Social Media Marketing

Facebook: pubblica video per le visualizzazioni e immagini per l’engagement

Il fattore visibilità torna prepotentemente a farsi strada negli studi riguardanti Facebook. Mi pare ovvio, come si potrebbe vivere sul canale all’oscuro di tutte le dinamiche che ci son dietro la tanto agognata reach!

È più di un anno che i contenuti che si danno maggior battaglia sono foto e video, solo che i primi vengono prediletti dagli amministratori per una questione legata all’efficacia dello strumento in termini di raccolta di engagement, appeal e indiscutibile comunicabilità, quindi visibilità, mentre l’adozione dei secondi è solo il frutto inarrestabile di un voluto cambiamento del social, innescato proprio dal canale stesso.

La situazione è in bilico, ed in modo sempre più pesante, a partire dall’inizio del 2014.

Ricerche con target diversi sì, ma di base con analisi dell’andamento dell’interazione sulle pagine, hanno mostrato che le foto non funzionano più su Facebook e che i video registrano una maggiore portata organica rispetto a status update fino ad arrivare alla conclusione che le pagine piccole performano più di quelle grandi.

Tutti questi cambiamenti fanno intuire che non esiste una strada maestra da seguire, tutto è abbastanza confuso e non perfettamente delineato e sembrerebbe che, l’unico modo per continuare a “sopravvivere” su Facebook è fare un lavoro individuale: cercare al massimo di analizzare personalmente la pagina, in particolare le reazioni degli utenti tramite Insights, sperimentando formati di contenuto diversi, e lasciar parlare alcune indagini.

Come l’ultima che vi proponiamo. Locowise ha nuovamente preso in mano la situazione Facebook, per cercare di capire (a distanza da un anno dall’ultima indagine), come il canale si stia comportando nei confronti della reach organica e della visibilità dei contenuti, ponendo sempre un’occhio attento sulla tipologia di formato.

Oggetto dell’analisi sono state le pagine Facebook, 5000, e la loro attività nel mese di settembre 2015. I dati ottenuti non si discostano molto da quanto espresso in precedenti risultati, solo che abbiamo un dato in più: un’analisi sulla metrica engagement.

Video godono di una reach maggiore

Quello che rimane ancora indiscusso, dati alla mano, è la reach organica dei video che resta comunque la più alta rispetto ad altri formati. Se infatti con la pubblicazione di un video si può raggiungere quasi il 9% degli iscritti, con le foto si rimane sui 7.5%.

Questo porta ancora una volta alla conclusione che video e foto sono i contenuti su cui sembrerebbe ancora interessante ed importante investire, considerato anche che gli status update, terzo posto per efficacia, raggiungono solo il 5.5%.

L’engagement che cambia

Ma, c’è sempre un ma, quello che più è interessante notare dai dati è che, mentre un video può esser visualizzato una volta e mezzo in più rispetto alla foto, l’efficacia del contenuto filmato si esaurisce prima in termini di engagement.

Dalla ricerca infatti si deduce come le foto (6.6% di engagement rate) stimolano maggiormente l’utente all’interazione, dunque sembrano ottenere un maggiore consenso, rispetto ad i video (6.5% di engagement rate).

Però, ad onor del vero, il dato sembra un po’ viziato dalla novità di Facebook di aver introdotto le GIF animate. Probabilmente le gif risultano a tutti gli effetti classificate come immagini e quindi, agli occhi dell’algoritmo, riscuotono un migliore posizionamento dunque una maggiore efficacia delle foto. Valutiamo anche questo.

Complessivamente accade che…

In media, comunque, pubblicando un contenuto su una pagina si può raggiungere una reach del 7.9% dell’audience totale, accumulando un engagement rate massimo del 6.1% sugli utenti che hanno visto il post.

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Globalmente ciò significa che, sul totale dei fan, solo lo 0.49% effettivamente ha un’interazione con la pagina, la restante parte potrebbe non esser mai coinvolta con i contenuti della pagina nonostante essi abbiano deciso di seguirla. Il dato però si attesta come migliore rispetto a Twitter, dove abbiamo un coinvolgimento sul totale dei follower del solo 0.19%.

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Facebook paid media

Infine, il dato che rimane è che per grandi pagine ben strutturate e che fanno seriamente marketing con Facebook, si sente fortemente la necessità di dover affiancare, ad un ottimo piano di contenuti, anche l’advertising a pagamento. Tra le pagine analizzate è emerso che quasi la metà delle pagine utilizza Facebook Ads (47%) per consentire alla reach di passare da percentuali ad una cifra, ad un più efficace 30%.

Insomma sembra ancora una sfida aperta quella con la reach organica di Facebook e purtroppo per ottenere risultati in qualche modo confortanti è sempre più determinante investire budget e tempo nell’approfondire le dinamiche del canale.

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