Social Media Marketing

L’ipotesi irrealistica del fattore immediatezza sui social

Non è ormai una novità il fatto che raccogliere risultati dai canali social non è immediato. Tutti i marketing manager lo sanno e per conto loro lo sanno anche i CEO di grandi brand, lo sanno le persone comuni che gestiscono le proprie pagine personali e probabilmente è arrivata voce anche ai proprietari di piccole attività commerciali locali. Possedere una pagina sociale è chiaro che non vuol dire esser subito detentori di una presenza social adeguata, vuol dire invece avere potenzialmente in mano uno strumento che nel tempo produrrà qualche conversione.

L’obiettivo, una volta compresa l’importanza dello strumento sociale, è quello di riuscire a dotare/valorizzare questa presenza con il fattore di rilevanza, o meglio interesse, per gli utenti che decidono di seguirla. Ma come ottenere tutto questo?

Ovviamente non con l’immediatezza, ma piuttosto con il tempo, lo studio e la pianificazione dei contenuti, realizzati seguendo e perseguendo regole e modalità di azione ben precise.
Se infatti analizziamo nel dettaglio come dovrebbe esser portata avanti una strategia sociale ci rendiamo conto che proprio quelle tre componenti, tempo, studio e pianificazione, non hanno per nulla un carattere di immediatezza. Insomma parliamo già di ben tre elementi, ed ognuno dei tre, presi singolarmente, richiedono un impegno non indifferente, quotidiano e duraturo.

social-immediatezza

Fatta questa premessa, il fattore immediatezza nei social è assolutamente da escludere, soprattutto se l’obiettivo di business ha una risoluzione, cioè deve produrre risultato economico, a breve termine (a meno che non si parli di ads).

Essenzialmente, la questione non è semplicemente legata al fatto che bisogna “avere tempo quotidiano” da dedicare al canale, del tipo “dedicare 10 ore al giorno alla cura della presenza sociale, mi permette di avere un tot di ricavo”, ma “avere tempo”, costante e continuativo, da dedicare alla valutazione della portata delle decisioni strategiche appena intraprese e che verranno intraprese nel corso delle successive settimane, seguito dall’attuazione delle stesse, dall’attesa della risposta del pubblico per arrivare, infine, alla raccolta e analisi critica di quanto ottenuto. Questi saranno gli elementi che, messi insieme, risulteranno poi determinanti, dopo molto tempo, per misurare il reale successo/insuccesso della pagina.

Dunque siamo di fronte ad processo del tutto evolutivo, strategicamente non piatto, che si snoda nel corso dell’opera sulla base dei risultati via via raggiunti.

A queste riflessioni prettamente strategiche, sulla non immediatezza social, devono poi esser associati:

  • tempi della componente umana;
  • tempi della componente strumentale.

Componente umana

Per quanto riguarda i tempi della componente umana, sono quelli collegati alla coscienza dell’uomo calata in un contesto di interazione sociale. Se pensiamo che l’utente viene bombardato continuamente da messaggi promozionali nella sua vita, non si può pretendere che in un contesto di rilassamento egli possa esser propenso ad “esser disturbato” da messaggi per lui poco rilevanti. In questo ambito diventa essenziale, per le pagine, esser quanto più orientate a ragionare e pensare secondo l’ottica umana, e non commerciale, per poter entrare nella mente del lettore senza farsi odiare.

In questo modo di agire c’è da osservare che l’uomo ha i suoi tempi di risposta e quella social è molto lenta. Tendenzialmente, ho notato che l’utente che segue una pagina deve aver fiducia nell’interlocutore sociale e in quello che vede, prima di offrire le proprie azioni di interazione. Dunque la non immediatezza sta nel dare agli utenti il tempo di affezionarsi a quello che viene comunicato, di farlo proprio, e di aprirsi con le interazioni. Per questo serve dedizione quotidiana.

Tempo ci vuole anche per monitorare le risposte che gli utenti hanno nei confronti della pagina principalmente riferendosi alle fasce orarie. Lo studio dei timing di pubblicazione, cioè i tempi di risposta che sono stati tracciati e monitorati nel tempo attraverso l’analisi dei dati di interazione e l’effettiva copertura di contenuti per l’intera giornata, servono a proseguire nel miglioramento della strategia.

Componente strumentale

I tempi della componente strumentale, invece, sono strettamente collegati ai limiti offerti dallo strumento social che, a seconda della topologia, può far raggiungere determinati risultati in poche settimane o in diversi mesi. Faccio riferimento ad esempio ad algoritmi di visibilità, limiti di contenuti visualizzabili per scroll, affinity ecc…

La comprensione di come gli algoritmi sociali possono influenzare l’attività social di una pagina, permette di intraprendere azioni diverse che possono andare dallo studio del contenuto che maggiormente raccoglie interesse, a quelle invece legate alla sfera “a pagamento” dove, a fronte di una fee mensile, si può prevedere un potenziamento e miglioramento della visibilità di un contenuto, o un aumento delle iscrizioni.

Queste decisioni possono esser prese solo dopo aver dedicato tempo, non immediatamente, e partono dall’analisi e dallo studio degli strumenti per raccogliere il maggior potenziale da ognuno, nonché al mantenersi aggiornati sui costanti cambiamenti delle varie piattaforme.

Quello che rimane da dire è che, i social sono luogo di divertimento e di svago un po’ per tutti, per community manager e follower delle pagine, l’entusiasmo è effettivamente l’approccio migliore che si possa desiderare sui canali e bene o male tutti occupano la propria giornata qualche ora dedicandola ai social. Per gli utenti comuni questo è semplice, tuttavia per gli utenti business non è così banale. Per questi ultimi, l’impegno è quello di riuscire a mantenere viva la presenza social in modo costante nel tempo e lavorare a fondo nel cercare di capire le reazioni e le azioni che gli utenti compiono sulla pagina a fronte di determinate tipologie di contenuto. Insomma, un mix tra contenuto, analisi e critica è il percorso in salita per coltivare e migliorare una non immediata strategia social.

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2 risposte a “L’ipotesi irrealistica del fattore immediatezza sui social”

  1. Loris Castagnini ha detto:

    Ma quanta difficoltà a far capire tutto questo! Purtroppo la mentalità obsoleta del “pushing” dei vecchi mass media sta ancora prolificando all’interno di molte menti manageriali che prese dalla foga della meta che vedono lontana, non per la scarsità del socialmediamanager ma per la miopia intrinseca alla loro vecchia mentalità, tendono a volere “tutto subito”.
    Si accontentano dei numeri piuttosto che delle relazioni.

    #socialmediamarketing

    • Hai proprio ragione Loris. Lo sforzo di chi divulga contenuti è fornisce consulenze per il social media marketing è purtroppo doppio, l’importante è che l’interlocutore capisca (o impari a capire con l’uso) che i canali social richiedono dedizione.

      Se il messaggio non arriva, dunque non riescono a comprendere la complessità d’uso, d’altro canto è meglio. Abbandonare la gestione è la soluzione migliore rispetto a che coltivare ma in modo del tutto sbagliato una presenza social che non produrrà mai frutti.

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