È giovane il consumatore più influenzato dai social media [RICERCA]
L’argomento “influenza” sui social media è sicuramente il più interessante da studiare e rappresenta uno degli obiettivi che maggiormente un brand o azienda si prefigge di raggiungere attraverso una strategia di social media marketing. È infatti il concetto di influenza, ergo influenzare o convincere, incentivare e allettare l’utente, che muove il meccanismo promozionale attraverso i social che, ricordiamolo, non è mai diretto ed esplicito come su altri canali.
Se da un lato il processo potrebbe non esser misurabile e quindi non si ha la reale percezione di quanto una strategia stia producendo risultati, dall’altra è possibile analizzare proprio gli utenti in rapporto al loro uso con i social ed interrogarli direttamente per capire, in linea generale, cosa essi pensino dei canali sociali correlati ad azioni di partecipazione alle attività di un’azienda.
Qualche tempo fa avevamo riportato l’analisi di due ricerche che, sull’argomento social-influenza, avevano prodotto due risultati tra loro discordanti. Una parlava dei canali sociali come vettori di influenza sugli acquisti, l’altra no, lasciandoci dunque con un interrogativo aperto: si o no?.
Oggi forse possiamo raccogliere nuovi risultati che analizzano l’utente in confronto all’uso globale che ne fa di internet. La ricerca è di Connected Consumer che ha analizzato un target di 10.000 consumatori globali sparsi tra i diversi continenti ed ha permesso di evidenziare come più della metà degli utenti sono costantemente connessi ad internet da mattino a sera con smartphone, tablet, pc talvolta passando velocemente da un dispositivo all’altro per informarsi, cercare prodotti, fare acquisti e interagire con altri utenti.
Internet è dunque il luogo in cui gli utenti possono trovare dal punto di vista commerciale convenienza e, le informazioni che desiderano, da quello umano invece troviamo la possibilità di esprimesi a pieno nelle proprie capacità e coltivare i contatti.
Del tempo speso online, è interessante comprendere, più della metà viene trascorsa sui social network e i dati sono globali, troviamo solo piccole differenze da nazione a nazione. Questo dato fa evincere come internet sia importantissimo nella quotidianità degli utenti, ma lo sono ancor più i social network che diventano la ragione per la quale un utente utilizza i propri dispositivi online.
I canali più gettonati ovviamente sono Facebook e Twitter, ma questo non vuol dire che siano quelli anche con maggior tassi di conversione e conversazione. Se ad esempio osserviamo la situazione negli US notiamo come, a parte Facebook che su un bacino dell’89% di utenti iscritti ha il 51% di utilizzo attivo e con uso quotidiano del 56%, gli altri canali arrancano. Google+, invece, mostra questa situazione: sul 53% di iscrizioni, solo il 13% lo utilizza quotidianamente. Twitter invece fa registrare solo il 9% di accessi giornalieri al canale sul 37% degli utenti iscritti, i restanti viaggiano su una percentuale d’uso quotidiano che varia dal 5% al 3%.
I social ed il marketing
A prescindere dall’uso e dalla connettività quotidiana, resta il fatto che i social sono il canale prediletto da chi naviga su internet e ovviamente questo mostra delle interessanti ripercussioni sulla reputazione che l’utente ha nei canali e di chi li frequenta, anche brand. Sommariamente l’idea sarebbe: uso un canale, lo conosco, imparo ad amarlo e a conoscere chi lo popola, quindi sviluppa affezione e fiducia. Questo procedimento è assolutamente vantaggioso dal punto di vista marketing perché sicuramente riesce ad intercettare gli utenti migliori e più predisposti. Perché?
Innanzitutto partiamo dal presupposto che una percentuale di influenza i social la hanno su tutti gli utenti, anche quelli che affermano il contrario. Proprio per l’enorme potere persuasivo di alcune pagine e per il fatto che alcuni canali, come Facebook ad esempio, conoscono gusti e interessi, in un modo o nell’altro qualcosa, desiderio o bisogno, lo inculca nell’utente utilizzatore. Quel che però varia è l’efficacia che ha il messaggio in base all’età.
Un utente molto giovane, infatti, risulta molto più propenso al coinvolgimento e all’esser partecipe delle attività di una pagina o di risposta ad una inserzione o annuncio, a differenza di quello che accade su un utente più adulto. L’indagine ha fatto emergere proprio questo. Il 32% degli iscritti ai social tra i 16 e i 35 anni sono frequentemente influenzati da quello che accade o vede all’interno delle propria bacheca social e con una percentuale del 33% che viene influenzato solo occasionalmente,questo vuol significare che su un target giovane l’efficacia dello strumento social come promozione è elevato, a differenza di quanto avviene sugli ultra sessantacinquenni, che sono raramente o per nulla influenzati dai social (81%).
Alla luce di queste nuove informazioni, sarebbe opportuno testare e conoscere per segmenti l’azione di un messaggio sociale che può esser un contenuto o un’ads per valutare la sua efficacia su diversi target di pubblico. Da provare.
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