Instagram Marketing: strategia e best practice in un libro
Tra tutti i social network esistenti, quello che è riuscito in pochissimo tempo ad imporsi come canale di riferimento social e al contempo è riuscito a diventare un ottimo strumento strategico, da includere in piani di comunicazione social, è Instagram. Non è difficile associare a questo canale l’elevato potere comunicativo.
Come sappiamo già tutti, sui social comunicare è vitale e farlo nel modo più veloce ed efficace possibile permette di ottenere maggiori riscontri. Con le immagini l’obiettivo di esser chiari, veloci e diretti, si concretizza ed i motivi son noti: sono immediate, possono esprimere emozioni, possono raccontare storie, possono diventare lo strumento cardine per raccontare sequenze vissute di una giornata.
Instagram e le aziende
Se da un lato il canale è particolarmente divertente e coinvolgente per gli utenti, per le aziende che vogliono promuoversi lo è di più, ma da un punto di vista prettamente promozionale. Le aziende in Instagram possono incontrare territorio fertile per costruire relazioni con i clienti, comunicare direttamente con loro e in modo assolutamente originale (mostrando l’azienda, i prodotti offerti, speciali eventi o campagne), ma soprattutto efficace dato che, se svolto in modo corretto e studiato, l’utente non si sentirà mai disturbato.
Instagram marketing è la disciplina che ha il compito, strategicamente, di analizzare quali sono i modi più efficaci e diretti per comunicare con il canale. Ho letto con piacere il libro omonimo alla strategia, Instagram Marketing appunto, di Ilaria Barbotti, il quale racchiude al suo interno, oltre uno spaccato di esperienze personali e impressionanti ispirazioni dal canale, l’essenza della promozione aziendale attraverso il canale.
Dal punto di vista prettamente strategico, nel libro si fa riferimento, prima su tutti, alla strategia fondamentale dedicata alle PR. Instagram ha cambiato molto il modo di ricercare nuovi contatti strategici per rendere comunicativi progetti di marketing aziendali. Se in passato ci si affidava a ricerche “manuali” per individuare potenziali influencer da coinvolgere, ora tramite Instagram, e le metriche che esso permette subito di analizzare (like, follower, n.ro foto e commenti, nonché ricerche mirate per hashtag), si è effettivamente nella possibilità di individuare profili che sono pronti e capaci di poter diventare portavoce di ciò che un brand vuole promuovere. E’ dunque possibile individuare, una volta effettuata la ricerca, tre principali profili sui quale concentra l’attenzione:
- Social broadcaster, colui che ha un’audience molto elevata;
- Mass Influencer, specializzato su un tema ha un numero sostanzioso di follower;
- Potenzial influencer, colui che potenzialmente può influenzare il network.
Queste tre tipologie di utenti saranno poi il vero fulcro sul quale, poi, stabilire rapporti di collaborazione più o meno continuativi.
La trattazione segue con le strategie che portano in luce il potenziale cross-mediale del canale. In particolare eventi online che possono sfociare nell’offline. Rientrano in questo i raduni, gli Instameet e tutti gli eventi, anche aziendali, la cui organizzazione si concretizza, poi, in un evento dal vivo a tema Instagram. Viceversa è possibile su eventi offline sfruttare Instagram come strumento di storytelling realtime di quanto sta avvenendo, raccontando, ma soprattutto comunicando quello che sta avvenendo offline, nell’online.
Sia che l’evento sia offline-online o online-offline, quello che conta maggiormente è la pianificazione di quanto deve avvenire. Rientrano in queste azioni la definizione di hashtag, l’invito degli influencer, la pianificazione di quanti contenuti debbano esser postati per non floodare lo streaming di contenuti monotematici, al fine di evitare di “disturbare” i follower, i tool da utilizzare per monitorare prima, durante e dopo l’evento. Ad esempio si potrebbe decidere di lasciare che siano gli utenti i veicolatori spontanei dell’evento, lasciandoli postare i contenuti che desiderino, mentre l’azione del brand ufficiale si riduce ad un repost occasionale di quanto i partecipanti stanno producendo.
Quali sono i migliori settori d’azione di Instagram?
Come abbiamo avuto modo di osservare in precedenti analisi, i settori potenzialmente possono esser tutti, ma come giustamente è raccontato nel libro, sono i tour finalizzati a raccontare la scoperta di un territorio, o di un particolare prodotto/evento/luogo, quelli che funzionano meglio.
Scatti, micro video o, recentemente come introdotto dall’app Layout, collage, affiancati poi da strumenti di editing delle immagini come Vsco, Snapseed o Picframe, permettono di portare l’esperienza narrativa davvero ad un elevato livello emozionale.
Instagram personalmente continua ad affascinarmi come canale, ed il livello personale di coinvolgimento è sempre più elevato. Ritengo che alla luce di quanto avviene nella rete, Instagram DEVE esser considerato un punto di riferimento per la promozione social aziendale e che dunque, come in altri casi, esserci (in modo corretto) vuol dire avere un’identità e uno status online.
Instagram Marketing trovo che sia un libro interessante e che aiuta in modo corretto e secondo un percorso step by step, senza lesinare dettagli, strumenti e chicche, ad approcciarsi al mondo di Instagram e delle azioni marketing ad esso associate. Brava Ilaria!
Vuoi dire la tua?