SEO

Da zero a 30K visitatori in pochi mesi: storia di un successo SEO

Spoiler alert: la SEO funziona, ancora oggi, nel 2019. La Link Building funziona ancora benissimo e il traffico organico è la fonte di business, a mio avviso, ancora più profittevole.

Nell’era moderna e iper competitiva della Search organica, riuscire nell’impresa di trasformare un sito nascente in una “autostrada trafficata” del web, può apparire più come un’illusione e non come reale obiettivo raggiunto.

Un sito ha bisogno di essere ottimizzato, pagina per pagina, nella sua struttura e infrastruttura sulla quale si regge, di essere linkato e, soprattutto, di avere opportunità di crescita.

In questo articolo non esporrò singolarmente tutte le azioni svolte per portare al successo un progetto per un cliente, ma elencherò quelle che sono le condizioni da tenere in considerazione quando si avvia un progetto SEO. Condizioni che, a dirla tutta, sono poi sempre le stesse. Sembrerà banale ma spesso i progetti falliscono perché viene a mancare una o più di quelle che sono le condizioni necessarie.

Il caso di studio riguarda un sito di annunci generati dagli utenti (UGC) che, per la sua stessa natura, richiede maggior attenzione e cura di un sito normale, in quanto affronta una crescita costante di contenuti e pagine indicizzate e, al tempo aumenta la percentuale di duplicazione (se non ben gestita).

caso_studio_SEO

Quelle che reputo condizioni necessarie per il conseguimento del successo di un progetto SEO, in questo caso “adattata” ed estesa al sito di annunci oggetto di questo caso di studio, sono:

  1. Condivisione di obiettivi raggiungibili a medio e lungo termini col cliente, costi da sostenere e benefici dell’investimento;
  2. analizzare il mercato e tutto ciò ad esso correlato: target, competitors, keywords, ecc.;
  3. costruire la corretta struttura ed alberatura del sito;
  4. gestire problematiche di performance SEO: velocità, stabilità server, ecc.;
  5. gestire problematiche contenutistiche: promuovere la creazione dei contenuti, gestire la duplicazione;
  6. assicurarsi l’acquisizione di backlink di alta qualità;
  7. gestire problematiche legate alla sicurezza: attacchi dDos, link bombing, ecc;
  8. sviluppare strategie atte a trasformare il sito in un brand memorabile per l’utente e per il settore di riferimento.

Ti sembrano condizioni difficili da raggiungere? In effetti lo sono, non lo nego. Come ogni progetto richiede inoltre tempo e budget da investire. Ma quanti progetti falliscono solo perché non si rispetta realmente la prima delle condizioni sopra elencate?

Se non hai tempo e budget da investire e pensi di riuscire a creare un sito che ti sforni migliaia di visitatori al giorno in pochi mesi con 2-3 mila euro, sappi che sei fuori strada. Meglio investirli in canali più push.

Analizziamo singolarmente i punti visti sopra.

Condividere obiettivi concreti con il cliente

Quando si inizia un nuovo progetto SEO bisogna individuare degli obiettivi da perseguire e stimare delle tempistiche. Solitamente preferisco dare stime di risultati raggiungibili piuttosto realistiche e, spesso sottodimensionate. Questo è utile per evitare di dover promettere al cliente risultati strabilianti quantificati ad esempio in +3k di traffico organico qualificato dopo 6 mesi, se poi riusciamo a farne un decimo di quelli.

Nella composizione del tuo  budget, da allocare al progetto e alla tua consulenza, tieni sempre presente il settore in cui opererai e la competizione e dunque impara a “pesare” gli investimenti necessari. Un link, ad esempio, può costare fino a 10 volte in più in determinati settori, soltanto perché settori della “zona rossa” del web.

Sii inoltre chiaro sin da subito sui benefici dell’investimento. Mi rendo conto che non è mai facile comunicare i benefici della SEO o, ancora peggio, di un link, a chi ha una conoscenza dei link limitata alle condivisione dei contenuti effettuata su Facebook.

Ma se ti trovi davanti il cliente meno miope, lo sforzo sarà più giustificato.

Nel sito in questione l’obiettivo da raggiungere era la soglia dei 5000 giornalieri in 12 mesi: si è arrivati invece a superare i 30 mila.

Analizzare il mercato

È spesso la fase più importante dell’intero progetto. Intervenire su progetti SEO che non sviluppano traffico a sufficienza a causa di un’analisi di mercato mai fatta (o fatta male), equivale il più delle volte a ripensare da zero l’intero progetto. Dedica a questa fase la massima priorità: individua i punti di forza e di debolezza dei principali player, le caratteristiche del settore, le performance medie dei siti presenti in serp, le strategie medie di ottimizzazione on site, comprese le keywords, e le tecniche di link building utilizzate e, in base a questi dati, definisci la tua strategia SEO.

La costruzione del sito

Dopo l’analisi di mercato, la costruzione del sito, e dunque la SEO on site, è l’aspetto più importante da seguire. Se sbagli alberatura e categorizzazione del sito, puoi ritrovarti ad avere un sito fallimentare già dall’inizio.

Il sito in questione mi è giunto tra le mani con un’alberatura del tutto errata. I siti di annunci hanno il più delle volte una struttura simile: categorie, sotto-categorie, province/città e annunci.

Come puoi immaginare più categorie aggiungi, più competitivo diventa far crescere il sito e più gestione contenutistica richiederà. Google, inoltre, apprezza da un po’ di anni a questa parte, strutture semantiche tematizzate su pochi argomenti e non su una vastità di essi.

Il problema che presentava il sito è che contemplava una composizione della struttura (suggerita da un SEO) che oltre ad avere delle categorie, aveva anche province e comuni. Per farti capire meglio, ogni categoria andava poi prevista per ogni comune italiano. Fai conto che in Italia abbiamo 7982 comuni (al 2017) e soltanto moltiplicando questo numero con le 6 categorie del sito venivano fuori 47892 pagine.

Il sito sarebbe andato online a breve chiedendo a Google di indicizzare circa 50 mila pagine vuote, prive di annunci.

Pagine che sarebbero rimaste quasi tutte vuote anche nel tempo, dato che in comuni molto piccoli, che rappresentano la maggioranza, nessuno avrebbe mai caricato annunci.

Abbiamo quindi optato per uno snellimento della struttura eliminando tutti i comuni e così riducendo drasticamente il numero di pagine di listing da dare in pasto a Googlebot.

Riducendo il numero di pagine di listing, avevamo comunque un cospicuo numero di pagine da far indicizzare.

Cosa fare in questi casi? Farle indicizzare comunque tutte?

Questo può essere un altro errore comune che sarebbe meglio evitare.

Rilascio graduale delle pagine al bot.

Quando un sito è appena nato e non ha Pagerank (e tantomeno contenuti) chiedere a Google di indicizzare centinaia o migliaia di pagine con HTML molto simile equivale a chiedergli di chiudere più di un occhio sugli ultimi 10 anni della sua evoluzione e accettare di indicizzare spazzatura.

In questi casi meglio optare, come abbiamo fatto, in un rilascio graduale della pagine da indicizzare, ponendo delle condizioni: ad esempio un blocco momentaneo della pagina listing di categoria+città con “meta robots noindex” che viene rimossa quando la pagina presenta almeno 3 annunci caricati.

In questo modo, la pagina è indicizzata già con del testo di cui Googlebot può nutrirsi.

La gestione problematiche di performance SEO

La performance SEO è tutto quanto riguarda la necessità di avere un sito veloce nel caricamento, accessibile e usabile da qualsiasi device e che sia sviluppato seguendo il concetto di Mobile-first.

Bisogna dunque prevedere un server ed eventualmente una CDN, che migliorino le prestazioni del sito, ottimizzare il codice (html, css, script), comprimere le immagini e via dicendo. Le performance del nostro sito erano davvero eccezionali, grazie anche ad un team di sviluppo tecnico pronto a recepire e a implementare tempestivamente gli interventi richiesti.

Gestione delle problematiche legate ai contenuti

Se un sito nasce e/o tende a diventare di grandi dimensioni, ad avere cioè, una struttura volumetrica nel tempo, prima o poi si andrà in contro a qualche filtro anti-duplicazione. La duplicazione può essere interna o esterna. Pagine molto simili in htlm o pagine il cui testo è identico a quello pubblicato su altri siti simili.

Bene, nel nostro caso, caso di sito di annunci, la gestione della duplicazione diventa un’altra delle problematiche che richiedono molta attenzione.

L’utente fruitore di siti di annunci tende a pubblicare il medesimo annunci su più portali. Come puoi immaginare, lo fa non apportando alcuna variazione al testo, grazie alla scoperta della combinazione CTRL+V.

Un portale di annunci, per sua stessa natura User Generated Content, se dovesse popolarsi di contenuto la cui duplicazione non sia correttamente gestita, avrà nel 95% dei casi, una vita breve.

Si andrà incontro ad un cancro che sarà quasi impossibile da estirpare, perché si sarà diffuso nella quasi totalità del sito.

La gestione della duplicazione contenutistica può essere affrontata in svariati modi, ne elenco alcuni:

aggiunta di campi che obbligano l’inserzionista ad inserire più elementi che caratterizzano il suo annuncio, dando così più testo unico differenziante alla pagina;

obbligare l’utente a scrivere un testo più lungo (es. minimo 300 parole), strategia che, può essere però controproducente;

sviluppare script da usare come filtri per garantirsi di non sovraccaricare il sito e la stessa indicizzazione di annunci duplicati internamente (utenti che pubblicano lo stesso annuncio ad esempio in più città e/o categorie), di annunci che hanno troppo poco testo e possono essere pubblicati sul sito ma bloccati dall’indicizzazione, ecc.

Assicurarsi l’acquisizione di backlink

Un SEO che non propone nel proprio piano strategico il miglioramento dei rankings con l’acquisizione di link di qualità è un SEO per metà. Un SEO che si limita a lavorare sul sito, fornendo la sua consulenza. Tuttavia ciò non sarà sufficiente a scavalcare i competitors: vuoi perché questi ultimi fanno link building da tempo, o causa della giovinezza del nostro sito appena lanciato.

La strategia di link building può fare la differenza accordando al nostro sito uno sprint che può permettergli di tagliare traguardi significativi in meno tempo. Ma dipende tutto dalla qualità dei link e i link di valore costano, e non poco. Di conseguenza, se hai il braccino corto e pensi di fare 30-50k visitatori unici giornalieri in qualche mese con link che paghi 20-30 euro al massimo, magari da qualche scarsa PBN o, peggio ancora, da directory datate, non funzionerà.

Il budget dedicato alla link building per questo progetto è stato molto alto. Ci siamo concentrati nell’acquisire link da siti molto autorevoli, preventivamente analizzati, dove fosse anche creato il più corretto contesto di inserimento naturale del link nel corpo del testo.

Gestione delle problematiche legate alla sicurezza

Quando un sito cresce e soffia preziose e serp commerciali alla concorrenza, attira indubbiamente la loro attenzione e si è portati a ideare strategie per porvi rimedio. Non tutti sono bravi e pensano a come ingegnarsi per migliorare il proprio sito e allora si preferisce passare all’attacco: la cosiddetta Negative SEO, non diffusissima come si pensa, ma comunque presente. Il nostro sito ha dovuto affrontare attacchi dDos e di link bombing. Gli attacchi al server erano prontamente gestiti dal team di sviluppo, mentre i link bombing prontamente rilevati a posti in disavow da me.

Nella stragrande maggioranza dei casi, i link spam erano di così basso valore che difficilmente avrebbero potuto nuocere al sito, ma nel dubbio, la spazzatura è sempre meglio gettarla nel cestino.

Creare un brand memorabile

Il sito va promosso, soprattutto se è un sito di annunci che deve popolarsi di annunci, che diventano il cibo dei bot. La promozione ha utilizzato, oltre ad un database di inserzionisti proprietario e, dunque, email marketing, anche altri canali come:

social media marketing: Facebook in modo particolare;

display advertising: acquisizione di spazi su forum e siti settoriale.

Queste strategie sono utili ad incrementare la brand awareness del sito e a fare in modo che su Google sia cercato direttamente col nome brand e non soltanto con keyword commerciali.

Ad oggi, il sito continua a crescere in modo stabile.

Concludendo, le linee guida sopra elencate, approfondite per illustrare un caso di studio di successo SEO, sono le linee guida che ogni nuovo business online che ha il fine di incrementare traffico organico e vendite dovrebbe seguire;

sono le linee guida che rispecchiano quando riportato nelle Quality Rater Guideline di Google e, in generale, la strada maestra in cui Google sta spingendo i webmaster per assicurare di avere nelle sue serp pagine altamente di qualità e che, al tempo stesso, ti garantiscono una certa stabilità di posizionamento rispetto ai vari Quality Update che vengono lanciati.

Sono step impegnativi e non per tutti, ma sono anche certo che un investimento ragionevole e la condivisione di obiettivi comuni, tra cliente e agenzia/SEO, porteranno a ripagarsi tutto.

 

 

 

Professionista SEO, da sedici anni, progetta strategie digitali orientate allo sviluppo di visibilità online. Come SEO ha lavorato in prima persona a differenti progetti complessi in settori ad elevata competizione, costruendo da zero progetti da oltre 20 mila visitatori giornalieri.

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2 risposte a “Da zero a 30K visitatori in pochi mesi: storia di un successo SEO”

  1. Fabio Sermatica ha detto:

    Ciao
    ho letto l’articolo velocemente ma non ho trovato il sito. E’ stato omesso o sono io che non l’ho visto?

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