Cosa cambia in Facebook Ads dopo lo scandalo Cambridge Analytica
Lo scandalo Cambridge Analytica che ha investito Facebook in queste settimane avrà ripercussioni anche sui marketers e advertiser che utilizzano la piattaforme per promuovere piccoli e grandi business. Le conseguenze però, potremo valutarle soltanto nel medio-lungo termine.
Ci sono però già delle novità annunciate da Facebook che vanno nell’unica direzione che è ora l’obiettivo principale da perseguire per riconquistare credibilità: rendere sicuri i dati di miliardi di persone.
Di seguito sintetizzo alcune novità che cambieranno (o potrebbero cambiare) il modo di fare marketing su Facebook mediante Fb Ads.
Indice dei contenuti
1. Cambiamenti nei Pubblici Personalizzati (Custome Audience)
Partiamo dai cambiamenti che secondo me sono più importanti. Le funzionalità di creazione del Pubblico Personalizzato sono il fiore all’occhiello della piattaforma di marketing di Facebook. Ciò che ha, a tutti gli effetti, dato più efficacia alle opzioni di targeting della piattaforma, permettendo agli inserzionisti di raggiungere utenti che si trovano in una fase decisionale che dimostra un intento di acquisto manifesto e non latente e ancora da indurre.
Come primo cambiamento c’è che, ad ora, non viene più mostrata più la copertura potenziale nell’ad set. Ciò era importantissimo in fase di restringimento del target mediante altre impostazioni di targeting.
Inoltre, sembrerebbe che Facebook stia sviluppando un nuovo tool che obbligherà gli inserzionisti ad ottenere il consenso dagli utenti prima di utilizzare i loro indirizzi email. Sebbene non si capisca ancora come il tool funzionerà, ciò potrebbe generare anche una riduzione del pubblico escludendo quegli utenti che non hanno mai prestato il consenso.
2. Stop alle Categorie Partner
Facebook eliminerà le opzioni di targeting degli annunci di terze parti presenti nelle opzioni avanzate per il pubblico, inclusi i dati supplementari del pubblico di aziende come Axiom o Experian. Queste opzioni sono denominate Categorie partner e possono essere molto efficaci quando si cerca di raggiungere gli utenti in base alle azioni intraprese al di fuori di Facebook.
Questa decisione riguarda proprio da vicino lo scandalo di cui Facebook è stato protagonista queste settimane.
3. Blocco alle app di terze parti
Un post su Facebook di Michael Vittori mi porta a conoscenza del fatto che Facebook ha anche bloccato l’accesso a tante app di terze parti. App che magari non avevano un’incidenza sulle campagne di advertising ma che, accedendo comunque alle informazioni personali degli utenti. Tra queste ci sono le chat app come Chatfuel e Manychat. A quanto pare le chat già attivate e collegate a pagine, continueranno a funzionare, ma non è possibile creare nuovi collegamenti.
Un bel problema tutto ciò, non trovi? Uno strumento che, per riacquisire fiducia da parte di utenti e media, dovrà forse sacrificare il suo miglior strumento di business.
Che se dovesse essere vero quello che raccontate…”Inoltre, sembrerebbe che Facebook stia sviluppando un nuovo tool che obbligherà gli inserzionisti ad ottenere il consenso dagli utenti prima di utilizzare i loro indirizzi email. Sebbene non si capisca ancora come il tool funzionerà, ciò potrebbe generare anche una riduzione del pubblico escludendo quegli utenti che non hanno mai prestato il consenso..” sarebbero guai seri, figurati se un utente da l’approvazione per al creazione di una CUSTOM AUDIENCE, secondo ammesso e non concesso che dia l’AUTORIZZAZIONE quanto ci metterà a darla?
Ciao Emilio,
da quanto si capisce dal post che ho linkato che riprendeva una comunicazione inviata da Fb ai clienti adv, l’inserzionista in fase di inserimento dovrà certificare (suppongo spuntando la casella apposita) che l’utente ha prestato il consenso all’utilizzo delle caselle mail. Non è chiaro invece come l’utente potrà negare il consenso.