SEO

Come iniziare a fare SEO da zero su un nuovo sito web

C’è una cosa che ripeto sempre durante i corsi di formazione sulla SEO: meglio avere un sito che viene ideato e realizzato con la SEO in mente, che lavorare su un sito realizzato a piacimento del web designer o del cliente.

La ragione di ciò è principalmente nei costi in termini monetari e di tempo. Un sito che nasce con la SEO in mente sarà più performante nel breve-medio termine e meno soggetto a futuri cali di traffico organico.

Cosa fare quindi quando si inizia a fare SEO su un nuovo progetto? A seconda che il progetto parta da zero, ovvero con la realizzazione di un nuovo sito, o si debba intervenire su un sito web già esistente, con l’obiettivo di migliorarne la visibilità organica su Google, quelli che seguono sono gli step principali imprescindibili che andrebbero sempre seguiti.

1 Nome di dominio ed estensione di primo livello

Il nome di dominio dovrebbe idealmente essere sempre il brand. Su Google avere nel nome di dominio una parola chiave può essere ancora un vantaggio in termini di posizionamento, ma questo vantaggio nel tempo sta venendo sempre meno. Consiglio dunque di puntare ad avere un nome facilmente memorizzabile e facilmente pronunciabile. Nel 2022 fare SEO vuol dire costruire un brand e non inserire delle parole chiave nel sito.

Occhio soprattutto alle estensioni geografiche dei domini. La regola è semplice: se il business opererà solo sul mercato italiano, preferire sempre l’estensione .it. Se invece ci saranno possibilità di aprirsi alla vendita internazionale, meglio iniziare sin da subito con un’estensione .com.

Non avrà alcun senso ritrovarsi a fare SEO internazionale su un dominio .it/en perché ogni sforzo fatto sarà vano.

2 Scegli un hosting valido

Un sito veloce e il posizionamento organico vanno spesso a braccetto. Un sito veloce, dipende, tra le altre cose, dal fatto di dotarsi un servizio di hosting performante. Evita quindi di andare al risparmio sul provider di hosting.

3 Installa Google Search Console

Google Search Console è il termometro dello stato di salute di un sito web, mentre per chi fa SEO è una sorta di coltellino svizzero multi funzione. Rappresenta lo strumento di analisi del traffico organico per eccellenza e ti permetterà di avere a disposizione, tra le altre cose:

  1. problematiche sulla velocità delle pagine;
  2. le keyword organiche che portano clic al tuo sito;
  3. la media del Click-through rate (CTR);
  4. problemi di crawling e indicizzazione delle pagine;
  5. performance delle pagine;
  6. i backlink del tuo sito;
  7. ecc.

4 Studia i tuoi competitor organici

I competitor organici potrebbero non necessariamente coincidere con quelli che sono considerati competitor a livello di business. Quando analizziamo i competitor a livello SEO, dobbiamo guardare a quelli che condividono con noi uno stesso set di keywords. Più è alta la percentuale di keywords condivisa più questi rappresenteranno i competitor da analizzare e superare con le nostre strategie SEO.

Dovremo quindi guardare a:

  1. quali sono le pagine/contenuti che producono più traffico organico;
  2. le keywords utilizzate;
  3. la qualità dell’ottimizzazione on site del sito;
  4. se sono state fatte attività di Link Building.

Possiamo aiutarci in questo caso con una delle suite dedicate alla SEO, come SEMrush, che ha un valido tool dedicato all’analisi dei competitor organici.

5 Crea una mappa di keyword che soddisfi molteplici intenti di ricerca

Ricorda sempre che la ricerca e la scelta delle keyword è l’aspetto più importante di tutta la SEO. Se non prestiamo attenzione alle ricerche che vogliamo intercettare con i contenuti delle nostre pagine, tanto vale evitare proprio di fare affidamento alla SEO per l’acquisizione di traffico e vendite.

Risulta scontato dire che la keyword research non può essere fatta manualmente, ma associando più tool e strumenti professionali. Uno degli strumenti per me irrinunciabili è il tool “Keyword Magic” di SEMrush, utile per segmentare le keyword in funzioni di alcuni attributi (es. “ricette” per “dolci senza glutine”), oppure in base alle domande fatte dagli utenti, ma al tempo stesso per avere suggerimenti di parole o frasi correlate a quella che abbiamo in mente in base al volume di ricerca stimato.

Dovremo individuare e scegliere tutte quelle keyword digitate nelle query degli utenti e alle quali vogliamo rispondere con le pagine del nostro sito.

Il navigatore su Google tende a cercare – estremizzando – tre tipi di keyword:

  • commerciale: l’utente vuole analizzare il brand o acquistare prodotti e servizi;
  • informazionale: l’utente vuole trovare una risposta ad una domanda specifica;
  • navigazionale: l’utente vuole trovare una pagina o un sito specifici.

Scontato dire che quando andremo a fare keyword research, bisognerà raccogliere un numero importante di keyword che soddisfino intenti di ricerca del tutto differenti. Sarà importante anche evitare di targetizzare più intenti di ricerca con un’unica pagina/contenuto; potremmo infatti rischiare di confondere l’utente e lo stesso Google rendendo poi facile per il motore di ricerca ridurci il rank della pagine per determinate keyword.

Un esempio classico è quando, all’interno di una pagina prodotto di un eCommerce, ad esempio la pagina di vendita di un integratore di Omega 3, oltre ad aver ottimizzato per le keyword di intento commerciale legate all’Omega 3, ho inserito nella pagina anche un contenuto informativo lungo quasi 800 parole che sviscera tutte le ricerche informative sullo stesso prodotto. Sebbene inizialmente possa aiutare nel posizionamento, nel lungo termine potrebbe farci perdere sia i ranking legati agli intenti commerciali, sia quelli legati agli intenti informativi.

Per i contenuti informativi ci sono i blog ed è in quella sezione che andranno sviluppati i contenuti informativi.

Come detto quindi, il blog si fa quasi sempre necessario per qualsiasi nicchia tematica. Per ogni prodotto o servizio venduto, ci saranno sempre ricerche informative. È un processo del tutto naturale che fa parte del consumer journey dell’utente.

Sebbene la classica ricerca keyword per le pagine “commerciali” potrà risultate “relativamente” più semplice, quella delle keyword long tail per il blog è sicuramente più impegnativa, anche perché con gli articoli abbiamo modo di soddisfare tutta una serie di keyoword long tail tra di loro correlate.

Bisognerà quindi individuare tutta una serie di informazioni sul prodotto che l’utente potrebbe ricercare, come:

  • “tipologia”
  • “caratteristiche”
  • “senza quali caratteristiche”
  • “per chi”
  • “destinato a quale utilizzo”
  • “a che prezzo”
  • “dove”

Tra i tool utili da utilizzare a questo scopo c’è AnswerThePublic.

6 Assicurati di avere una struttura tassonomica con tutte le pagine raggiungibili in un massimo di tre clic

L’alberatura del sito deve seguire la struttura piramidale delle keyword che abbiamo mappato in precedenza. Inoltre, a partire dalla homepage che è la pagina più importante del sito, tutte le pagine del sito devono essere raggiungibili con non più di tre clic.

Una buona alberatura del sito la favoriamo se teniamo bene a mente alcuni concetti:

– dare priorità alle categorie di prodotto: devono essere la prima voce di menu visibile al bot (le pagine chi siamo, contatti, dove siamo, privacy policy, ecc. non sono pagine utili in chiave SEO)

– dare priorità alle pagine prodotto: devono essere raggiungibili dalla homepage.

Evitare menu in javascript: anche se Google sembra ora riuscire a leggerli, aumenterebbe il tempo di scaricamento della pagina.

– Le pagine/sezioni non prettamente utili ai fini SEO, spostarle nella parte inferiore del sito (footer).

7 Assicurati di avere un sito veloce e facilmente navigabile

La velocità di accesso all’informazione online è strategica per l’utente. Google lo sa e tende a premiare le pagine che si caricano velocemente.

La velocità di navigazione mobile è ancora più importante di quella da dispositivi desktop. Sono tanti i fattori che incidono sulla velocità di caricamento di una pagina. Solitamente questi riguardano:

  • Il servizio di hosting/server
  • l’ottimizzazione e compressione delle immagini
  • pulizia del codice (un occhio particolare agli script)
  • gestione della cache.

8 Assicurati di garantire un’esperienza mobile performante

Dal lancio del Mobile First Indexing Google ha iniziato ad indicizzare e ad attribuire in ranking alle pagine a partire dalla loro versione mobile. I siti web oggi vanno progettati dando dunque priorità alla versione mobile e devono necessariamente garantire all’utente una navigazione semplice e fluida, con l’accesso all’informazione e risposta all’intento di ricerca già nella prima schermata dello dispositivo mobile, evitando dunque necessità di scrolling e chiusura di pop up o interstitial intrusivi. Tutti questi fattori vanno oggi a penalizzare l’esperienza di navigazione utente e, di conseguenza, anche il ranking delle pagine web.

9 Promuovi il sito esternamente: link building e digital PR

L’ottimizzazione on site del sito e i contenuti servono a costruire una solida base che permetta al motore di ricerca di attribuire pertinenza per determinate parole chiave e agli utenti di ottenere risposte alle loro ricerche. Ciò sarebbe sufficiente in un ecosistema nel quale ci fosse poca competizione e nel quale fossero pochi i siti e i relativi contenuti ottimizzati.

Purtroppo però, fatta eccezione ormai per piccole (e poche) nicchie di mercato, quasi tutte richiedono investimenti, in alcuni settori anche molto ingenti, nella promozione off site, ovvero esterna a ciò che possiamo controllare direttamente nel nostro sito web.

Da qui si arriva subito alla Link Building come strategia utile a migliorare e/o a rafforzare i posizionamenti organici delle keyword su Google.

I modi per promuoversi non devono però limitarsi alla Link Building, ma coinvolgere anche altre forme di promozione off site, come Digital Pr e Native Advertising nonché contenuti grafici, immagini e video, da condividere nelle specifiche piattaforme.

Sebbene queste ultime strategie non influenzano direttamente il posizionamento organico, sono utili allo sviluppo del brand e alla capacità di aumentare nel tempo le ricerche organiche per parole chiave legate al brand.

Professionista SEO, da sedici anni, progetta strategie digitali orientate allo sviluppo di visibilità online. Come SEO ha lavorato in prima persona a differenti progetti complessi in settori ad elevata competizione, costruendo da zero progetti da oltre 20 mila visitatori giornalieri.

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