Ecommerce in Italia: analisi, trend del momento e aspetti Social
La crisi italiana si sa ha intaccato tutti i settori anche quello del web. Gli investimenti sui canali social, ad esempio, pur richiedendo un grosso sforzo di investimento da parte delle aziende vista la competitività di presenza tra i concorrenti e le riduzioni di visibilità varie, subiscono una flessione almeno per le piccole aziende che si trovano a dover ridurre le percentuali di investimento per rimanere in qualche modo a galla.
Ma questo non vuol dire che non si stia lottando. Apprendiamo in queste settimane, che ad esempio il settore dell’ecommerce in Italia, sta lavorando con sforzo e determinazione per occupare un posto di rispetto nel settore commerciale. Uno studio, infatti, si è preoccupato di analizzare l’approccio che le aziende italiane hanno rispetto al commercio elettronico e come esse si trovino ad affrontare l’innata diffidenza del “comprare a distanza” del consumatore classico, proprio per evitare di restare indietro rispetto agli altri paesi.
Secondo un rapporto di Casaleggio e associati, che ha analizzato secondo la modalità survey 3000 aziende (italiane e multinazionali) che operano nella vendita online, nonostante il 47% degli italiani abbia accesso alla rete tramite computer, smartphone e tablet si ha sempre più difficoltà ad effettuare acquisti online. Chi è l’imputato?
Indice dei contenuti
Analisi del mercato elettronico italiano
Nel 2013, il mercato dell’ecommerce in Italia ha fatto registrare introiti di qualcosa come 22,3 miliardi di euro con una crescita del 6% rispetto al 2012 nei settori più disparati. Il tempo libero è il settore maggiormente interessato, con il 54% del fatturato (gioco online e scommesse) diventa il settore dominante di spesa del consumatore italiano online, segue il turismo con il 27% e le assicurazioni ed elettronica con il 5% mentre la restante percentuale è distribuita tra centri commerciali intesi come grandi store online come eBay, Amazon ecc.., editoria, moda, alimentare, arredamento e bellezza.
I trend dell’ecommerce
Motori di ricerca e big player
Uno dei principali trend in analisi è la posizione di importanza che ricoprono le grandi aziende di distribuzione di prodotti online: i big player. I big player giocano un ruolo fondamentale nella fiducia del consumatore infatti, colossi come Amazon o eBay diventano il punto di riferimento per gli acquisti anche se risulta che spesso l’utente giunge su questi siti, non direttamente, ma referral da Google.
I motori di ricerca risultano infatti il punto di partenza dal quale il consumatore ricerca il prodotto e decide di acquistarlo. Questo dato fa supporre che il punto di partenza debba essere la SEO…
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L’evoluzione della vendita al dettaglio
Si nota inoltre come anche chi opera nella vendita al dettaglio, individui solitamente che hanno un negozietto in centro o in periferia dunque dediti al commercio tradizionale, si stiano sempre più spostando nell’online per vendere i propri prodotti producendo un duplice vantaggio: maggiore visibilità dei prodotti e gestione migliore del magazzino fisico grazie alla vendita di prodotti invenduti.
Nelle azioni di vendita al dettaglio, altro trend in crescita, è l’utilizzo di strumenti di marketing che invoglino l’utente ad acquistare online. Molto spesso negli store fisici non esiste un prodotto in tutte le colorazioni o taglie, diventa quindi essenziale dirottare l’utente verso l’online, con acquisti anche in store, per aumentare le vendite.
La presenza mobile è determinante
Altro trend fondamentale è che il numero di utenti che si collega da mobile è in rapida crescita e che il commercio elettronico deve per forza di cose essere al passo con l’evoluzione dell’utente. Dunque diventa importante disporre sempre più di piattaforme di vendita che siano orientate al massimo al mobile. I punti focali su cui concentrare l’attezione sono:
- una UX adeguata che consenta una consultazione rapida dei prodotti
- un sistema di pagamento veloce sono i punti focali su cui concentrare l’attenzione.
In questo Amazon primeggia perché grazia alla gestione dei dati di pagamento dell’utente rende più veloce l’acquisto online.
L’argomento mobile è sentitissimo dalle aziende che per quanto riguarda gli investimenti, nel 2014 oltre tre aziende su quattro decideranno di aumentare la spesa nel mobile in modo da presidiare e intercettare i consumatori connessi. In particolare le attività che verranno principalmente svolte saranno lo sviluppo del sito in versione mobile e lo sviluppo di app per smartphone.
La promozione online è difficoltosa
Una consapevolezza elevata delle potenzialità dell’ecommerce viaggia pari passo con gli investimenti promozionali. Gli intervistati, a riguardo, evidenziano la loro difficoltà nel promuovere la propria presenza online. Il 45% degli intervistati ammette di non essere in grado di riuscire efficacemente a sfruttare gli strumenti che offre internet per la promozione, mentre il 36% ammette di ottenere risultati soddisfacenti. Il dato è in lieve flessione rispetto al 2013 quando più della metà degli intervistati sentiva il peso di non fare adeguatamente tutto per promuoversi online contro il 30% che si riteneva soddisfatto.
A livello di strumenti di promozione regna su tutti il keyword advertising a cui viene assegnato il 28% del budget di promozione (in aumento di +5 punti rispetto al 2013), segue l’email marketing e i social con il 15%, ma mentre le mail hanno subito un calo rispetto al 2013 di 2 punti gli investimenti sui social aumentano di 2 punti. Sempre sui social, la consapevolezza dell’efficacia del canale è elevata e, nonostante le difficoltà delle aziende di misurare i risultati, gli investimenti in futuro sono destinati ad aumentare per il 50% dei manager.
Anche la SEO ha una fetta importante del budget che viaggia intorno al 14%, in diminuzione rispetto all’anno precedente.
Ovviamente è Facebook il canale ritenuto più efficace con il 65% seguito, sorprendentemente da Youtube con il 41%. Netto distacco per altri social come Twitter o Google+ che, con la metà di efficacia registrata dagli intervistati rispetto al precedente social, si posizionano in basso per potere promozionale.
La ricerca è lunga ma interessante, dalla quale ne esce un bellissimo spaccato di quanto avviene nell’universo dell’ecommerce online italiano. Sembra che le aziende siano pronte ad esserci e gli sforzi per farlo lo dimostrano. Forse il vero cambiamento deve avvenire nel consumatore finale che deve sviluppare ancora una fiducia incondizionata nello strumento.
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maria pia dai una occhiata al mio sito di e-commerce di prossimità http://www.altroacquisto.it poi mi fai sapere se per caso ebay amazon google hanno mai aiutato l’anziana ha comprare il biglietto (senza guadagnare nulla) perchè la stazione ferroviaria è chiusa perchè la biglietteria automatica è rotta oppure aiutato l’extracomunitario che deve trasmettere i documenti all’ambasciata italiana in macedonia continuate a parlare dei big che come dice raccioppi non pagano le tasse in italia dimenticando chi cerca con tutti i modi di aiutare questa disgraziata italia. se vuoi sapere invece come è la situazione veramente trovi i contati sul sito internet.
Io non sono per nulla daccordo con questa analisi non è ben fatta, ma molto superficiale!
Anzitutto chi fà queste analisi si basa su dei sondaggi fatti ad aziende (che possono anche dire fesserie al telefono) e su un campione di utenti. Se poi le aziende in testa sono Ebay, Amazon e altri big questo fatturato non è italiano, ossia non resta in ITALIA e le stesse non pagano le tasse italiane. Facebook il canale più efficace per l’Ecommerce ? ma forse stiamo scherzando e dando i numeri ? Adwords è il canale più efficace e che tira forse 80% dell’ecommerce! Qui in ITALIA non si sà più che scrivere e a chi dar retta alla fine… ma se questi intervistassero SEO e webmaster forse uscirebbe fuori un analisi molto più precisa, totalmente diversa da questa.
Ciao Carmelo,
io penso invece che tu non abbia saputo cogliere i punti salienti di questo sunto che ho fatto e che essenzialmente estrapola per ogni ambito che ruota intorno all’ecommerce il meglio. Se avessi letto per bene quello che ho scritto, in cui ci ho tenuto appunto a suddividerlo in paragrafi, scoprirai che Facebook non è il canale più efficace, ma tra i social è il canale più utilizzato ed il più efficace, mentre se vediamo complessivamente tutti i canali promozionali al primo c’è il keyword advertising e i social sono al 3° posto. Per quanto riguarda invece Amazon ed eBay sono stati menzionati per il livello di fiducia che danno all’utente per gli acquisti online e non per il livello di fatturato dove, come si legge dal grafico che ho pubblicato, occupano solo il 3% del fatturato nazionale.
Ad ogni modo, ti consiglio di dare un’occhiata al whitepaper completo per capire per bene quel che ho cercato di sintetizzare 🙂
Ciao, scusa ma non era una critica al post, non prenderla sul personale! Tu hai scritto un bell’articolo, ma questi sono dati totalmente errati non coincidenti la realtà… altra cosa che non dicono questi signori delle statistiche o meglio dire sondaggi… che il 99% dei siti Ecommerce in ITALIA sono un fallimento completo, solo 1% hanno successo.
Facebook fà lo 0,1% di conversioni (diciamo la verità una volta tanto) e non serve a nulla! amenoche’ il tuo non sia un sito di dating, escort, incontri, etc. perché questo cerca la gente su Facebook! 😉
Ciao Carmelo, mi piace quando ci sono guerrieri come te a discutere 🙂
Guarda, se prendi la palla parlando dei “signori dei sondaggi” ti do ragione al 120% e questo perché ( ogni tanto l’esame di statistica è utile a qualcosa) un sondaggio è solo un campione e non è la realtà.
Come ho indicato nel mio primo commento infatti occorre prendere questi dati con la dovuta considerazione che indicano una situazione macro, la realtà del singolo può essere diametralmente opposta. Poi è anche vero che queste statistiche possono avere uno scopo diverso, infatti in quanto tali servono ad indicare un trend di ampio respiro se tu volessi qualcosa di super-attendibile dovresti essere super-selettivo e restringere la ricerca alle singole realtà cittadine.. il che puoi capire è impossibile.. per non parlare poi di un’altra cosa..
..come insegna il buon vecchio Martin Lindstrom una statistica che si basa sulle risposte consce può essere pericolosa perchè l’uomo acquista quasi sempre in modo inconscio e spesso all’opposto di ciò che la razionalità suggerisce..
Questa statistica per me è molto, molto, molto utile proprio perchè mi permette di capire il trend generale e quindi il potenziale dei miei clienti nella realtà del singolo! E ringrazio @mariapiademarzo:disqus perchè smazzarsi i documenti per estrapolare un articolo come il suo è una “sbatta” 🙂
Invece per quanto riguarda Facebook, non so se lo 0,1% l’hai scritto solo per fare un esempio, per quanto mi riguarda è lo strumento più efficace che ho a disposizione e mi permette di convertire davvero molto bene.. spendere 10€ e raccogliere 30 nuovi leads profilati non è strano e con adwords non riesco a tenere le conversioni così economicamente basse… poi ovviamente una volta raccolti i contatti occorre fargli la vendita, ma qui la strada per quanto mi riguarda è in discesa perchè una volta cha hai il lead profilato, con una buona compagna di email mktg, non paghi più per le tue promozioni.. ma questa ovviamente è solo la mia esperienza e va presa come tale, perchè ogni mercato, anzi ogni nicchia e soprattutto l’impostazione di ogni attività fanno moltissime differenze.. e anche facebook può tranquillamente essere meno efficace di Adwords & Co
Grazie davvero per la discussione, voi cosa ne pensate, in che modo state utilizzando i social o adwords per convertire alla vendita?
Ciao Roberto, ho letto il tuo commento e avrei piacere ad approfondire la tua esperienza con facebook in termini di conversioni, settore, tipologie di campagne. Ti comunico che oggi pubblichiamo un nuovo post dal titolo “facebook converte o meno?”.
Se ti va, un tuo commento in merito sarà benvenuto 😉
Io penso che @Roberto_Chiera:disqus abbia a pieno colto il senso della ricerca e il perchè abbia deciso di pubblicarla.
Voglio comunque puntualizzare che su 3000 aziende di ecommerce individuate solo 360 hanno partecipato attivamente alla compilazione delle interviste, un po’ poco per creare uno spaccato globale della situazione italiana dato che, come si legge si fa riferimento i dati fanno riferimento ai principali operatori del mercato (aziende italiane e filiali multinazionali).
Probabilmente,dunque, il campione non è significativo per rappresentare l’intera situazione dell’ecommerce italiano, ma in ogni caso serve da supporto ai piccoli per capire come i grandi si muovono per ottenere conversioni dai propri siti (e i trend sono sono cruciali) 🙂
Grazie per la bellissima discussione! 😉
Ciao Dario, d’accordo commenterò con piacere in modo da darti qualche approfondimento maggiore riguardo al “come mi muovo”.. approfittatene che in questi giorni sono più libero del solito 😛
Le mie osservazioni si basano sulle conversioni di circa 100 siti Ecommerce, statistiche vere non presunte! Sono piccole aziende che fatturano dai 10.000 ai 250.000 euro/anno ONLINE in diversi settori (turismo, alimentari, edilizia, informatica, arredamento, moda, servizi) che per me rappresentano il 90% delle PMI italiane. Io mi baso su dati di fatto (non sondaggi) e solo 1/10 di queste sono riuscite a ottenere un UTILE a fine anno (cioè un guadagno tra entrate/uscite) dopo aver fatto tutte le azioni possibili (SEO, Adwords, Email, Facebook, sms, banner).
Alcune di queste sono leader nel loro settore, posizionate su Google, attive al 100% nel rispondere alle richieste, concorrenziali… non ci devi neanche pensare a fare di meglio chiunque tu sia, neanche se ti chiami Ebay o Amazon! eppure in ITALIA non riescono a vendere.
Sarebbe strano, infatti, credere che l’economia dei consumi nella realtà é un disastro, ma su internet funziona? che le vendite online aumentano? ma forse aumentano il numero di Ecommerce, non il fatturato! io ho smesso di credere alle favole da tempo! Con i grafici sopra io ci faccio un cartone animato e basta 🙂
Bene ottimo dato anche il tuo, grazie per aver condiviso la tua esperienza, come ti muovi esattamente e come porti traffico e quali sono i passi che sfrutti per ottenere la conversione?
SEO in combinazione con Adwords… tutto il resto non serve a nulla, non porta visite qualificate! ma c’è un problema di fondo che accomuna tutti questi Ecommerce… sono in lingua italiana e hanno la sede in ITALIA (dove lo Stato si intasca il 60% del tuo fatturato) questo è il loro problema di fondo.
Bene, grazie per la condivisione!
Prego figurati a disposizione!
Se questi siti li hai fatti tu o se li promuovi tu allora io fossi in te inizierei a farmi qualche domanda… 99% contro 1%… critichi i sondaggi e non fornisci nemmeno dati reali. Dai.. passaci i dati di analytics nascondendo i nomi dei domini cosí non violi la privacy di nessuno… nemmeno se tiri una moneta in aria ogni volta che devi prendere una decisione di marketing riesci a creare un disastro simile.
Facciamo di meglio… ti dó in mano uno di questi Ecommerce, poi 1.000 euro di budget da spendere su Facebook! devi fatturare 12.000 euro di vendite, con gli annunci su Facebook, questo é il minimo considerando che… su 12.000 euro si pagano circa 6.000 allo Stato (tra IVA e Tasse) quindi ne restano = 6.000 euro, che non sono tutto guadagno, al netto dei costi ne restano 3.000 forse! Poi elimini questi 1.000 euro, ne restano 2.000 di guadagno! Nel frattempo devi farti il culo a stare ore davanti al PC per configurarare la campagna, scegliere il target, cambiare annuncio se quello non funziona, visualizzare dati di Insight e altro ancora… se fatturi meno di 12.000 euro io ti vengo a trovare e ti riempio di mazzate! OK?
Tu devi lavorare Gratis! solo se superi 12.000 euro di fatturato ti riconosco una provviggione! come dicevo con i dati sopra ci faccio un cartone animato… sono tutti dati campati in aria, inaffidabili e non rispecchiano per nulla la situazione! su Facebook spendi e non guadagni un bel nulla soldi regalati a Mark Zuckeberg e Bill Gates!
Interessante risposta, anche se piú superficiale della ricerca stessa. 80% in base a che? quale fascia di mercato? per quali obiettivi?
Rispondere criticando senza fornire alternative.. “so boni tutti”.. comunque Facebook piú efficace tra i social network, non in generale. Tant’e’ che ci sta un grafico intero prima di quello che te lo spiega. Non si tratta nemmeno di leggere tra le righe, ma di leggere “le righe”. Comunque un consiglio Carmelo… Leggere, Capire e solo dopo… commentare, con garbo.
ottimo articolo grazie per tutte le info! (và bene cosi?)
Facebook è ampiamente sopravalutato da tutti! cmq io ho fatto molti Test con in miei soldi… esempio = stesso annuncio uno Facebook e uno su Adwords, lo stesso prodotto, stesso target di utenti… uno basato sugli interessi (fb) e l’altro sulle keywords (adw) quelli su FB sono stati soldi buttati! Se commento con garbo non risponde nessuno mi sembra 🙂 o perché chi scrive è una donna gli riservo una risposta differente? Facebook non serve a nulla è solo perdita di tempo!
una analisi ben fatta e centrata,complimenti
Si, un lavoro eccellente made in Italy! Ogni tanto qualche ricerca italiana di valore arriva sui nostri banchi 🙂
Credo sia un ottimo articolo, 5 stelle!
Sono d’accordo soprattutto per quanto riguarda il potenziale di crescita nella vendita al dettaglio.
Attenzione solo a differenziare le rilevazioni macro e la realtà del singolo. Comunque per quanto riguarda queste realtà di “centro città o periferia” la promozione online è, per la maggior parte, qualcosa di sconosciuto e per loro determinerebbe crescite che ci si aspetterebbe solo da start-up digitali. La fascia di negozianti più sensibile all’investimento in pubblicità digitale (FB & Adwords) va solo dai 28 ai 42 anni, il che significa una fetta molto ristretta del mercato. Insomma nell’Italia dei commercianti, per questione generazionale, la crescita online è ancora tutta da vivere! Questa ovviamente è una mia opinione che nasce dal mio approccio diretto con centinaia di negozianti (quindi probabilmente più di quelli considerati dalla statistica), ma che resta pur sempre una rilevazione ristretta. Spero di aver aggiunto qualcosa di utile per chi vi legge.
Grazie ancora per l’articolo, è molto utile.
Roberto
Sicuramente i nativi digitali o chi si avvicina di più all’età per esser definiti tali, che si affacciano al mondo del commercio online hanno una marcia in più e non solo, hanno anche l’elasticità mentale per comprendere che il fenomeno internet (riferendomi principalmente ai social) non è solo perdita di tempo o tentativi.
Tutto sta nel pianificare bene le attività, senza improvvisazione e dedicare molto del proprio tempo.
Grazie per il tuo contributo! 🙂