Content Marketing

Infografiche e PR non bastano più: serve costruire relazioni

La comunicazione online è in continua evoluzione. Fino a qualche tempo fa sui Social non si pensava ai video e alle gif come strumento di promozione, molte delle condivisioni erano fatte esclusivamente da immagini e tutto, dalla comunicazione aziendale a quella personale, puntava su questi formati, per altro tra i più osannati.

Oggi invece, con l’introduzione di app come Periscope o gli stessi video in diretta di Facebook, l’uso dei video onair ha preso piede, determinando anche una evoluzione del modo di diffondere informazioni avvalendosi di questi nuovi strumenti.

Parallelamente a questo, anche il mondo del Content Marketing si è evoluto, ma questa crescita non è stata solo legata al tipo di contenuto condiviso, ma soprattutto al modo con il quale esso viene somministrato o presentato all’utente, potenziale fruitore. Ma partiamo con ordine.

Abbiamo percepito la vera esistenza del Content Marketing, a livello umano, quanto le infografiche hanno iniziato a diventare molto popolari tra il pubblico, e utilizzate dalle aziende.

Il prodotto ha rappresentato una delle svolte essenziali di fare Content nel modo più efficace possibile, nel minor tempo possibile.

Era il tempo delle infografiche

La situazione italiana, andando indietro negli anni, mi riporta a quanto le infografiche hanno iniziato a fare capolino intorno al 2011. Poche aziende le usavano e c’era abbastanza scetticismo sul loro utilizzo ai fini promozionali, anche se si vedevano ottimi prodotti provenienti dall’America.

Chi le ha adottate in quel periodo iniziale, avrà constato che anche ottimi erano i risultati che si riuscivano a raggiungere in termini di visibilità, branding e crescita del traffico dovuto alla costruzione quasi naturale di un buonissimo profilo link.

I blog ne parlavano, abbiamo assistito ad una vera e propria caccia all’embed code per inserire il contenuto infografico nei propri siti (con annesso link naturale), bastava una condivisione giusta sui social ed il successo di un post contenente una infografica era fatto! Per questo in breve tempo le infografiche sono diventate lo strumento numero uno per fare Content Marketing ad alti livelli.

Intorno al 2014 il fenomeno infografiche ha conosciuto IL BOOM sensazionale che ha determinato un’adozione dello strumento in modo massiccio, a livello di produzione. Ma forse qualcosa stava già cambiando.

L’adozione “di massa”, infatti, ha portato non solo ad un aumento di contenuti infografici, annoiando alle volte l’utente, ma anche ad un livello qualitativo non sempre dei migliori, alimentato soprattutto dal fattore improvvisazione. Molte aziende hanno voluto cavalcare l’onda e molti hanno iniziato a produrre infografiche, con strumenti e forza lavoro interni, non sempre formati o esperti nel farlo.

Tutto questo cosa ha determinato?

Che le infografiche diventassero uno strumento inflazionato, alle volte mal visto e via via sempre poco attrattivo, ma soprattutto alla portata di tutti e non di pochi come avveniva all’inizio. Anche se noi siamo del parere che oggi si possa ancora sfruttare lo strumento, attraverso la qualità delle informazioni, della realizzazione e della diffusione.

..poi sono arrivate le PR

Ma proposito proprio di diffusione, parallelamente all’“infographic mania”, importantissima è stata l’attività svolta dai Digital PR che a suon di “seeding”, ossia sensibilizzazione del contenuto ai blogger tematici, hanno dato un forte boost alla loro diffusione in rete.

Tuttavia, sempre scorrendo negli anni, la maturazione degli utenti nella conoscenza dello strumento promozionale quale internet e una crescente attrattiva delle sue dinamiche strategiche, hanno portato più consapevolezza su nuove opportunità di guadagno, anche solo possedendo un blog popolare o essendo influencer.

Molti blog e blogger che in passato ospitavano contenuti semplicemente per il piacere di farlo oggi, mossi dalla leva guadagno, hanno cominciato a sfruttare al massimo i propri siti, alle volte in modo esagerato (cash flow, per intenderci).

A causa di questo, lo scopo originale delle infografiche, concepite a scopo prettamente divulgativo, è quasi passato in secondo piano, favorendo maggiormente lo scopo di lucro derivante dalla loro pubblicazione finalizzata alla link building.

Come già evidenziato, questo non ha portato ad un peggioramento delle azioni di Content basate su infografiche, ma ad una estrema richiesta di maggior impegno e maggiore attenzione da parte dei creatori e seeder. Dunque l’efficacia è la stessa, l’impegno è molto molto maggiore. Ad oggi ci rendiamo conto che, con sforzo e impegno, riusciamo ancora a garantire un buon servizio di diffusione dei contenuti perché abbiamo imparato a conoscere il mercato, facendoci propendere per l’idea che non sia lo strumento ad esser sbagliato, ma le relazioni sono cambiate. Vediamo perché.

Quando abbiamo iniziato a produrre infografiche, l’attività di digital PR era prettamente legata al contatto di redazioni e somministrazione del contenuto, seguite da una fase di follow-up. Al 90% dei casi il contenuto veniva pubblicato con soddisfazione, perché si forniva esclusività e qualità.

Oggi notiamo che il processo di contatto non è più così immediato, è molto diverso. Non so dire se il cambiamento sia stato un bene o un male, per una selezione naturale forse bene, ma oggi presentare un contenuto necessita di uno sforzo maggiore, più approfondito e più dettagliato che, per farla breve, spesso si traduce in attività di contatto che durano settimane.

Esemplificando, se in passato bastavano 2-3 mail (contatto – risposta – ringraziamento) abbastanza standard un po’ per tutti i contatti in lista, oggi si deve costruire già in partenza un rapporto “epistolare” che somigli quanto più possibile ad una relazione tipo “amico di penna”, attraverso mail dedicate, ed assolutamente pertinenti con il settore di riferimento, o call conoscitive. Questo modus operandi, certosino e preciso, eviterà di incorrere nella spiacevole situazione di esser classificati come spam e di ottenere quel minimo di attenzione necessaria per fare da apripista alla relazione.

Qual è la soluzione oggi?

Alla luce di quanto scritto, quel che torna ad esser nuovamente importante è il rapporto umano, quello sano e reale, o meglio le relazioni che si riescono a costruire, proprio come si faceva più frequentemente in passato nei meeting aziendali.

Anzi, dirò di più. Forse una scelta ancora più efficace è coltivare costantemente i rapporti con i colleghi e iniziare a costruire relazioni, il classico networking, da fare ancor prima della necessità. Non è un ragionamento opportunistico, ma una questione di umanità. In un mondo in cui siamo tutti relegati dietro un avatar, il vis-à-vis funziona ancora e torna utile nel momento del bisogno.

L’obiettivo per i prossimi anni per le attività di contenuti e Digital PR online, dunque, sarà quello assoluto di creare prodotti sempre “al top della gamma”, e assolutamente migliorare l’attività relazionale e di contatto orientandola più al costruire relazioni approfondite, migliorate e di qualità, abbandonando del tutto le pratiche basate sul “comunicato stampa” o sulle richieste esplicite, ma anche del classico “seeding a pioggia”, pena una collezione lunga e sostanziosa di irrimediabili non risposte. E ricordiamo che l’evoluzione delle digital PR è nelle PR offline!

Front-end Developer e Designer. Si occupa dello sviluppo di siti web, dalla radice all'interfaccia, e nella realizzazione di contenuti che siano più efficaci per comunicare in rete: infografiche, grafiche specifiche per i Social, User Interface per siti e landing page.

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Una risposta a “Infografiche e PR non bastano più: serve costruire relazioni”

  1. […] Costruire relazioni, che vadano oltre al fare PR, da Webinfermento […]

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