Ha ancora senso investire in Social Network diversi da Facebook?
Il post di oggi nasce da una riflessione personale che tiene conto di come si muove il mercato del digital, di come determinati cambiamenti impattino sugli utenti e di come il concetto di “libero mercato” nel digital si sia in realtà trasformato ben presto in un oligopolio fatto da pochi giganti che falliscono copiando successi altrui, ma che riescono anche a guadagnare grosse quote di mercato togliendole ai “piccoli”.
Portare l’innovazione nel digital è sempre più difficile e la capacità di fare innovazione è sempre meno proporzionale al tempo di adozione da parte del pubblico. In parole povere, più tempo trascorre, più è difficile inventarsi qualcosa di nuovo, qualcosa che non esiste già.
Un mercato frammentario come quello in cui viviamo, dove un nuovo media (social o digital) sia in grado di innovare e strappare utenti ad un competitor, è spesso destinato ad essere acquisito o, in alternativa, ad essere copiato.
La storia degli ultimi anni lo insegna. Quanto ancora resisterà YouTube ai video di Facebook? Quanto resisterà Snapchat? Aziende innovative come Instagram o Whatsapp hanno ceduto all’acquisizione, altre, come Foursquare, non sono state in grado di costruire modelli di business vincenti.
Altri ancora, Twitter, stanno lentamente cadendo nel dimenticatoio. Google+ ha segnato definitivamente l’incapacità di Google di lasciare il segno nel mondo social.
La domanda quindi sorge spontanea: come aziende e utenti, ha ancora senso presidiare altri social network, oltre a Facebook (senza contare Instagram o Whatsapp che sono sempre di proprietà di quest ultimo)?
Viviamo in un’era in cui Facebook sta cercando di trasformare nella sua casa, l’intero ecosistema di navigazione online dell’utente.
Si sta pian piano appropriandosi dei nostri processi di navigazione online fornendoci in un’unica finestra tutto ciò di cui abbiamo bisogno: socializzazione, informazione (più della metà degli americani ormai si informa da Facebook), gaming, ecommerce, realtà virtuale (Oculus), bot, e ci prova con la ricerca, sebbene quel mondo veda ancora Google come re incontrastato.
Gli altri social invece perdono terreno ed efficacia nelle azioni di marketing.
Twitter, non riuscendo a vendersi, sta procedendo verso un nuovo taglio della forza lavoro.
Concludendo, ormai fare Social Media Marketing è sempre più sinonimo di fare Facebook Marketing, un po’ come, quando si parla di SEO si pensa soltanto a Google, tralasciando gli altri motori di ricerca che, salvo in pochissimi Paesi (Baidu per la Cina e Yandex in Russia), hanno quote di mercato risicate.
Alcuni social sono adatti a nicchie prettamente specifiche, come Pinterest che può avere un senso per particolari shop online nei settori legati al beauty o LinkedIn che può essere un valido supporto al B2B, ma c’è comunque da dire che spesso il miglior ritorno dell’investimento, anche in questi settori (pensiamo alle campagne di Adv), continua a darlo Facebook, perché in un modo o nell’altro, nell’ecosistema che sta costruendo Facebook, ci siamo tutti, utenti ed aziende.
Facebook non sta soltanto costruendo un ecosistema ma sta ritagliandosi un posto d’onore anche nel futuro del digitale, costruendo le basi per lo sviluppo del marketing online che verrà.
Nell’articolo non viene mai citato Google Plus, che dovrebbe essere l’unico “competitor” di facebook rimasto sulla piazza. Come mai?
Del tutto inutile, a meno che non si parli di web e tecnologia?
Il problema di Facebook è che sta saturando il mercato. C’è sempre più pubblicità e per ora se la sta gestendo “spostandola”, utilizzando instagram, ma anche i gruppi Facebook, gli Eventi etc, ma questo non è un sistema che funziona a meno che non vengano fatti dei cambiamenti.
Prendiamo ad esempio la Audience Network che trovo emblematica. Non si sa quali sono i siti che fanno parte dell’Audience Network di Facebook. L’unico che ne fa sicuramente parte è Tumblr e gli ads di Tumblr tramite Facebook spesso sono targhetizzati malissimo, probabilmente perché il target di Tumblr è meno “specifico” rispetto a quello di Facebook. Su Tumblr continuo a vedere post pubblicizzati di Facebook che sono
1. Completamente fuori target (ads per over-50. Su Tumblr?)
2. Sbagliati nel contesto (ads della Italcementi. Su TUMBLR?)
3. In lingua sbagliata
Su questi ads di Tumblr ci ho scritto un post, perché davvero troppo assurdi.
Mi rendo conto che al momento Facebook è la cosa che funziona meglio, specialmente in Italia, ma a mio avviso non è supportabile nel lungo periodo. Ritengo che, anche vedendo che i giovani si stanno leggermente spostando, che ci saranno novità in futuro.
Felice di non essere stato risucchiato da Facebook e dai suoi prodotti. Utilizzo G+ da sempre e lo reputo un social davvero completo. Ho avuto, inoltre, la fortuna di conoscere dal vivo tante belle persone, soprattutto grazie alle community.
Chatto principalmente con Telegram e ho portato lì i miei contatti più importanti. Insomma, spetta a noi utenti la scelta finale. Non seguite la massa, ricordatelo!
Concordo. Noto anche che Facebook è diventato abbastanza inaffidabile a livello di marketing. Il “Like” è dato con una superficialità immane. Certo ti cercano e ti conoscono, ma l’attenzione che ti prestano è superficiale a dir poco; inoltre per far vedere i propri post ormai bisogna pagare, altrimenti puoi anche farne a meno. Per non dimenticare aspetti anche più “truffaldini” (vedi il metodo con cui Facebook conteggia le visualizzazioni video rispetto a Youtube, per esempio).
Facebook -purtroppo- è diventato il ricettacolo dell’insipienza umana, paragonabile alla TV generalista (quella di Barbara D’Urso e del Grande Fratello); su Twitter, G+, Pinterest si trovano nicchie molto più interessanti e con conversioni anche migliori.
Concordo con entrambi – Google+ è sottovalutato, secondo me: con un po’ di pazienza, si possono trovare delle comunità magari non vastissime ma molto attive.
Utilizzo Google+ dalla sua nascita (2011) e in questo blog troverai diversi articoli dedicati a Google+ e siamo stati tra i maggiori sostenitori in Italia di quel social, tanto è vero che nel mio libro è dedicato un bel capitolo 😉 Purtroppo però oggi non è sottovalutato, semplicemente non lo frequenta quasi più nessuno. E’ la realtà dei fatti. Noi abbiamo anche una community con oltre 8mila iscritti ma l’interazione e la stessa attività è ormai minima, come anche i post pubblicati.
Il colpo di grazia lo ha dato lo stesso Google+ quando ha deciso, qualche mese fa, di stravolgerne il layout e prima ancora di staccare tutti i prodotti al G+ collegati (es. hangout on air).
Il nuovo layout potevano risparmiarselo, su questo sono d’accordo…
Per quanto mi riguarda, mi sono sempre tenuto alla larga da Facebook, dalle sue mire monopolistiche e dalla censura quanto meno “opinabile” (e poi ci si lamenta di Twitter…).
E ho tutta l’intenzione di resistere ancora a lungo: su Twitter ho trovato persone fantastiche, con cui sono in contatto quasi quotidianamente – certo, la piattaforma ha i suoi problemi, ma arrendersi non serve, secondo me.
Inoltre, penso sia sempre sbagliato puntare su un solo “cavallo” – chi ci assicura che FB resti in sella per sempre? 😛