il sole 24 Ore, Corriere dello sport, etc).
Ci sono parole chiave che non possiamo aggiungere nelle categorie definite, ma che non è possibile ignorare. Per esempio i brand: tra i marchi più noti, in top list troviamo Apple e Nike. Per quanto riguarda le star, qui troviamo tra i più cercati Belen Rodriguez e Justin Bieber. Tra le locali troviamo due città: Milano e Roma.
Si può notare poi un forte interesse degli utenti che navigano su Internet per i voli economici: l’elenco include infatti quattro compagnie aeree-“lowcost”: Easyjet, Vueling, Ryanair, Volotea.
Se analizziamo la categoria che può essere definita come «tempo libero», qui vediamo oroscopo e lottomatica e non è una sorpresa che la parola porno sia una parole chiave sempre al top delle ricerche mondiali, ma anche uno dei settori più difficili in cui fare SEO.
L’elenco comprende anche i siti che sono difficili da collegare ad una categoria particolare, ma che sono molto popolari su Internet: L’Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS), il sito di annunci di compravendita subito.it, i negozi online Ebay, Unieuro e Yoox, e il sito culinario di Giallo Zafferano.
Chi è il pazzo che cercherebbe mai di posizionarsi con queste parole chiave? :’D Scherzi a parte, è interessante. Come viene calcolato il grado di difficoltà di posizionamento?
Una precisazione personale sulla validità dei dati riportati. Molte delle keywords riportate sono chiavi di brand per le quali, si potrebbe pensare, nessuno ha interesse a posizionarsi se non lo stesso brand, anche se, a mio avviso, sono brand così noti che altri media ne parlano e, dunque, il keyword difficulty viene analizzato anche in funzione di ciò.
E’ questa un’immagine realistica delle keywords più competitive in Italia? Io credo di si perché, molte di quelle keywords, comprese i nomi dei brand, ci danno uno spaccato di quali siano i settori in cui l’utente cerca più informazioni, che sono poi anche quelli che forniscono più risultati e quanto sia difficile posizionarsi in quei settori.
A dire il vero, avrei pensato che le ricerche osé fossero più in alto in classifica 😀
Youtube sembra farla da padrone – ma gli ultimi sviluppi sulla demonetization potrebbero cambiare le carte in tavola.