Social Media Marketing

Facebook, Instagram e Pinterest per il Visual Marketing: il confronto

Il web che piace è sostanzialmente visuale. Ci piace osservare un contenuto per provare un’emozione più che leggere un’emozione descritta in un articolo testuale. L’immagine trasmette il proprio contenuto immediatamente rispetto a un testo o a un video, ecco perché risulta essere il contenuto vincente e più coinvolgente nelle strategie di content marketing e che motiva la diffusione di sempre più social media basati sulle immagini.

I brand sui social devono veicolare emozioni, basate sul permission marketing e che possano entrare in sintonia con gli interessi degli utenti. Alla base di questo c’è la teoria del visual marketing, una strategia che, inserendosi nelle finalità strategiche di una più ampia content strategy, porti i brand a sfruttare i canali più adatti per comunicare con immagini sostanzialmente per suscitare emozioni condivise, innescare logiche di marketing virale e far emergere bisogni latenti in potenziali clienti.

Attualmente Facebook, Pinterest e Instagram risultano essere i canali su cui i brand dovrebbero investire. Ho cercato di metterli al confronto in base alla loro capacità di essere utili ai brand in termini di Visual Content Marketing.

Facebook

Probabilmente non sarebbero esistiti Instagram e Pinterest se i loro fondatori non avessero compreso quale potere quasi ipnotico avessero le immagini sugli utenti Facebook in termini di engagement. Nel caso di Facebook si è nel tempo scoperto che le immagini riscuotono più successo (likes, commenti, shares) perché appaiono nelle bacheche degli utenti in un formato che salta più facilmente all’occhio, richiedono un azione soltanto per interagire e ogni azione dell’utente sull’immagine è potenzialmente “virale” e visibile da molte più persone. Poi grazie all’algoritmo EdgeRank di Facebook più interazione c’è sul contenuto (e l’immagine riesce a totalizzarne mediamente più di un video o status testuale) più facilmente sarà visibile tra i “post popolari” della bacheca per utenti che ad esempio si connettono ad ore di distanza dalla pubblicazione dell’immagine.


Credit immagine: Dan Zarrella

Pinterest

Diffusosi in modo massiccio nell’ultimo anno (parlammo di Pinterest qui), si basa sempre sulle immagini ma ha caratteristiche diverse da Facebook, sebbene si dice che Facebook abbia contribuito in modo significativo alla sua diffusione per mezzo dei login. Pinterest permette all’utente di condividere tutto quanto gli piace, i propri interessi quindi, sotto forma di board tematiche e di seguire/farsi seguire da utenti con gli stessi interessi. Quando siete su Pinterest l’immagine non ricopre quasi tutta la schermata del vostro pc, come succede ad esempio con le immagini su Facebook, bensì avete una sorta di gallery di immagini “a cascata” che permette di condividere potenzialmente tutte le cose belle che si trovano sul web.

La cosa certa è che Pinterest è cresciuto e il tempo di permanenza medio degli utenti su Pinterest ha eguagliato quello su Facebook: 405 minuti al mese per utente. L’utenza è però soprattutto femminile (68,2 %) ma è presto diventato una forte fonte di traffico e di conversione all’acquisto soprattutto per i retailers. Perché accade questo? Probabilmente perché la dinamica di esposizione visuale delle board di Pinterest ricorda molto gli ecommerce, forse eBay, anche la possibilità di inserire il prezzo e ciò probabilmente lo rende più “fiducioso” quale strumento di Social Commerce rispetto a Facebook.

Immagine dalla ricerca “Social Image Sharing and Online Shopping” – Agosto 2012

Instagram

Nato, pensato e ideato essenzialmente per un utilizzo mobile, ti permette di catturare quello che stai vedendo, vivendo, facendo in quel dato momento. Quello che ha reso Instagram praticamente un’innovazione radicale nel mondo delle immagini è stata la possibilità di aggiungere i filtri che permettevano di rendere alcune foto piccole opere d’arte, facendo storcere il naso a tanti fotografi professionisti. Con l’acquisto da parte di Facebook e l’arrivo della versione anche per dispositivi Android, il boom di utilizzo è stato quasi immediato e naturale. L’interazione su Instagram è fugace e anche il tempo che ci dedichi: non devi fare altro che scorrere le foto dei tuoi contatti o degli hashtag che desideri esplorare e interagire con likes e commenti con quelle che ti piacciono di più, oltre a caricare le tue che potrai letteralmente diffondere grazie all’utilizzo di appositi hashtags identificativi.


Tratta dall’infografica “Instagram Nation”

Quale migliore per i brand?

Diciamoci la verità, siamo in Italia, siamo un popolo di pigri digitali e l’adozione dei social nel nostro paese è lenta come l’attraversamento di una strada da parte di una tartaruga. Qui da noi, fermandoci al visual marketing, funziona molto bene Facebook, ma non per vendere direttamente come si potrebbe fare su Pinterest, ma semplicemente per diffondere il brand, per diffondere emozioni, per innescare meccanismi di marketing virale e aumentare il numero di fans, ecc. Pinterest funziona molto bene, soprattutto in funzione di quali prodotti possiamo vendere. Sembra funzionare molto bene per prodotti legati al design, alla decorazione, all’abbigliamento, ecc. Instagram invece è ideale per promuovere tutto ciò che ruota attorno al brand e non i prodotti in senso stretto, quindi territorio, uffici e sedi aziendali, prodotti che ancora devono essere lanciati, personale al lavoro, ecc. Facebook invece può sfruttare i numeri della massa, l’algoritmo EdgeRank e li ci possono benissimo finire anche tutte le foto scattate su Instagram, che comunque su quest’ultimo possono ottenere un’esposizione anche al di fuori degli utenti iscritti alla pagina, utilizzando specific hashtags. Se volete analizzare meglio come i brand stanno usando i 3 canali, per Facebook trovate diversi spunti in questo blog, per Pinterest potete leggervi la raccolta su Pinterestitaly (tra cui c’è anche un case study gestito da noi) e per Instagram trovate diversi case study qui e qui su questo e blog e qui sul blog Instagramersitalia. In tutti e 3 i casi ricordatevi però che la qualità dell’immagine conta! 😉

Professionista SEO, da sedici anni, progetta strategie digitali orientate allo sviluppo di visibilità online. Come SEO ha lavorato in prima persona a differenti progetti complessi in settori ad elevata competizione, costruendo da zero progetti da oltre 20 mila visitatori giornalieri.

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