Evergreen content: a che punto siamo?
In questo blog abbiamo spesso parlato del tema degli evergreen content e della loro importanza soprattutto a lungo termine.
In genere tutto il contenuto che viene prodotto in rete, più o meno utile, serve per mette in opera una qualsiasi strategia di content, ma se ci soffermiamo un attimo ad analizzare le tipologie di contenuto (real-time, blogpost, social content, whitepater, e così via) ci renderemo conto di quanto siano nette le differenze e gli scopi con cui essi vengono creati.
Possiamo dividere i contenuti in:
- flash: ossia quei contenuti che nascono, vivono per il tempo previsto (non si va oltre la settimana) e poi perdono la loro efficacia;
- interminabili: corrisponde a quei tipi di contenuto che vivono sempre, hanno carattere di utilità e possono esser aggiornati, quindi sono riusabili.
Nella prima casistica facciamo rientrare tutte quelle campagne promozionali, o contenuti per i social, che vivono per l’attimo in cui sono visualizzati, hanno un carattere di utilità limitato e difficilmente vengono recuperati nel tempo perché, a breve, risultano obsoleti o semplicemente non ha più significato di esistere.
Nella seconda categoria, invece, rientrano i potentissimi evergreen content che, al contrario, producono sempre un valore, di traffico o di conversione, perché hanno raggiunto l’obiettivo principale: posizionarsi su un motore di ricerca per una specifica parola chiave (commerciale o meno).
Quanti contenuti diventano EVERGREEN?
Un’analisi interna interna condotta su Wired, da Indu Chandrasekhar (Director of Audience Development) – divulgata poi in un webinar – ha evidenziato che i contenuti lavorano più di quanto si pensi.
Considerando i 26 anni di attività del brand, a cui corrispondono 26 anni di contenuti, sarebbe facile arrivare alla conclusione che quanto è stato prodotto in passato sia ormai perduto o sotterrato nell’overload informativo, ma non è così.
Grazie alle dinamiche della rete, in particolare dei motori di ricerca, e all’irrefrenabile voglia di scoperta degli utenti, ogni informazione non più fresca risulta essere più che viva ed attiva.
Cosa significa? Semplice! Se è vero che i contenuti nuovi rappresentano il motore che alimenta e ravviva l’attività aziendale, quotidianamente, in realtà sono i contenuti “sempre verdi” il vento che permette di dare respiro ad un piano editoriale. In particolare, si legge in una slide dell’intervento, gli evergreen content occuperebbero ben il 40% di tutti i contenuti prodotti, mentre il restante 60% è assegnato ai contenuti freschi.
A conti fatti, dunque, abbiamo una percentuale più che consistente che conferma quanto, la vita di alcuni articoli, whitepaper, liste, ecc.. può essere più lunga di quanto si pensi. Benvenuti nel mondo evergreen!
In sostanza, nel 40% ci finiscono quei contenuti che hanno un’età che va una settimana ad oltre 6 mesi, ma badate bene di sicuro non parliamo di contenuti leggeri o senza spessore. Se andassimo a fondo, di sicuro scopriremmo che parliamo di un contenuto nato e studiato per uno specifico scopo.
Come creare un evergreen content?
Come fare, allora, a creare contenuti che abbiano la caratteristica di durare nel tempo?
Step 1
È chiaro che ottenere un prodotto che dura nel tempo deve essere una scelta che va a fatta a monte, che nasce da un’attenta pianificazione soprattutto di ciò che gli utenti chiedono ad un sito, o le query con cui gli utenti arrivano sul sito. Insomma un evergreen content è una risposta ad una specifica esigenza.
Step 2
Alla scelta della tematica, segue una specifica scelta di come il contenuto deve esser organizzato. La cosa principale è sviscerare l’argomento in modo che ogni elemento trasversale, o correlato, venga sviluppato in modo da risultare completo e ricco di valore.
In questo modo l’utente troverà risposta a più domande e magari, una volta trovato il contenuto, ottenuto un beneficio come una risposta ad un problema, deciderà di renderlo disponibile alla sua community, re-innescando il processo di condivisione.
Step 3
Infine, lasciare che il contenuto viva, che sprigioni il suo potenziale e riceva la risposta dal pubblico. Il resto è un lavoro di attesa e di raccolta di risultati. È opportuno, una volta constatato il successo, prevedere un aggiornamento continuo del contenuto in modo che sia realmente considerabile sempre attuale.
Questi dati condivisi da Wired ci insegnano che non bisogna sottovalutare il potere di un contenuto nel tempo, soprattutto se alla base c’è un lavoro di qualità, che apporta qualità giorno dopo giorno. A che punto sei messo con i tuoi EVERGREEN?
Vuoi dire la tua?