Social Media Marketing

Addio Google+: 9 cose che ci mancheranno del canale

Chi mi segue sui Social sa che sono una eroina, estimatrice, esaltatrice delle potenzialità di Google+. Sin dal suo lancio ho trovato in questo canale un’opportunità, non di “cazzeggio”, ma lavorativa. Sappiamo che Google è un’azienda orientata al business, ed il suo alone lo ha infuso anche al suo canale sociale che ha sempre avuto un’anima che lo posizionava tra Linkedin e Facebook, prendendo il buono da ognuno dei canali.

Oggi però, dopo otto anni di attività, tanti post scritti sui cambiamenti di Google+, dopo tanto impegno nell’utilizzarlo con profitto per il business e conseguente riscontro anche sul profilo personale, dobbiamo dire addio al canale. Una mail, tanto fredda quanto dotata di un sentore di malinconia e rammarico, ci ha comunicato che dal 2 aprile il canale esalerà il suo ultimo battito. Ebbe sì dovremo dire addio a Google+.

Nella mail si legge che il rollout prevederà un lento ed inesorabile processo di disattivazione delle funzionalità. Dal 4 febbraio scorso non si possono più creare nuovi profili, pagine, community o eventi di Google+, il 7 marzo seguirà la disattivazione delle notifiche interne ed, infine, il 2 aprile assisteremo down di tutte le pagine ed i profili e la perdita di tutti i commenti presenti sui widget di embed per i siti.

Molti stanno ironizzando, altri sono totalmente indifferenti, io personalmente sono davvero amareggiata perché, tutto sommato, a me Google+ andava a genio, ci sono molte cose che ricorderò per sempre.

Ecco le 9 principali:
1- Le raccolte nel profilo e nelle pagine, con il loro ruolo predominante hanno dato un ordine professionale ai contenuti, permettendo l’accerchiamento di specifiche tematiche, favorendo la creazione di sotto-profili fatti solo di contenuti che interessano.

2- L’assenza di algoritmi di ordinamento non ha influenzato l’apprezzabilità dei contenuti del canale, che grazie al suo meraviglioso “temi caldi” mi ha permesso sempre di scoprire argomenti in linea con i miei interessi, alle volte anche contenuti ironici e divertenti.
3- Il #mosnaeffect di Martino Mosna una teoria nata in Google+ e che analizzava il fenomeno dei commenti buttati casualmente sui post presenti nei temi caldi generando strascichi di popolarità, mai raggiunti su altri canali, da “umili profili”.
4- Gli hashtag fuori da Twitter, per la prima volta, quando Facebook ancora se li sognava.
5- Le cerchie e i livelli di influenza, le community, gli hangout, i +1!!

6- I profili spam a gogo, molti dei quali – sono onesta – hanno contribuito ad aumentare il mio numero di follower a 26K e farmi rientrare tra i 150 profili più seguiti in Italia, e 245° per autorevolezza (Fonte)

7- il corsivo, il grassetto ed il barrato che hanno reso i miei post esteticamente meravigliosi e leggibili.
8- Mr. Jingles. Per chi non la conoscesse è la campanella che tempo addietro rappresentava le notifiche sul social, ebbene era possibile seguire il suo profilo.

9-I Party Mode, mai decollato ufficialmente, ma aveva del potenziale se solo la penetrazione del pubblico, e la permanenza sul canale, fosse stata più alta (come funzionava).

Leggendo questa rassegna di ricordi, probabilmente rivaluterete il canale. A mio avviso Google+ è, o forse meglio già abituarsi a scrivere “è stato”, un social network con gli attributi che ha dato tanto, non solo a noi utenti, ma anche alla crescita del “social web”, ma per molti aspetti non è stato compreso.

Molte cose che sono nate su Google+, poi le abbiamo viste ricopiate su Facebook (come al solito), dunque possiamo dire con certezza che il canale ha segnato la storia dei Social e difficilmente cadrà nel dimenticatoio dei ricordi (in compagnia con Del.icio.us e FriendFeed).

Io personalmente sto continuando ad usarlo, e come me molti altri utenti appartenenti alle mie cerchie, pur sapendo che è un lavoro che tra poco più di 2 mesi andrà perso. Ma c’è qualcosa che mi fa ben sperare. Abbiamo visto sparire Google Wave, il papà di Google+, ma poi è rinato, ritrovato sotto questa nuova veste. Son sicura che Google non ci lascerà senza il suo luogo di conversazione, e noi saremo qui ad accogliere ogni nuovo cambiamento.

Ad oggi non ci resta che salvare tutto il buono che abbiamo fatto su Google+ e conservarlo gelosamente per mostrare vecchi tempi di gloria, e per dire a tutti “io c’ero!”.

PS: Sembrerà assurdo, ma noi abbiamo acquisto un cliente (di lungo corso) grazie a Google+.

Maria Pia De Marzo

Co-founder dell'agenzia, si occupa di sviluppare strategie Social e di Link Building intervenendo nell'ideazione, scelta e creazione dei contenuti nonché sviluppo dell'interfaccia comunicativa dei contenuti. In ambito design è occupata nello sviluppo di siti web, dalla radice all'interfaccia, e nella realizzazione di contenuti che siano più efficaci per comunicare in rete: infografiche, grafiche specifiche per i Social, User Interface per siti e landing page.

Co-founder dell'agenzia, si occupa di sviluppare strategie Social e di Link Building intervenendo nell'ideazione, scelta e creazione dei contenuti nonché sviluppo dell'interfaccia comunicativa dei contenuti. In ambito design è occupata nello sviluppo di siti web, dalla radice all'interfaccia, e nella realizzazione di contenuti che siano più efficaci per comunicare in rete: infografiche, grafiche specifiche per i Social, User Interface per siti e landing page.

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3 risposte a “Addio Google+: 9 cose che ci mancheranno del canale”

  1. Vito ha detto:

    CANALE CANALE CANALE

  2. Iuri Vit ha detto:

    Sono d’accordo. Google+ forse offriva meno visibilità rispetto al suo atroce concorrente blu. Ma si trattava di profili interessati e curiosi.
    Una brutta perdita.

    • Maria Pia De Marzo ha detto:

      Eh già, mancherà parecchio. Al momento sono anche dubbiosa sul seguito. I profili My Business collegati a Google Plus come verranno gestiti? Ci sono parecchi interrogativi aperti…

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