SEO

Come diventare esperti SEO e vivere felici (finché Google ce lo permette)

La scrittura di questo articolo nasce da una constatazione di fatto del mercato italiano: la disciplina della SEO e la professione del SEO si sta “sdoganando”, sta varcando i confini che finora racchiudevano questa disciplina e i professionisti che la praticavano, tra quelle attività conosciute e praticate da poche persone (anche nel campo più ampio dell’informatica), portandola ad essere un mestiere redditizio e che, anche nel nostro Paese si sta costruendo una fama.

Sono tantissimi i giovani e meno giovani che si avvicinano alla SEO e si è notato un exploit di richieste di corsi di formazione e interesse proprio negli ultimi anni.
La causa di tutto ciò? Probabilmente sta nell’ottimo ritorno dell’investimento e l’ottima tracciabilità che hanno avuto per molte aziende e progetti web, in questi anni le attività SEO (comprendendo sia attività di ottimizzazione on site, sia attività di link popularity).
Infatti quella del SEO specialist è diventata una delle 10 figure professionali digitali più richieste in Italia nel 2015.
Questo non vuol dire che se oggi vai dal barbiere e alla sua domanda “che mestiere fai” rispondendo con fierezza “il SEO specialist” non seguirà più la sua inarcatura del sopracciglio, ma sicuramente molto è cambiato negli ultimi cinque o sei anni.

stipendi digital

Google Trend segnala inoltre che l’interesse per la parola “SEO” in Italia non sembra diminuire ma, piuttosto, segna una graduale crescita.

come diventare seo trend

La SEO è competizione, è conquista, è gratificazione, è gioco di squadra.
Qualsiasi persona nella vita, negli affari o nello sport, abbia mai avuto a che fare con queste tre parole, non potrà non restare affascinato da questo mestiere.
Se vuoi fare SEO devi anche essere una persona abbastanza determinata, capace di accettare conquiste ma anche sconfitte e non poche e non pensare che sia tutto facile, anzi, mettiamo subito in chiaro le cose: diventare un bravo SEO è maledettamente difficile e sai cosa, c’è solo un punto di partenza del percorso e mai quello di arrivo. Perché se vuoi fare il SEO dovrai imbatterti in una di quelle poche professioni il cui apprendimento non sarà mai finito: sarà continuativo nel tempo.

Dico questo con la convinzione che sempre più spesso sembra si voglia far credere che fare SEO sia semplice. Non è così. Diffidate da chi vi dirà che “fare SEO alla fine è semplice, tutti potete farlo”.
Non è vero. Fare SEO è difficile e la voglia di cambiare attività, soprattutto se non parti con un background tecnico, ti balenerà nella testa più di una volta.
Il gioco di squadra conta molto anche nel progresso personale. Non si potrà pensare di fare tutto da soli. Bisognerà costruirsi un team, con valide persone specializzate in attività differenti, che negli audit, chi nella produzione di contenuti, chi nella link building, ecc.

Otto, nove anni fa mi divertivo ad ottimizzare i titoli e i testi del mio blog personale di terzo livello su Splinder. Ogni tanto ottenevo anche buoni risultati. Una volta mi posizionai al primo posto per la chiave “chitarristi rock” sopra a tanti altri domini di primo livello, per una classifica personale che feci sui migliori chitarristi rock.
In poche settimane quel post mi generò decine e decine di commenti e anche qualche insulto da qualche appassionato che non concordava con la mia classifica.
Ai quei tempi pensai: “be’ sono un SEO, voglio fare il SEO”. Avevo qualche base di ottimizzazione on site, a dire il vero erano, semmai, nozioni di SEO Copywriting, che comunque non guastavano.
Non sapevo nulla di htlm e css, figuriamoci di htaccess o programmazione server side. Ma iniziavo comunque a sentirmi un SEO.

A pensarci oggi mi vien da ridere. Si, perché non sapevo proprio nulla di SEO, o quantomeno, la mia percentuale di conoscenza del mondo SEO si avvicinava di molto al concetto di “nullità”.

Come fare a diventare un esperto SEO allora?

Le domande più diffuse nei gruppi SEO sono solitamente 3:

  • come diventare SEO
  • come si diventa esperti SEO
  • quale il percorso da seguire

Quello che condividerò qui sotto sarà solo il mio personale punto di vista. Non pretendo quindi di avere in alcun modo ragione, in quanto ogni professionista SEO può avere un punto di vista differente dal mio, a seconda anche di quali siano le attività principali di cui si occupa (strategia SEO, vendita di servizi SEO, Link Builder, SEO on site, ecc.) ma spero di fornire alcuni consigli utili a chi si affaccia per la prima volta alla disciplina e a chi voglia comprendere come migliorare il proprio background conoscitivo e trasformarsi in un professionista SEO più competitivo.

Una cosa deve essere però chiara sin da subito e che può sembrare scontata ma non lo è: per diventare un SEO deve prima di tutto piacerti la ricerca. Devi essere avido di informazioni e devi imparare a ricercartele. A trovare la risposta alle tue domande. Deve piacerti navigare e informarti autonomamente. Sembra scontato no? Eppure poi nei gruppi SEO è pieno di “novelli SEO” che postano domande davvero stupide che troverebbero facilmente risposta su Google, ad esempio informazioni in merito al “not provided”.
La SEO non viene servita su un piatto pronto: richiede sacrifici.

Per capire come diventare un valido SEO oggi, bisogna capire bene di cosa si occupa oggi la SEO, come area di business.

Un team SEO oggi si occupa prevalentemente di queste aree:

Area Analisi e Marketing

  • analisi di scenario (analisi di mercato, domanda, offerta e competitor, revenue attuali, presenza online, posizionamenti attuali, conversion tracking, ecc.)
  • identificazione del target, scelta delle keywords.

Area Sviluppo (technical SEO)

  • affiancamento nella progettazione di un sito: una buona percentuale dei problemi SEO nei siti risiede nel fatto che spesso questi vengano progettati e realizzati senza il supporto di un SEO. In molti siti manca il più delle volte proprio la corretta architettura informativa.
    Purtroppo gran parte dei siti web vengono ancora oggi progettati senza il supporto o consulenza di un SEO e poi, quando il danno è fatto, è sempre impegnativo e dispendioso (anche in termini di risorse economiche) porvi rimedio.
  • ottimizzazione tecnica: dall’ottimizzazione del sito, all’ottimizzazione del server;
  • individuazione e gestione di problematiche SEO: da problematiche relative all’indicizzazione a quelle relative al recupero da penalizzazioni manuali e/o filtri algoritmici anti-spam

Area Produzione Contenuti e incremento popolarità

Qui ci ricadono tutte le attività legate a:

  • testi per il sito
  • contenuti e piano editoriale per il blog
  • contenuti editoriali per acquisizione di link
  • attività prettamente di link building.

Come puoi vedere, le attività che hanno a che fare con la SEO sono tante. A mio avviso per essere un bravo SEO devi aver fatto esperienza con successo con qualcuna (o più) delle attività descritte appartenenti alle tre macro-aree.

1. I miti dei libri SEO e dei corsi di formazione SEO

Benché ci siano in giro anche ottimi libri SEO e corsi di formazione (la cui qualità può essere ancor più opinabile dei libri) è davvero difficile credere che leggendo un paio di libri e frequentando un paio di corsi si diventi SEO.
Niente affatto. Quello è lo step iniziale per avvicinarsi alla professione, per capire se la SEO può interessare, per comprendere cioè, se è l’attività può diventare il proprio mestiere o se è meglio lasciar perdere.
Un corso SEO basic può essere utile si, ma non pensare di svolgerlo con la convinzione di imparare a fare SEO. Potresti rimanere deluso.
C’è poi un altro aspetto che riguarda la SEO: i libri vanno incontro ad obsolescenza. I libri SEO che ho acquistato quattro o cinque anni fa, possono considerarsi oggi già vecchi.

2. Imparare i concetti base del web, oltre a Htlm e Css

In passato chi diventava SEO aveva un background quasi sempre tecnico e informatico. Ingegneri informatici e laureati in informatica erano i candidati ideali per diventare SEO specialist. Effettivamente avevano una marcia in più rispetto agli altri: conoscevo le fondamenta del web, erano abili nella programmazione e, di conseguenza, quando la SEO era ancora 70% tecnica e 30% marketing per loro era molto semplice intervenire sui progetti web, ottimizzandoli.
Oggi che le percentuali sono più allineate anche i marketer hanno potuto avvicinarsi alla professione.
Questo però non esclude il fatto che acquisire competenze tecniche non sia una condizione necessaria: se non conosci prima di tutto concetti come protocolli http, codici di stato del server, proxy, cache, htaccess e, soprattutto, come avviene il crawling e l’indicizzazione di una pagina dal bot, ti sarà poi più difficile comprendere le strategie di ottimizzazione on site e ci saranno più possibilità di incappare negli errori di tutti quelli che credono ancora che il termine “indicizzazione” significhi “posizionamento” o che si possa parlare di indicizzazione riferendosi al ranking.
E ti giuro, lo fanno molti che si definiscono SEO.

Questo non vuol dire che tutte queste informazioni vadano apprese subito. Ma per esperienza ti dico che prima o poi ci finirai su e, per forza di cose dovrai sbattere la testa e capire come risolvere anche gli aspetti più tecnici ed ostici che questo mestiere riserva. E dovrai farlo da solo, se vorrai davvero capire perché una determinata azione comporta un determinato risultato.
Ovviamente, tra gli aspetti tecnici rientrano anche la conoscenza di html e css (il minimo) e la capacità di comporre un file Robots.txt e .htaccess.
E se il file .htaccess dovrà scriverlo il programmatore, quantomeno bisognerà guidarlo correttamente su quello che andrà a scrivere.

3. Partire dal proprio progetto editoriale

Se cerchi di essere assunto come SEO e hai acquisito le competenze tecniche richieste, ma non hai mai avuto modo di testare su uno o più progetti editoriale di tua proprietà, le tue capacità, sarà davvero difficile avere buone probabilità di successo.
Molti SEO iniziano infatti aprendo un proprio sito web o un proprio blog nicchiato in una specifica area.
Il miglior modo per testare le proprie qualità è quello di puntare sin da subito a nicchie redditizie e da cui è possibile monetizzare dalle affiliazione: è davvero la migliore palestra che ci sia dove allenarsi come SEO. In più, se hai successo, inizi anche a monetizzare.
L’ideale poi, è quello di aprire progetti personali in nicchie differenti. Questo perché ogni nicchia risponde spesso a logiche di competizione SEO differenti: la finanza, lo sport betting e il porno online avranno sicuramente una competizione differente da settore come il benessere, il food o la salute.
Più esperienze si avranno in settori differenti, più si potrà migliorare.

4. Non cercare scorciatoie

Un’altra delle cose che noto è che spesso ci si approccia alla SEO dal punto di partenza sbagliato. Si vogliono conoscere ad esempio tecniche Black Hat senza aver la più pallida idea di come funzioni Google.
Conoscere i “trucchetti” non servirà comunque a nulla se poi non si sa come condurre un audit SEO completo.
Mi è capitato più volte in gruppi Facebook di leggere post di SEO che chiedono ad altri SEO come mai un sito si trovi in una posizione per una determinata chiave senza sembrare – all’apparenza – ottimizzato per quella chiave.
Avere un background panoramico completo sulla SEO permetterebbe di rispondere a domande del genere in pochi minuti.
Conoscendo solo i “trucchetti” no.
La SEO è fatica, studio continuo e sperimentazione. Quanti più errori si fanno, tante più cose si impareranno e miglioreranno.
La SEO è testing continuo. Non ci sono scorciatoie.

5. Divorare know-how online e formarsi agli eventi giusti

Quando ho iniziato io leggevo svariati articoli al giorno. Avevo proprio fame di apprendimento SEO. Leggevo soprattutto articoli in lingua inglese, a volte me li stampavo e rileggevo con più calma. Ero proprio un fissato. Pian piano ho anche cominciato a filtrare le notizie, riconoscendo maggior autorevolezza in determinate fonti ed escludendone altre.
Parallelamente, iniziai ad iscrivermi ad eventi di formazione. Tutti a pagamento. Ho investito tantissimo in formazione e devo dire che gli eventi realmente validi in Italia, erano due, BeWizard e ConvegnoGT.
Il secondo molto più adatto a chi voglia realmente imparare la SEO perché i relatori sono tutti con anni di esperienza alle spalle e quasi tutti condividono ottimi case studies delle proprie agenzie.
Il secondo dei modi migliori per imparare a fare SEO è quello di studiare i casi di studio degli altri SEO, comprenderne strategie e applicarle e testarle sui propri progetti. Si impara davvero tanto.
C’è chi poi si lamenta del fatto che gli eventi e le conferenze SEO in Italia siano di bassa qualità.
Penso dipenda molto da quali corsi e/o conferenze si seguano: se i corsi sono finalizzati a fare networking (quelli che io ironicamente chiamo fiere o sagre) non ci si potrà mai aspettare molto, ma se l’evento dal programma è impostato sulla condivisione di casi di studio, allora ci sarà sempre sicuramente qualcosa di nuovo da imparare.

6. Affiancare un SEO esperto (o coinvolgerlo nei propri progetti)

Per esperienza, ho avuto modo di ritrovarmi in questa situazione e posso dirti che, se l’altra persona è valida, si impara molto di più e più velocemente da un altro SEO vedendolo all’azione che leggendo svariati libri ed articoli online e frequentando decine di corsi di formazione.
Se hai dei progetti interessanti per te o i tuoi clienti (e dal budget da investire) prova a coinvolgere un altro SEO che ti guidi nelle scelte migliori.

7. Testare e sperimentare, testare e sperimentare

Come dicevo sopra, non si è mai un SEO completo, proprio a causa della dinamicità della disciplina. I SEO che fino al 2011, 2012 si sentivano esperti, con una decina di anni di esperienza alle spalle, hanno dovuto ricredersi e rivedere le proprie strategie e il proprio know-how quando Panda e Penguin hanno stravolto il modo di fare SEO e Link Building, che fino ad allora sembrava una metodologia standard.
Il modo migliore per diventare SEO è quello di non sentirsi mai un SEO esperto. Essere capaci di restare con i piedi per terra e di essere consapevoli che ogni progetto nuovo potrà servire ad imparare qualcosa di nuovo, che ogni altro SEO potrà far conoscere nuove esperienze e che ogni nuova sfida aumenterà il proprio bagaglio conoscitivo.

Per diventare un bravo SEO bisognerà anche essere umili. E l’umiltà è quella che spesso manca anche in questa materia.

Come diventare SEO

Libri e risorse consigliate

Come ho già detto, per diventare SEO è necessario tanta pratica ed esperienza. Ma prima di approcciarti alla pratica potresti trovare utile leggere alcuni testi e seguire alcune risorse.

Tra questi ti segnalo quelli secondo me più utili e autorevoli:

Testi SEO:

Siti di informazione sulla SEO.

Siti di informazione SEO inglesi

Come si diventa SEO (secondo loro)

Ho chiesto a tre colleghi SEO, scelti a caso, cosa vuol dire per loro essere e diventare SEO. Avrei voluto coinvolgere in questa domanda molti più colleghi SEO, ma il tempo, si sa, è tiranno e loro tre sono i primi a cui ho avuto modo di chiedere.
Ecco cosa hanno da dire in merito.

Come si fa a diventare un SEO? In realtà non esiste uno schema o una regola, ma esiste la voglia e la capacità di apprendere e di non arrendersi (MAI!) davanti alle sfide. Se, però, dovessi dare un consiglio a chi vuole intraprendere questa disciplina, supponendo che parta da zero, suggerirei prima di imparare qualcosa (il più possibile) sui linguaggi di programmazione e sulla logica informatica in generale, successivamente di seguire qualche guida e dei video (magari un corso seo base, come quello dello staff del GT Idea e/o le guide SEO Di Ryuchi Sakuma Aka Marco Ronco, uniti, sempre per cominciare, a testi come Seo Power di Giorgio Taverniti, SEO & SEM di Marco Maltraversi, fino a The Art of SEO). Da quel momento in poi, comincerei a realizzare uno o più websites e inizierei a fare tutto ed il contrario di tutto quello che ho imparato, cercando di capire, praticamente, cosa succede, nel bene e nel male. Raggiunto un discreto livello di preparazione, continuerei a fare test su test, seguirei più eventi formativi in un anno, continuerei a leggere ed a frequentare community in grado di fare ampliare le mie vedute e le mie esperienze ma, soprattutto, non smetterei mai di essere curioso e continuerei ad interrogarmi e chiedermi “Perché” succede una determinata cosa. La SEO non è difficile, richiede tempo e pazienza… ed è bellissima!

Giovanni LeCoche, Arkys

SEO non li si diventa mai veramente, nel senso che è una professione tanto in evoluzione e si rischia di sentirsi “arrivati” (però si può mettere nel biglietto da visita senza patemi se ci paghi le bollette!).
I corsi e gli eventi di formazione sono momenti importanti sia per entrare a contatto con il mondo della Search e – successivamente – a “viverlo” sia per aggiornarsi, sia per public relations fra addetti ai lavori.
Ma non sono determinanti. Ciò che è davvero determinante si può dire in tre parole: pratica, pratica, pratica. E se posso darti un piccolo suggerimento segreto.. pratica!
Sia che tu preferisca agire come lupo solitario su progetto propri, sia che senta il bisogno di un “branco”, ovvero come figura junior all’interno di un’agency. Oppure come padawan di un SEO già avviato, un po’ come il garzone di bottega.

Benedetto Motisi

La domanda è bella, insidiosa e pericolosa allo stesso tempo. Quando ho iniziato io erano sicuramente altri tempi e soprattutto “altri Google”, il “potere” del copy writing non era così in auge come adesso, tanto che alcuni SEO hanno scambiato l’attività SEO per quella di Copy.
Fatte le dovute premesse, e guardando al percorso dei validissimi membri del mio team, ritengo che la prima cosa da fare sia quella di essere curiosi e smanettoni (passami il termine) all’inverosimile.
Prima di tutto bisogna conoscere, dunque studiare, come funziona il motore di ricerca, iniziare a conoscere e fare qualche piccolo lavoretto in HTML. Fatto questo è arrivato il momento di sperimentare, di sfidare Google e di capire fino a dove puoi arrivare. Personalmente consiglio stage presso agenzie SEO qualificate e universalmente riconosciute come agenzie serie e sempre sul pezzo. Per quanto riguarda i corsi e i libri, fateli e leggeteli, ma solo dopo aver raggiunto un livello decente di conoscenza della disciplina altrimenti rischiate di confondervi di più.
Ultimo consiglio è quello di non prendere per oro colato quello che dicono gli esperti, me compreso, ma testate e verificate voi stessi se una tecnica può essere valida o meno.

Gaetano Romeo, Digital Laboratory

E tu come sei diventato SEO? Raccontaci la tua esperienza nei commenti qui sotto.

Professionista SEO, da sedici anni, progetta strategie digitali orientate allo sviluppo di visibilità online. Come SEO ha lavorato in prima persona a differenti progetti complessi in settori ad elevata competizione, costruendo da zero progetti da oltre 20 mila visitatori giornalieri.

Guarda tutti i post di

Vuoi dire la tua?

9 risposte a “Come diventare esperti SEO e vivere felici (finché Google ce lo permette)”

  1. Luca ha detto:

    ciao chi è così gentile da dirmi cosa non va nei miei due siti web, cioè non riesco a posizionarli bene, e sono https://www.anticamolina.com e https://www.ristorantechezantoine.it ? grazie in anticipo a chi mi risponde e magari mi mi dà un consiglio.

  2. Ciao ha detto:

    questo è un articolo su come si diventa seo non su cme si vive felici…manca questa parte…

  3. Giovanni Sacheli ha detto:

    Ciao Dario, grazie per la citazione. Mi ha fatto davvero piacere trovarmi su webinfermento!

  4. Angelo Valenza ha detto:

    Ti faccio i complimenti, condivido ogni virgola di questo articolo! Riassume in maniera perfetta tutto ciò che ho imparato sul mestiere del SEO Specialist!

  5. Guglielmo Cornelli ha detto:

    Bel post/ discussione @Dario 😉

    Ci sarebbero da dire un sacco di cose, a commento del tuo articolo: ne butto qualcuna.

    1- Molti NON sanno fare un’ ananlisi marketing, una benchmark analysis nè, tantomeno, un progetto di Listening.

    2- Molti credono che per fare SEO non bisogni avere competenze tecniche: sticazzi, dico!!! Ricodo che su un post (anche piuttosto recente) su “Fatti di SEO” molte persone ritennero superflua una preparazione tecnica (informatica): impossibile prescindere da quella, invece, dico io!

    3- la materia, in senso stretto, NON ha dei confini ben definiti: questo è il bello e il brutto delLA SEO 😉 .. certo che avere estrazione tecnica e umanistica allarga la mente sui progetti e sulla disciplina, ma secondo me conviene anche verticalizzare su quelle che sono le proprie attitudini e conoscenze (mai consolidate).

    • Dario Ciracì ha detto:

      Ciao Guglielmo,

      sono allineato al tuo punto di vista. Il problema è che negli ultimi anni si è diffusa la convinzione che l’aspetto umanistico giochi un ruolo molto importante nella SEO. Non nego che possa avere importanza, ma non credo che arrivi all’importanza degli aspetti più tecnici, più “informatici”.

      Anche io non sono un tecnico di origine e mi sono affacciato alla SEO a partire dai Social e dal marketing, attraverso la produzione dei contenuti e, quindi con la scrittura.

      Tuttavia quello è solo 1 dei tanti aspetti della SEO. Conoscendo solo quella parte non mi reputavo un SEO. Ho dovuto quindi studiarmi tutta la parte tecnica e per fortuna ho potuto avere esperienza nella gestione di audit tecnici, nel recupero di penalizzazioni e, soprattutto in campagne di link building.

      Come dicevo nel post, è un mestiere difficile proprio perché è molto vasto e c’è sempre qualcosa da imparare. 🙂

      • Guglielmo Cornelli ha detto:

        Grazie Dario 🙂

        non riesco ancora a misurare l’ importanza della SEO Semantica (oggi molto più importante che in passato e non entro nel merito di questa cosa): il punto è che un SEO NON può non essere, prima di tutto, un “tecnico” … poi viene il lato umanistico (sempre più importante) 😉

  6. Benedetta ha detto:

    Ciao, articolo interessante. Mi chiedo quanto e in che modo, se lo è, il mondo dei social è connesso alle attività SEO o entra in gioco in una strategia SEO?

    • Dario Ciracì ha detto:

      Ciao Benedetta,

      beh diciamo che ha un forte legame che è andato aumentando negli anni. Sebbene non ci sia correlazione diretta tra posizionamento e segnali sociali (likes, twit, numero di condivisioni, ecc.) nel senso che questi non servono a migliorare i posizionamenti di un sito, hanno comunque una correlazione indiretta. Infatti se un contenuto o un articolo riescono a essere molto condivisi nei social c’è più probabilità che altri siti o blogger lo notino e, se di qualità, decidano di riprenderlo e linkarlo.

      Inoltre forniscono ai motori di ricerca un segnale in più di trust: un contenuto con dei segnali sociali ha anche registrato traffico reale di utenti e per questo è più realistico pensare che, a fronte anche di un buon numero di link in entrata, una pagina o un sito sia meritevole di stare in una posizione vantaggiosa nelle serp.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.