Data for Good: l’iniziativa di Facebook per combattere il Covid-19
In questo periodo di grande incertezza e confusione, l’obiettivo che accomuna tutti è quello di proteggere le comunità, gli operatori sanitari e tutti coloro che in prima linea ed in prima persona combattono contro questo mostro dalle sembianze ancora poco chiare.
Appiattire la curva del COVID-19 è una sfida che coinvolge tutti ed anche il gigante blu ha deciso di fare la sua parte: da qualche giorno Zuckerberg ha annunciato di voler contribuire in qualche modo e così, assieme alla fondazione che lo vede protagonista con sua moglie Priscilla, ha dato vita al programma “Data For Good“, con lo scopo di offrire mappe sul movimento della popolazione che i ricercatori oggi stanno già utilizzando per conoscere al meglio l’estensione del virus grazie ai dati aggregati forniti dallo stesso Facebook.
Come funziona
Agli utenti statunitensi viene chiesto di partecipare ad un sondaggio volontario, un link posto nella parte superiore del feed, condotto dal centro di ricerca di Delphi con lo scopo di aiutare i ricercatori ad individuare i punti di maggiore assembramento, includendo mappe di calore di casi di contagio già segnalati.
In particolare, aiuterà dottori e medici a “tenere d’occhio“ gli spostamenti e gli incontri che il virus farà nei prossimi giorni, anticipando, in linea di massima, verso quale direzione si starà dirigendo.
Questo sistema sarà utile non solo a livello globale, ma anche a livello locale: aiuterà a capire se e dove le persone si sposteranno all’interno della loro città e regione e se le misure preventive messe in atto risultano davvero efficaci.
Interessante sarebbe capire anche se ci sono zone con un’alta percentuale di contagi e se queste ultime necessitano di maggiore supporto rispetto ad altre aree colpite.
Dati e privacy
In tema di privacy, Il gigante blu, si è messo al riparo oscurando i dati privati e sensibili di ogni utente, ma ha unito questi cercando di aggregarli prendendo nota della regione, stato o contea di appartenenza.
L’ha definita una “condivisione responsabile dei dati “che può solo salvaguardare il benessere degli utenti con l’unico scopo di salvare il mondo.
Dall’inizio della pandemia, Facebook inc. ha collaborato con dozzine di organizzazioni sanitarie per fare questo lavoro al meglio: basti pensare a partner come la Harvard School of Public Health negli Stati Uniti, la National Tsing Hua University di Taiwan e l’Università di Pavia in Italia, nonché organizzazioni no profit e istituzioni come Direct Relief, Bill & Melinda Gates Foundation e World Bank .
Questi partner hanno creato una rete di dati fittissima, una coalizione globale che fornisce costantemente ed in tempo reale, approfondimenti grazie ai dati forniti da Facebook.
Gli strumenti messi a disposizione con “Data for Good“ sono progettati per proteggere le informazioni di tutti disponendo linee guida a disposizione di tutti gli organi politici.
Facebook , ancora una volta, insieme ad altre industrie tecnologiche più ampie, può e deve continuare a trovare modi innovativi per aiutare gli esperti sanitari e le autorità, senza compromettere la privacy.
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