Content Marketing

Il Content Marketing batte la Pubblicità: ricavi più alti per i contenuti [Ricerca]

Che il Content Marketing fosse proficuo per intercettare un potenziale pubblico in target e trasformarlo da semplice utente interessato a cliente fidelizzato, era già stato confermato in numerose ricerche degli scorsi anni.
Non sapevamo però, che i ricavi derivanti dal Content Marketing crescessero più di quelli provenienti da attività di marketing e di pubblicità.

Un’indagine svolta da PQ Media e pubblicata su MarketingCharts, chiamata “Global Content Marketing Forecast 2017“, mostra come i ricavi da attività di Content Marketing prodotti da aziende specializzate nella creazione di contenuti (quindi sono escluse le attività gestite internamente dai brand e le attività di Digital PR esterne) siano cresciuti nel tempo, fissando a 28 miliardi di dollari i ricavi per il 2017, ma con una proiezione di crescita del 14,6%, portando dunque i ricavi fino a 32,1 miliardi per il 2018.

Analizzando l’andamento in un arco temporale più ampio, possiamo dunque notare come i ricavi, a partire dal 2011 ad oggi, siano più che raddoppiati.

Le previsioni di PQ Media definiscono il Content Marketing come “una piattaforma di marketing alternativo che si rivolge ad utenti specifici e profilati, fornendo contenuti mirati sui loro interessi e rivolti a soddisfare le loro aspettative informative“.

Tutto quanto dunque, differisce da product placement, spot televisivi, native adv o content marketing sponsorizzato.
Queste attività ricadono nella spesa di marketing e advertising e, secondo lo studio di PQ Media, i ricavi provenienti da queste attività sono fermi attorno al 5%, non sembrano neanche avere una previsione di crescita nei prossimi anni.

Quali le altre motivazioni per questa differenza di ricavi?

Beh, a parte il fatto che è ormai più di un decennio che l’Outbound (e Interruption) Marketing ha smesso di funzionare come un tempo, in favore di un marketing più orientato a fornire il giusto contenuto ritagliato su misura su piccoli gruppi omogenei di utenti e proposti contestualmente al touchpoint del ciclo d’acquisto in cui si trovano, in uno specifico momento.

A ciò andrebbe poi ad aggiungersi il fatto che gli utenti sono sempre più multitasking e utilizzano differenti canali per informarsi e farsi guidare verso l’acquisto.
Non cercano semplicemente canali che li spingano immediatamente verso l’acquisto, perché prima di decidere cosa acquistare, vogliono informarsi. Un’azienda in grado di identificare i canali seguiti dagli utenti e fornire contenuti mirati per tutti gli step del funnel di acquisto (e in grado anche di monitorare le azioni degli utenti in questi canali e sui propri contenuti) riesce poi a vincere il mercato.

Il limite della pubblicità è anche insito nella limitata disponibilità degli spazi (web e non) in cui opera, e nei costi (più alti).
Pensiamo ai banner pubblicitari, che molti utenti bloccano con le estensioni ad blocker installate nei browser o agli articoli sponsorizzati, che per obbligo devono essere comunicati al lettore (che riesce dunque a fiutare più facilmente la natura promozionale/commerciale dietro al contenuto).

I canali di Content Marketing più redditizi.

L’indagine fornisce anche informazioni relativamente ai canali di Content Marketing più in crescita.

1. Stampa brand e magazine digitali sono i canali che hanno ottenuti margini di ricavo più alti nell’ultimo anno.

2. Canali digitali
Questo mercato è suddiviso in modo più uniforme tra:

– webinar e presentazioni aziendali;
– contenuti social e visual della marca;
– case study;
– contenuti per dispotivi mobili;
– app.

Nell’ultimo anno i contenuti per dispositivi mobili e le app sono cresciuti maggiormente rispetto a webinar e presentazioni.

3. Canali non testuali

Nel mix del Content Marketing rientrano anche quei canali (on e offline) che pur non avendo contenuto “testuale”, contribuiscono a fornire contenuti di valore per gli utenti interessati.
Parliamo di eventi , dvd video, branded games e tool, ecc.

Concludendo, il marketing dei contenuti è sempre più florido e sempre più orientato alla conversione, intendendo per conversione l’acquisizione di un prospect nei vari step del funnel in cui si trova, fino a portarlo nella parte più bassa e trasformarlo in cliente.

Professionista SEO, da sedici anni, progetta strategie digitali orientate allo sviluppo di visibilità online. Come consulente SEO ha lavorato in prima persona a differenti progetti complessi in settori ad elevata competizione, costruendo da zero progetti da oltre 20 mila visitatori giornalieri.

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