Social Media Marketing

Il ciclo di vita dei contenuti su Facebook [caso di studio]

Nel mio precedente articolo ho parlato dell’importanza delle content strategy per rendere i profili social efficaci e comunicativi, sfruttando la pianificazione di contenuti mirati.

Adesso vorrei porre alla vostra attenzione il come, questi contenuti creati per generare engagement, possano durare nel tempo.

Quando parliamo di engagement online ci riferiamo a quella proprietà del canale pubblico di generare partecipazione, e quindi attività intorno ad un brand. In particolare potrebbe esser visto come uno strumento per misurare le aspettative di interazione che l’azienda ha nei confronti di un contenuto pubblicato. L’engagement su Facebook, in particolare, è stato oggetto di un interessantissimo studio da parte di Visibli.

Visibli ha analizzato oltre 200 milioni di utenti assidui di Facebook, analizzando in particolare determinate abitudini di partecipazione degli utenti su differenti Pagine Fan (di un artista, di un brand e di un’organizzazione). Attraverso l’analisi dei mi piace e dei commenti che ogni post ha ricevuto nel corso del tempo, ha studiato quanto un contenuto “resiste” all’interno di una pagina Facebook prima di stagnare e diventare “vecchio”.
Nel particolare lo studio ha evidenziato dati importanti riguardanti:

  • Tasso di crescita dell’engagement per le Pagine Fan.
  • La vita media di un post Facebook.
  • Efficacia dei commenti e “mi piace” per ogni post.

Tasso di crescita dell’engagement per le Pagine Fan

Lo studio condotto su pagine mostra che, le dinamiche di coinvolgimento dei fan, si differenziano se ad essere sponsorizzato è un brand o organizzazione piuttosto che un artista pubblico.
Per i brand e le organizzazioni, pagine con meno fan hanno un maggior engagement su base pro capite rispetto a pagine con più fan. Quindi ciò dimostra che più il numero di fan aumenta, più diminuisce la partecipazione all’attività della pagina. In più, i fan che si sono appena iscritti a una pagina sono meno invogliati a partecipare, rispetto a chi si è iscritto per prima.
Per le pagine che sponsorizzano un personaggio pubblico, invece, è l’opposto! Lo studio ha evidenziato che, in concomitanza con l’aumentare del numero di iscritti alla pagina, aumenta anche l’engagement dei fan.

La vita media di un post Facebook

Nell’analisi dei dati, emerge anche una certa consapevolezza da parte degli utenti nel riconoscere dopo quanto tempo un post smette di avere efficacia e diventare stantio e quando c’è la necessità di generare del contenuto nuovo. Di fatti, gli utenti smettono di partecipare all’attività di una pagina quando vedono che il messaggio postato è troppo vecchio, basta osservare i dati. In media, i post Facebook ricevono il 50% di “mi piace” entro 1ora e 20 minuti dalla pubblicazione, l’80% entro le prime 7 ore, e il 95% entro le prime 22 ore.

Cosa significa? Significa che i post di Facebook resistono quasi un giorno, dopo di che vengono ignorati. Ma tale dato è illuminante! Infatti, tale dato evidenzia che su Facebook tali messaggi sono molto più resistenti di quanto non lo siano quelli su Twitter che solitamente hanno una volatilità del 71%. Quindi attenzione marketers a questi dati!!

In più, questa ricerca offre dati molto utili dato che può essere d’aiuto per evitare comportamenti comuni come quello di spingere molti post, o lo stesso post, per raggiungere il massimo numero di “mi piace”. Ora che, dati alla mano, abbiamo appreso che un messaggio si esaurisce entro 22 ore dopo la pubblicazione, meglio evitare di pubblicare tantissimi contenuti, in questo modo si eviterà di far calare ancora di più il tasso di engagement proveniente dalle pagine, a beneficio del fatto che quell’unico post pubblicato nella giornata, potrebbe essere letto da più utenti di quelli che ci aspettiamo.

Mi piace e commenti per ogni post: i brand sono noiosi!

Altro dato molto interessante è quello che riguarda l’uso degli “strumenti” mi piace e i commenti sui post. Emerge che il numero di “mi piace” e commenti per ogni post, anche in questo caso, hanno un diverso impatto se si tratta di artisti rispetto ad organizzazioni. Invece, i brand hanno difficoltà a raggiungere risultati con entrambi gli strumenti.
In media, un post sulla pagina di un artista riceve 92 “mi piace”, circa il doppio di quelli che ricevono le organizzazioni e i brand.
Eccezionalmente, lo stesso non vale per i commenti. Le organizzazioni ricevono più commenti per ogni post (43 per ogni post) che gli artisti (17 commenti) o i brand (solo 9 commenti). Questo fenomeno è spiegato dal fatto che, mentre gli utenti sono più inclini a commentare notizie di attualità, nei confronti delle news di un artista tendono ad esprimere apprezzamento con il mi piace ed allontanarsi dalla pagina.

Che dire una ricerca davvero interessante e illuminante. Un invito ad approfondire l’argomento! 😉

Co-founder dell'agenzia, si occupa di sviluppare strategie Social e di Link Building intervenendo nell'ideazione, scelta e creazione dei contenuti nonché sviluppo dell'interfaccia comunicativa dei contenuti. In ambito design è occupata nello sviluppo di siti web, dalla radice all'interfaccia, e nella realizzazione di contenuti che siano più efficaci per comunicare in rete: infografiche, grafiche specifiche per i Social, User Interface per siti e landing page.

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6 risposte a “Il ciclo di vita dei contenuti su Facebook [caso di studio]”

  1. vincenzo carbone ha detto:

    Brava, molto interessante.

  2. […] scrive Maria Pia de Marzo commentando i due studi sopra […]

  3. upnews.it ha detto:

    Il ciclo di vita dei contenuti su Facebook [caso di studio] | Web In Fermento…

    Che vita hanno i contenuti che vengono pubblicati nelle pagine Facebook? Quanto influiscono sull’engagement? Scopriamolo in questa ricerca realizzata da Visibili. Un’analisi di come questi contenuti creati per generare engagement, possano durare nel …

  4. FacebookStrategy ha detto:

    La ricerca u00e8 molto interessante. Mi pare peru00f2 ci sia un errore di valutazione. Mi riferisco a questa frase:nn”Cosa significa? Significa che i post di Facebook resistono quasi un giorno, dopo di che vengono ignorati.”nnVengono ignorati da chi? Credo che la frase sia un pu00f2 azzardata dato che sappiamo ormai tutti che la visibilitu00e0 di un post u00e8 legata anche (tra i tanti fattori) alla data di pubblicazione del post stesso. E’ dunque abbastanza normale che un post vecchio presenti meno interazione dal momento che saru00e0 meno visibile (o per nulla) nelle home page dei fan.nnDunque io direi che un post piu00f9 vecchio u00e8 innanzitutto meno visibile. Per appurare tale questione basta dare un’occhiatina agli insights per post e notare di quanto crescono le impression dopo il primo giorno.nnNon sto quindi dicendo che la gente non ignora i post solo perchu00e8 sono vecchi ma voglio dire che la data di pubblicazione da sola non u00e8 di certo lunica motivazione del decremento di interazione.nnCiao Maria Pia, sempre brava, complimenti :)nAle

    • Maria Pia De Marzo ha detto:

      I contenuti “vecchi” sono ignorati dagli utenti ovviamente, ma a fronte di una nuova pubblicazione.nnForse la mia affermazione u00e8 un po’ generica, ecco perchu00e8 u00e8 difficile da accettare, ma se la contestualizziamo in base alla pagina (o meglio al tipo di attivitu00e0) che si sta promuovendo ha piu00f9 che senso. Mi viene in mente ad esempio la pagina di un personaggio pubblico come Vendola, che la utilizza come diario dei lavori che fa durante i giorni; in questo caso la mia tesi trova accoglimento e ciou00e8 che alla gente non glene importa piu00f9 di cosa ha fatto ieri, ma bensu00ec cosa sta facendo nel momento.. nnOvviamente ogni studio, ha i suoi margini di errore, dovuti al target che si sta analizzando. Forse andrebbe approfondito meglio sulla base contenuti che la pagina propone..nnGrazie 😉

  5. Davide ha detto:

    studio interessante… caspita sarebbe stato fantastico applicato anche alla tipologia di contenuto. Giu00e0 cosu00ec comunque da molte indicazioni 😉

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