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Blog: 5 segnali di una strategia in crisi

Quando si avvia una strategia basata su un blog i punti salienti su cui concentrare l’attenzione sono target, topic e temporalità. Il processo di individuazione del target è il principale dato che, un buono studio, porta ad una individuazione di personas molto profilate e di cui si conosce potenzialmente buona parte delle informazioni.

Segue la scelta dei topic che, hanno sì a che fare con il tema che l’azienda tratta, ma coinvolgerà anche tematiche trasversali e strettamente correlate ai servizi offerti. Ad esempio, se sono un’azienda che vende pesticidi potrò rivolgermi ad agricoltori ed esperti di settore, ma anche alla casalinga in cerca del rimedio antitarlo per il proprio mobile.

Infine la temporalità è il fattore che determina il successo di un blog. Per temporalità intendo non solo la scelta di quando somministrare un articolo, ma anche la durata dell’intera strategia e sua pianificazione mese per mese (Approfondimento).

Partiamo dal presupposto che quando si avvia un blog la durata della strategia si aggira tra il “per sempre” e l’infinto, ma accade che alcuni elementi possano mettere in reale crisi un intero progetto. Ho cercato di pensare a quegli elementi, demotivanti o che fanno emergere una non corretta pianificazione, che potrebbero mettere in crisi una strategia basata su blog. Vediamoli.

1. Traffico altalenante

I primi mesi dall’attivazione di un blog si potrebbero verificare degli andamenti altalenanti del traffico in entrata. Potrebbero esserci insoliti picchi durante il lancio di articoli, soprattutto se ad essi è associata una strategia social o un invio di una newsletter, e giorni di blackout. Nulla di preoccupante, il blog è in fase di indicizzazione e deve ancora assestarsi.

Startup di un blog – Settore bellezza

Dai sei mesi ad un anno di attivazione di un blog, però, bisognerebbe già registrare una buona base di utenza, ossia un livello costante di visitatori giornalieri, ed è qui che si capisce quanto il lavoro di cura dei contenuti sta portando frutti.

Le parole chiave scelte per gli articoli dovrebbero garantire un buon livello di visitatori. Se si verificano ancora episodi di blackout, probabilmente la crisi deriva da una incorretta selezione degli argomenti, o si è puntato a quelli che hanno un elevato grado di competitività e che spingono il blog nei meandri più nascosti delle SERP. Pensiamo ai blog sui viaggi, un settore così competitivo, deve individuare una nicchia fortemente ristretta di argomenti.

2. Idee in crisi

La crisi di idee è il fenomeno più spaventoso quando si ha a che fare con i contenuti. Arrivare ad un punto morto, dove non si sa che direzione prendere, segna un momento delicato nella strategia di un blog. Una selezione di argomenti che hanno funzionato in passato, possono non sortire lo stesso effetto in futuro ed ecco che, se non si cambia rotta si rischia il collasso.

Le strategie per combattere questo “mostro” ci sono e prevedono uno scouting continuo della rete, un buon scheduling dei post, una interrogazione diretta dell’utenza più fedele e una buona dose di coraggio nello sperimentare argomenti mai trattati.

Il riuso intelligente è quello che più di tutti ci viene in aiuto, prelevare articoli di successo per renderli più attuali, può aiutare a superare il momento e al contempo permette di guadagnare un po’ di tempo per ricercare nuove idee.

4. Obiettivi lead difficoltosi

L’obiettivo finale di un blog è commerciale. Di questo ne siamo tutti più o meno convinti. Il blog diario, oramai, non esiste più. Di solito quasi tutti i blog, in modo più o meno spinto, cercano di ottenere un contatto dall’utente che servirà, ovviamente, a coltivarlo con articoli e, a tempo debito, contattarlo per scopi commerciali (ovviamente avvisando il lettore).

Se nonostante tutti gli sforzi non si riesce comunque ad ottenere un buon numero di contatti, vuol dire che qualcosa non sta funzionando. Gli elementi da tenere sott’occhio sono:

  • contenuto dei post: la qualità del contenuto è quello che si aspetta l’utente? Diamo risposta ad una domanda dell’utente? Se l’idea è solo quella di offrire banali risposte, l’utente non si convincerà mai dell’esperienza di chi redige gli articoli. La credibilità è un valore che va coltivato giorno dopo giorno, con impegno ed attenzione.
  • Qualità e posizionamento delle call-to-action. Dove sono posizionati gli inviti all’azione? In alto? Al cento? In basso? Ovunque? Meglio dosare bene i messaggi di incitamento all’iscrizione, se risultano troppo invasivi disturbano e rivelano il vero intento commerciale del blog. Inoltre la qualità del messaggio è importante, ed è importante soprattutto cosa offriamo all’utente. Offrire un ebook, un contenuto extra o dare un benefit sono i modi migliori, ma la strada maestra è quella di convincere l’utente che, avendo letto del contenuto top, ne riceverà altro. Occhio dunque alla qualità del contenuto.

5. Tasso di abbandono elevato

Connesso all’assenza di lead c’è anche il tasso di abbandono: il famosissimo bounce rate. È un segnale di crisi importante e che prevede un intervento urgente. La crescita del tasso di abbandono evidenzia chiare lacune sul riuscire a centrare gli obiettivi di conoscenza dell’utente e stimolare la sua voglia di scoperta.

Come si può agire? Ovviamente tutto deve partire da una ristrutturazione dei contenuti, specialmente quando si dispone di un set di articoli forti nei motori di ricerca.

Se riusciamo a portare l’utente su un articolo del blog dobbiamo trattenerlo, e per farlo dobbiamo sfruttare tutti gli strumenti a disposizione:

  • articoli correlati;
  • post trending;
  • linking interno con approfondimenti;
  • rendere gli articoli più smart con sottoparagrafi linkati, titoli ben visibili, liste puntate;
  • agire per rendere la fruizione del contenuto ottimale: velocità di caricamento, mobile structure e font che invogliano la lettura.

5. I competitor, anche più piccoli, ti superano

Il quinto e forse il più disastroso, quello che rivela che esistono evidenti mancanze, è quando il newbie di turno supera un blog che ha già un bel po’ di attività. Ovviamente parlo a pari livello di risorse.

Se si ha una strategia collaudata, dei post ben posizionati, ed accade che un blog competitor riesca a risalire meglio nelle SERP, probabilmente si è allentata la corda oppure siamo stati beccati da qualche aggiornamento algoritmico che ha “scelto” di penalizzare una risorsa piuttosto che un’altra.

Mentre nel primo caso ovviamente l’errore è ascrivibile al proprietario del blog e dunque si può porre rimedio potenziando la strategia e affiancando anche sponsorizzazioni per far riattivare il blog, e quindi sfruttare nuovamente l’autorevolezza maturata, nel secondo caso, purtroppo, bisognerebbe andare a fondo nel sito web e capire cosa, tra contenuto e attività SEO, è stato ritenuto sospetto tanto da causare un peggioramento del posizionamento.

Front-end Developer e Designer. Si occupa dello sviluppo di siti web, dalla radice all'interfaccia, e nella realizzazione di contenuti che siano più efficaci per comunicare in rete: infografiche, grafiche specifiche per i Social, User Interface per siti e landing page.

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