Do you “Like” a “Tweet”? I veri tool di buzz sugli acquisti.
I comportamenti che attuiamo sul web, nascondo un potenziale non indifferente per le aziende. In particolare prendiamo in riferimento due dei comportamenti più diffusi tra gli utenti di internet: il “mi piace” e il “tweet”. Dal punto di vista dell’utente, attuare questi comportamenti apparentemente significa far sapere, mettere in mostra, che si sta leggendo una determinata cosa o che ci piace questa o quella cosa, insomma una apparente ovvietà. Se queste azioni però le immergiamo nel contesto aziendale, esse possono diventare, oltre che strumento di misurazione di un’efficacia di un contenuto, anche un mezzo incrementare le vendite, anche in modo sostanziale, e il tutto solo grazie ad un azione che è diventata naturale per chi “partecipa” al social web.
Di per sé, twittare un messaggio o mettere il “mi piace” sono sinonimo di viralità, di diffusione, di visibilità, sia per il prodotto stesso che si vuole vendere, ma anche/soprattutto per l’azienda che, sfruttando l’universo social del singolo utente (alle volte molto vasto), spinge il proprio messaggio nella rete.
Ma quale comportamento tra il “mi piace” e il “tweet“ genera più introiti per un’azienda?
All’attenzione delle ultime cronache sui Social Media, c’è stato lo studio di un società americana la Eventbrite, che ha studiato, quale comportamento tra il Like o il Tweet generasse di fatto più introiti economici per un azienda. La Eventbrite è un’azienda che fornisce dei tool specifici che permettono di sponsorizzare a 360° gradi qualsiasi tipo di evento, permettendo all’utente che lo utilizza di conoscerlo e acquistare i biglietti online, ma permette anche il più classico comportamento social:condividere l’evento con i propri amici. La ricerca, dunque, ha preso in analisi lo strumento di condivisione per monitorare il comportamento degli utenti nella diffusione di eventi, sfruttando come parametro di misurazione dell’efficacia dei metodi di diffusione, la registrazione al sito di Eventbrite.
Lo studio, che ha utilizzato come strumenti di report il tool Analytics interno alla piattaforma, ha dimostrato che Facebook incanala più vendite rispetto a Twitter.
Gli utenti infatti, tendono a condividere gli eventi su Facebook quattro volte più spesso rispetto a Twitter. La società ha riscontrato che in 6 mesi di analisi, economicamente, i tweets hanno portato mediamente introiti pari a 80 cent nelle vendite dei biglietti, mentre Facebook mediamente ne vale 1,34$.
Altro dato saliente è che solo una piccola percentuale di visitatori del sito, condivide un evento su entrambi i social network. Inoltre, appena l’1% delle persone, che sono giunte solo sulla pagina del singolo evento, lo hanno condiviso con gli amici senza acquistare il biglietto; a differenza del 10% delle persone che dopo l’acquisto del biglietto dalla piattaforma, sono stati più propensi al farlo.
Tale dato è riconducibile al fatto che, gli utenti sono più disposti a condividere eventi se vi si partecipa. In più, tale azione fatta su Facebook, attiva maggiormente i contatti (amici), che diventano di fatto più favorevoli ad acquistare i biglietti per un evento condiviso su Facebook piuttosto che dare attenzione a un tweet fatto da un “follower” considerato una persona “neutrale” con cui non esiste un legame reale. Inoltre, tale studio ha anche indicato che il canale Facebook ha prodotto più vendita per Eventbrite rispetto a Twitter, anche se si è comunque riscontrato un incremento delle vendite provenienti da entrambi i canali.
Se questa tendenza, fosse applicabile a qualsiasi contesto di vendita online, potrebbe essere interessante modificare le attività di vendita online, sfruttando queste tecniche di condivisione degli acquisti.
Di seguito i risultati completi della ricerca.
Alla luce di queste ricerche, ritengo che sia indispensabile monitorare questi comportamenti di condivisione quando si avvia un’attività promozionale online. Considerare l’attività di condivisione di un evento (o qualsiasi altro prodotto) quindi, non più come semplice attività fine a se stessa, ma come vero e proprio strumento di Social Media Marketing, permetterebbe di incrementare la diffusione dell’evento stesso, incrementare le vendite e di conseguenza incrementare gli introiti per l’azienda. Senza contare che ora come ora “il 90% degli utenti si fidano dei commenti di altri utenti #bewizard2011”, quale migliore pubblicità di un utente che influenza un altro utente?
Vuoi dire la tua?