Google Helpful Content Update: caratteristiche e come recuperare un sito
Chi fa SEO da un numero sufficiente di anni ha ormai iniziato a convivere con gli aggiornamenti algoritmici di Google. Se facciamo eccezione agli storici e temibili update antispam che richiamavano nomi di animali (Panda, rilasciato nel 2011 e Penguin, l’anno successivo), gli update algoritmici successivi iniziati grossomodo nel 2017 con il primo di essi che venne chiamato “Fred Update” sono arrivati oggi ad essere rilasciati su base mensile.
Ecco perché quindi, la SEO ci convive, nel quotidiano se vogliamo, con i Core Update. Nel bene o nel male.
Facciamo un po’ di chiarezza a quello in cui va incontro oggi chi fa SEO o qualsiasi azienda che dipenda, tra gli altri canali, anche da quello organico, per arrivare poi a introdurre l’Helfpul Content Update, probabilmente, ad oggi, il più insidioso degli update algoritmici antispam (o pro-qualità, se vogliamo) di Google.
Indice dei contenuti
- Update algoritmici di Google più importanti
- Broad Core Update
- Core Update
- Helpful Content Update
- Spam Update
- Site Reputation Abuse Update
- Google Helpful Content Update
- Cosa prende di mira l’Helpful Content Update di Google
- Come recuperare dall’Helpful Content Update
- Altri miei approfondimenti che parlano di Update algoritmici di Google:
Update algoritmici di Google più importanti
Gli update algoritmici oggi presenti sono i seguenti:
Broad Core Update
- Definizione: un Broad Core Update è un tipo di aggiornamento dell’algoritmo di Google su larga scala che coinvolge modifiche ampie e profonde al modo in cui l’algoritmo valuta e classifica i contenuti.
- Frequenza: questi aggiornamenti sono meno frequenti rispetto ai Core Update e di solito avvengono alcune volte all’anno ed hanno un impatto più importante sulla volatilità delle Serp.
- Obiettivi: l’obiettivo principale di un Broad Core Update è migliorare l’intera esperienza di ricerca per gli utenti, apportando miglioramenti su larga scala alla valutazione della qualità dei contenuti, alla pertinenza delle pagine e alla soddisfazione delle query di ricerca.
- Impatto: l’impatto di un Broad Core Update è generalmente molto più ampio e significativo rispetto a un Core Update. Può influenzare un gran numero di siti web in modo più evidente, con notevoli variazioni nel posizionamento delle pagine.
Core Update
- Definizione: un Core Update è un aggiornamento significativo all’algoritmo di base di Google che può influenzare il posizionamento dei siti nei risultati di ricerca.
- Frequenza: questi aggiornamenti vengono rilasciati periodicamente, ma non seguono un calendario fisso. Puoi considerare però una cadenza mensile.
- Obiettivi: gli obiettivi possono variare, ma generalmente mirano a migliorare la qualità dei risultati di ricerca, correggere problemi specifici o affinare particolari aspetti dell’algoritmo. Solitamente puoi sfruttare la cadenza quasi mensile di questi update anche per recuperare siti colpiti precedentemente.
- Impatto: Il cambiamento può essere rilevante, ma spesso riguarda aspetti più specifici del funzionamento dell’algoritmo di ricerca.
Helpful Content Update
- Definizione: l’Helpful Content Update è un aggiornamento dell’algoritmo di Google volto a migliorare la qualità dei risultati di ricerca, premiando i contenuti più utili e penalizzando quelli meno utili.
- Frequenza: questo tipo di aggiornamento può essere rilasciato periodicamente, in base alla necessità di migliorare la qualità complessiva dei contenuti.
- Obiettivi: l’aggiornamento mira a privilegiare i contenuti creati per soddisfare le esigenze degli utenti, premiando contenuti originali, informativi e ben scritti.
- Impatto: I siti con contenuti di bassa qualità possono essere penalizzati, influenzando negativamente il loro posizionamento generale nei risultati di ricerca.
Spam Update
- Definizione: lo Spam Update è un aggiornamento dell’algoritmo di Google progettato per combattere lo spam nei risultati di ricerca.
- Frequenza: è stato rilasciato per migliorare la capacità di Google di identificare e penalizzare i contenuti di spam.
- Obiettivi: l’obiettivo è ridurre la visibilità di contenuti che tentano di manipolare i risultati di ricerca attraverso pratiche non etiche.
- Impatto: I siti che utilizzano tecniche di spam possono vedere un calo significativo nel loro posizionamento. Lo Spam Update è stato rilasciato a marzo 2024.
Site Reputation Abuse Update
- Definizione: il Site Reputation Abuse Update è un aggiornamento dell’algoritmo di Google che si concentra sull’identificazione e la penalizzazione di siti che abusano della loro reputazione per manipolare i risultati di ricerca. Un esempio classico è il sito editoriale Forbes che ospita la sezione dei Coupon con un accordo di affiliazione con società di terze parti. Queste ultime sfruttano il trust del dominio di Forbes e siti simili per posizionare meglio i contenuti affiliati. Rilasciato su base sia manuale (azioni manuali commissionate ai siti web da Search Quality Analyst di Google) sia su base algoritmica.
- Frequenza: Questi aggiornamenti sono rilasciati secondo necessità per mantenere l’integrità dei risultati di ricerca.
- Obiettivi: L’obiettivo è garantire che i siti con una reputazione costruita artificialmente o attraverso pratiche ingannevoli non siano premiati nei risultati di ricerca.
- Impatto: I siti che abusano della loro reputazione possono essere penalizzati, vedendo un calo nel loro posizionamento e nella visibilità nei risultati di ricerca. Google ha infatti inviato tutti i siti ad adeguarsi inserendo un noindex nelle pagine o nelle directory dei siti che ospitano contenuti “fuori target”.
Considera che solo nell’arco dei primi 5 mesi di questo 2024 sono stati rilasciati tutti gli update algoritmici visti sopra e, per alcuni di essi, anche più iterazioni.
Ovviamente quella sopra non è una lista esaustiva di tutti gli update algoritmici che Google pubblica ogni anno, ma puoi tenerla presente per orientarti tra le tipologie principali di update di Google.
Google Helpful Content Update
Ma veniamo all’Helpful Content Update. Si è dimostrato essere uno dei più insidiosi e temibili perché ha letteralmente “fatto fuori” numerosi siti editoriali, siti affiliati e, in maniera più ridotta, anche alcuni Ecommerce.
I siti che ne sono stati colpiti hanno spesso perso fino al 90-95% del traffico organico.
Nonostante Google riporti nelle FAQ che l’Helpful Content Update valutano l’utilità dei contenuti del sito a livello di pagina, sembra invece che i classificatori si applichino a livello di intero sito.
Sostanzialmente, se vieni colpito dall’Helpful Content Update vedrai una situazione come quella del traffico dei siti colpiti nelle immagini che seguono, ovvero gran parte del traffico organico ridotto all’osso.
Entrambi i siti sono siti editoriali ed entrambi usano adv ed affiliazioni come metodo di monetizzazione.
Google ha deciso che i contenuti presenti non erano utili agli utenti e al rilascio dell’Helpful Content Update del 14 settembre 2023 ha posto fine alla loro esistenza “organica”.
In pratica, sono rimaste le briciole. Ciò porta ad una considerazione: sebbene Google abbia dichiarato che l’Helpful Content Update si applichi a livello di singole pagine, se un progetto editoriale è stato “tirato su” sfruttando la medesima strategia, sin dalla sua nascita, è del tutto normale assistere all’applicazione del filtro su tutto il sito web.
Normale dunque, aspettarsi un crollo “massivo” del traffico organico che, senza troppi giri di parole, in molti casi può segnare la fine di interi progetti editoriali, soprattutto se questi facevano esclusivamente affidamento al traffico organico proveniente dal motore di ricerca Google come unica fonte di acquisizione (si è sempre ribadito quanto sia importante, ad oggi, diversificare sempre le fonti di traffico, in quanto nessun canale può garantire oggi stabilità nel lungo periodo).
Cosa prende di mira l’Helpful Content Update di Google
Qui sotto riassumo quelle che sono le mie osservazioni e quelle di altre personalità delle community SEO internazionali, emerse dopo l’analisi di diversi siti colpiti da questo update.
- uso massiccio di contenuti generati da AI: sebbene Google abbia affermato che non c’è nulla di sbagliato nei contenuti creati dall’AI generativa e non sia particolarmente interessato al modo in cui il contenuto è stato creato (in quanto, finché l’utente lo trova utile, Google non può decidere di penalizzarlo/filtrarlo), ha anche però all’attivo da diversi anni politiche contro l’uso eccessivo di automazione con poca supervisione umana. L’uso pesante di contenuti generati da AI sembra essere stato uno dei molti fattori che hanno contribuito ai cali più significativi tra i siti. Ricorda sempre che sono supposizioni nate da osservazioni sul campo, in quanto la correlazione non comporta necessariamente una causalità;
- fotografie stock o immagini prese da account social di terze parti: molti dei siti colpiti utilizzavano fotografie stock e non disponevano di immagini originali che potessero indicare che avevano realmente testato il prodotto o il servizio di cui scrivevano (è il caso dei siti di affiliazione). Altri siti sfruttavano immagini prese da account social popolari, come Instagram o Pinterest.
- troppe pagine di bassa qualità: i siti spesso contenevano molte pagine prive di vera esperienza, competenza o una prospettiva unica rispetto ad altre pagine che già rankavano su Google sullo stesso argomento. Se poi ci aggiungiamo l’assenza di una redazione umana, di redattori riconosciuti, viene anche a mancare l’EEAT di cui parla Google
- troppe recensioni di prodotti di bassa qualità: i siti spesso includevano contenuti di recensioni senza aver testato realmente il prodotto o servizio o visitato il luogo recensito.
- sovra-ottimizzazione SEO: ad esempio, l’uso eccessivo di pattern di tag <title> standardizzati; l’uso eccessivo dell’anno nel titolo, anche quando il contenuto non era effettivamente aggiornato a quell’anno; l’uso eccessivo di FAQ in tutto il contenuto senza risposte davvero utili all’utente, ecc.
- assenza di E-E-A-T: come già accennato sopra, i siti colpiti spesso non avevano autori qualificati per trattare determinati argomenti, non c’erano biografie degli autori, nessuna prova di un vero staff o esperti coinvolti nel processo di creazione dei contenuti, autori generati da AI, ecc.
- link di affiliazione eccessivi, banner in eccesso che distraevano l’utente dalla fruizione reale del contenuto e, spesso, senza contenuti sostanziali per indicare che il sito ha veramente recensito i prodotti raccomandati.
- annunci eccessivi che disturbano l’esperienza dell’utente, come annunci video in autoplay e annunci vignetta.
Chi, come me ha visto l’avvento del Panda update nell’ormai lontano 2011, sa bene quanto questo Helpful Content Update sia simile, sia per caratteristiche, sia per impatto sul traffico organico.
Come recuperare dall’Helpful Content Update
A differenza di un Core o Broad Update, dove i recuperi sono più facilmente raggiungibili, per via del fatto che molto spesso un Core Update detrae solo una fetta di traffico organico al sito, l’Helpful Content Update richiede prima di tutto di fare una scelta che riesca a soppesare costo dell’investimento per cercare di recuperare il sito, rispetto al ritorno sull’investimento che, un eventuale recupero, potrebbe dare.
Considera che per recuperare un sito colpito dall’Helpful Content Update è necessario ripensare da zero una strategia editoriale, nonché ripensare alle metodiche di monetizzazione.
In linea di massima, dovresti valutare sul tuo sito ciò che l’update prende di mira e che è stato scritto sopra e porre gli interventi correttivi necessari. Ciò potrebbe però tradursi nel dover ripensare da zero l’intero progetto, ovvero prenderlo, buttare via gran parte di quello che c’è e rilanciarlo da zero.
La domanda è dunque una: conviene? O potrebbe essere più conveniente rifare un nuovo progetto da zero? Fermo restando che se non cambi strategia anche il nuovo progetto avrà vita breve.
La verità con Google oggi è ormai una sola: se vuoi avviare un nuovo progetto editoriale non puoi più risparmiare; devi investire in una redazione umana, che curi, riveda e aggiorni costantemente i contenuti eventualmente scritti con AI. I contenuti devono rispondere ad intenti di ricerca che mutano sempre più frequentemente nel tempo (e l’aggiornamento del contenuto diventa più frequente).
Devi inoltri investire in link building. Perché, per quanto se ne possa dire, il link è ancora il fattore di ranking più importante. Con i link scali le Serp e diventi autorevole a livello di dominio e per farti trovare in cima alle Serp ti servono i link. Per cercare di diventare un brand, ti serviranno i link (o milioni da investire in adv PPC).
Oltre ai link (ed è una conseguenza) ti servirà diversificare le fonti di traffico e diventare un brand, un editore di contenuti (lo scrivevo nel mio libro sul Content Marketing già quasi 10 anni fa), perché oggi sono i grandi brand a dominare le Serp perché Google si fida di mostrare in Serp ciò di cui l’utente tende a fidarsi di più e per questo non ci dobbiamo stupire del fatto che se un grosso editore pubblica una recensione di un prodotto che non aggiunge nulla di utile all’utente resta comunque ottimamente posizionato, perché è un brand riconosciuto.
Qual è la morale di tutto ciò? Ci puoi arrivare da solo, se non hai budget lascia stare i progetti editoriali e le affiliazioni, o in altre parole, gestiscili come progetti a breve-medio termine.
Altri miei approfondimenti che parlano di Update algoritmici di Google:
- Google Panda Update: una rivoluzione nel mondo SEO
- Fred/Panda Update: analisi del nuovo quality update di Google
- Google Update: come recuperare traffico dopo un aggiornamento
- 10 domande e 10 risposte sui Core Update di Google
- Un caso di recupero dai Quality Update e altre penalty Google
- Capire l’evoluzione del ranking in Google analizzando le perdite di traffico di Aranzulla.it
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