10 errori comuni nel Content Marketing e come risolverli
Lavorare con i contenuti, per quanto mi riguarda, è uno degli ambiti più affascinanti del Web Marketing. Ogni percorso che si intraprende, quando si deve partire con una nuova campagna, non è mai costruito su una strada rettilinea o lineare, scorrevole, ma mostra sempre piccoli ostacoli, solitamente visibili solo in corso d’opera. Spesso, tutto questo, non è prevedibile perché le variabili coinvolte sono molte, dunque il livello di attenzione è spesso alle stelle, come anche i nervi.
Non vorrei spaventarvi, ma ho una nota positiva in questo “casino”. Il fatto che, operando con i contenuti, ci si senta messi sempre un po’ in discussione, nonostante si abbia maturato un po’ di sicurezza nell’operare, è dannatamente stimolante.
Il non sapere dove ti porterà questo o quell’infoprodotto, quel contenuto, quell’immagine, quel video, insieme ad una buona dose di ansia, spinge la dopamina ed il benessere ad alti livelli, portando mente e corpo ad operare con un livello di attenzione e di impegno sempre ai massimi livelli.
Nel corso degli anni abbiamo sbagliato, rimediato e sbagliato di nuovo, su nuove cose, ma abbiamo imparato ad aggiungere tasselli per capire quale è il punto dove si notano delle mancanze, ed infine a porre rimedio.
Ecco perché, anche come promemoria personale, ho raccolto un po’ di situazioni che potrebbero portare facilmente ad esser messi in discussione in un processo di realizzazione di una campagna di Content Marketing. Vediamo gli errori più comuni che ho fatto, ed ho visto fare. Quelli in cui è più facile cadere in inganno.
Indice dei contenuti
- 1. Non ascoltare la propria target audience
- 2. Sfruttare topic già ampiamente discussi (da altri)
- 3. Errata interpretazione dei dati rappresentati
- 4. Puntare alla complessità, ma less is more
- 5. Scegliere un formato non idoneo
- 6. Utilizzare risorse grafiche non premium
- 7. Nel seeding PR utilizzo dei CC
- 8. Non controllare i testi (refusi errori, nomi errati)
- 9. Dimenticare di menzionare le fonti
- 10. Dimenticare di contattare le fonti
1. Non ascoltare la propria target audience
Al primo posto su tutti, ci metto un errore che è abbastanza elementare da fare. Solitamente si verifica nelle giovani leve che, magari in vena di sperimentare, si buttano a capofitto nella realizzazione di un contenuto, senza una corretta pianificazione.
Uno dei motivi per cui un contenuto riscuote molto successo è l’analisi della propria target audience. Ascoltare il lettore, le sue richieste, i suoi dubbi porta quasi sempre ad una rapida risoluzione del topic da sviluppare, ma anche ad una più facile diffusione del contenuto.
2. Sfruttare topic già ampiamente discussi (da altri)
Altro errore è cercare di replicare il successo ottenuto da altri, magari competitor, allo scopo di ottenere il medesimo risultato.
Spesso questa strategia non funziona perché il problema più grande è il non essere stati “first mover”. Il fatto di pensare un’idea e realizzarla prima di tutti, pone in una situazione privilegiata perché vuol dire che si è riusciti ad interpretare correttamente i desideri del lettore e cavalcarli. Replicare l’idea vuol dire dare informazioni che sono già entrare in possesso per il lettore. Risultato? Nulla di fatto. Da rifare, o meglio da ripensare secondo un’ottica nuova e rinnovata.
3. Errata interpretazione dei dati rappresentati
Una volta raccolte le fonti si può avere a disposizione un numero elevato di dati. Talvolta più di quanto se ne ha bisogno. Aver raccolto molte informazioni, però, può portare a mal interpretarne alcune e tralasciarne altre, rilevanti, portando all’errore.
Nella fase delicata di ricerca dei dati è essenziale essere “analitici” e pianificare già una corretta schematizzazione delle informazioni in modo da non tralasciare quelle più rilevanti, confonderle, mischiarle o, nel caso peggiore, darle una errata interpretazione che potrà poi esser messa in discussione dal lettore.
4. Puntare alla complessità, ma less is more
Molto spesso accade che un’idea semplice è quella che funziona di più. Quando si sceglie un contenuto da realizzare, l’idea di voler inserire “troppo” e creare un contenuto complessissimo, si traduce in un rallentamento nella comprensione dell’obiettivo del messaggio, ed in un abbandono per difficoltà tangibili da parte dell’utente.
Se, in fase di creazione di un contenuto si dispone di molte informazioni, si deve scremare. Una strategia utile è quella di selezionare o scorporare le informazioni, in modo tale da creare due contenuti distinti che abbiano due scopi differenti.
Facendo questo ci assicuriamo non solo il minimo sforzo per l’utente, che deve leggere, comprendere e condividere il contenuto, ma soprattutto abbiamo guadagnato un bonus per la prossima realizzazione.
5. Scegliere un formato non idoneo
Altro problema attanagliante riguarda la scelta del formato di rappresentazione di una informazione complessa.
Di solito l’obiettivo di una campagna di contenuti è rendere un messaggio di facile comprensione nel più breve tempo possibile, in modo da interessare immediatamente l’utente e portarlo alla condivisione.
I formati ad immagine sono i più veloci per raggiungere questo scopo, ma non sono gli unici. Esistono varie modalità per rappresentare un contenuto. Se è troppo lungo un ebook è più che utile, un long form consente a quel contenuto di vivere meglio nei motori di ricerca, le immagini si prestano per esser ri-condivise.
Ogni formato ha il suo scopo, dunque è necessario non fossilizzarsi su un formato preferito, ma variare anche per creare un po’ di armonia nei piani edioriali.
L’utilizzo di risorse non professionali rischia di intaccare il successo di un contenuto. La scelta delle immagini che corredano un post, l’impaginazione di un ebook, una infografica ben realizzata, sono questi i principali elementi su cui bisogna basarsi.
Quando si tratta di produrre contenuti per l’online, “il contenitore è fondamentale quanto il contenuto”. L’avrete sicuramente sentita questa! Per cui non si può prescindere dal fornire una risorsa che, prima di tutto, comunichi professionalità e leadership nella realizzazione.
7. Nel seeding PR utilizzo dei CC
Uno degli errori che può falsare anche il successo di un’intera campagna è la “non esclusività” nel somministrare un prodotto. Nei processi di Outreach Seeding è essenziale che ogni destinatario del nostro messaggio sia trattato come se fosse un nostro più stretto parente, da convincere.
Dobbiamo, perciò, essenzialmente lavorare sulla comunicazione scritta. Una mail siamo in grado di scriverla tutti, come siamo in grado di semplificare il processo di invio avvalendoci degli arcaici metodi di invio massivo.
Purtroppo per chi lavora di contenuti tutto questo è un’utopia. Ogni blog, testata, sito che deve ricevere il contenuto deve ottenere un messaggio altamente personalizzato e soprattutto in linea con le aspettative di contatto che si hanno. Ma soprattutto l’errore più grossolano che si possa fare, se si usano espedienti di invio, è il non utilizzare il CCN nelle mail, rendendo visibili tutti gli indirizzi mail “seedati”.
8. Non controllare i testi (refusi errori, nomi errati)
È ovviamente uno degli errori più grossolani che si possano compiere: non controllare gli errori. Prima di condividerlo, sembrerà banale, ma è ESSENZIALE fare un check sui refusi. È la cosa più semplice che possa accadere: sbagliare un accento, invertire una parola o inserire una doppia virgola. Parliamo di errori di battitura.
In fase finale è essenziale sottoporre il contenuto a più persone (una sorta di test) che possano verificare che tutto sia stato scritto correttamente compresi nomenclature errate, nomi, acronimi ecc…
9. Dimenticare di menzionare le fonti
Un contenuto, per quanto originale esso sia, non può esistere senza avere fonti esterne. In particolare articoli di ricerca o infografiche, hanno al loro interno informazioni che contribuiscono all’obiettivo divulgativo del messaggio.
È fondamentale dunque esplicitare, anche per correttezza, tutte le fonti che abbiamo utilizzato per costruire il contenuto. Un consiglio che posso darvi, e che ho imparato a mie spese, è quello di segnare ogni volta la fonte a cui si è attinto in modo tale da non arrivare alla fine del processo con una mole di informazioni talmente elevata, dal non esser più in grado di ritrovare chi ve l’ha fornita.
10. Dimenticare di contattare le fonti
Infine, correlato con il precedente punto, è importante ricordare che le fonti possono diventare esse stesse una parte fondamentale per la divulgazione del contenuto. Non a caso, in fase preliminare, è importante anche selezionare da DOVE le informazioni vengono reperite in modo tale che in fase di diffusione del contenuto, le fonti entrino di diritto a far parte della rosa di blog, siti ecc, che debbano ricevere in anteprima il contenuto per visionarlo ed utilizzarlo a corredo di quel post (a cui vi siete ispirati) che tratta le informazioni rappresentate.
Insomma questi rappresentano gli errori comuni che mi sono venuti in mente. Penso possa esser interessante considerarli come dei piccoli promemoria che vi consentiranno di non sbagliare, anche se posso confermare che dall’errore la propria professionalità ne esce rafforzata.
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