Strategie

I 10 segnali che indicano che il tuo sito deve esser ristrutturato

Anche se si può pensare che acquistare un sito possa essere come un diamante, per sempre, in realtà è necessario sfatare questo mito. Come una qualsiasi macchina, il sito web è uno “oggetto” che è sottoposto ad obsolecenza.

Un sito web richiede impegno ed attenzione, chi ci lavora lo sa, e questo impegno è su due fronti, da un lato c’è la manutenzione tecnica, il controllo di bug, le verifiche continue sul funzionamento, dall’altro c’è il lavoro contenutistico legato principalmente al controllo ed aggiornamento di tutte le informazioni presenti nelle pagine.
Ecco che, se non si ha a disposizione una figura che si occupi costantemente del check di tutte le attività, diventa di vitale importanza individuare quali sono i segnali che dovrebbero destare e far capire che forse il nostro sito ha bisogno di una rinfrescata, un rinnovamento o, come è più solito, un restyling.
Ne ho individuati dieci e li ho divisi, per completezza, in segnali tecnici e segnali di forma. Vediamoli.

Segnali tecnici

1. Funzionalità obsolescenti (widget antichi)

Se il vostro sito ha la tag cloud direi che è ora di svegliarvi e tornare nel XXI secolo! Scherzi a parte, il design dei siti attuale non ha molti fronzoli o elementi grafici effetto WOW. L’idea è concentrare l’essenziale, per non distrarre l’utente, per cui il massimo dello sforzo deve esser dato nel mostrare quel che si desidera che l’utente veda, ossia una CTA o un punto di conversione in genere.

Se dopo la scrematura dei contenuti rimane qualcosa di utile, è importante controllare che tutto funzioni correttamente e che non ci siano conflitti tra JS che non fanno funzionare qualcosa, plugin che non vengono aggiornati da tempo, versioni del CMS datate e che possono influenzare la sicurezza del sito stesso.

2. Posizionamento per parole chiave troppo competitive

Se il sito web ha parecchi anni, ed altrettanti anni si è rimasti fermi ed immobili con l’attività SEO, probabilmente il primo segnale di allarme è in calo di contatto dal sito, delle visite o, in genere, nel flusso di traffico.

L’attività di posizionamento – proprio come il sito – richiede il massimo dell’attenzione perché, tra algoritmi, core update e tecniche SEO superate, il ranking score di Google subisce modifiche, stravolgendo i risultati in SERP e di conseguenza le performance del sito stesso.

Nel momento in cui si notano anomalie di questo tipo, è importante anche fare un controllo sulle parole chiave con le quali si è posizionati che, anche se in passato erano fruttuose, oggi con la crescente competizione risultano trapassate e non più efficaci. La regola della long tail è la migliore strada da attuare.

3. Manutenzione assente

Il peggiore dei casi è quando il sito viene abbandonato a sé stesso. Accorgersene è semplice, basta incappare in un link rotto, in una immagine mancante o in una sfilza di 404. In questi casi non bisogna sottovalutare dato che si rischia di cadere in un danno d’immagine per l’azienda, oltre che una scarsa professionalità che ovviamente genera una vistosa riduzione dei contatti.

In più, un sito non manutenuto lo si riconosce dallo stile ormai superato, dal modo in cui è strutturata la navigazione e complessivamente dall’immagine di impatto che offre.

Manutenzione vuol dire anche migliorare l’immagine comunicativa del sito ed offrire all’utente il meglio in nome della qualità dell’esperienza con il sito.

4. Fruibilità del sito rallentata

Altro aspetto che dovrebbe spingere ad una manutenzione immediata è l’attività rallentata del sito. Includiamo la velocità di risposta del server, la leggerezza delle pagine, la qualità di compressione delle immagini e delle risorse del sito (css, html in primis), il caricamento asincrono delle risorse più pesanti (js in primis) oltre ad una leggerezza di realizzazione del sito stesso.

Vale la pena soffermarsi e fare un check sulla qualità del sito con i ben noti strumenti Page Speed e Gtmetrix ed attuare i consigli suggeriti, se non dovessero funzionare meglio ripartire.s

5. Assenza di profilo sicuro

Oggi come oggi Google detta le regole di come un ottimo sito debba funzionare. Tra queste c’è anche la necessità di regolare i livelli di sicurezza del sito per scongiurare l’etichetta di untore “Sito non sicuro” che campeggia tra i risultati in SERP.

Qualcuno potrà obiettare che è solo un’etichetta, ma l’utente attento che ci tiene ai propri dati, storcerà l’occhio e ci penserà due volte prima di cliccare. È opportuno, dunque, correre ai ripari in fretta acquistando un buon certificato SSL, per evitare che l’utente percepisca quell’etichetta come una connotazione negativa e decida di abbandonare la navigazione del sito.

Segnali di forma

6. Esperienza mobile poco performante

Sappiamo che oggi molta dell’attività che avviene online proviene da dispositivi mobili per cui non ci si può più abbandonare al lusso di considerarle come marginali. Se un sito non performa da mobile possiamo ben dire che non ha motivo di esistere.

7. Affiliazione elevata

Sappiamo che è bello guadagnare a partire da un sito web, apparentemente senza fare nulla, ma la misura è importante. Un sito pieno di pubblicità, come molti di quelli che si vedono in giro, non è un sito per l’utente, ma è un sito per il guadagno, dunque è un sito che mette a serio rischio l’efficienza, dunque va rivisitato.

Attenzione, con questo non voglio additare la logica del guadagno, quando questa è fatta con criterio e rispettando l’utente, ma alla luce degli aggiornamenti algoritmici di Google, che penalizzano siti che sfruttano troppo le affiliazioni, banner, pop-up ecc… (vedi update Mobile Interstizial), sarebbe opportuno soffermarsi un momento e ponderare bene le scelte di posizionamento e la quantità degli spazi commerciali sul sito, scegliendo aree dedicate e che non infastidiscano la navigazione.

8. Contenuti scarni

Quando un sito ha un contenuto scarno, privo di informazioni utili e che comunque abbraccia la logica di “ambiente di dialogo”, ergo ha il blog, sappiate che state solo facendo male a voi stessi e al brand.

Avere un blog interno al sito e non sfruttarlo è un biglietto da visita, ma in negativo. Per quale motivo un utente dovrebbe esser interessato ad approfondire le informazioni su un sito, se già gli si presenta un ambiente approssimativo? Ecco che allora è importante ponderare bene la situazione e capire se è il caso di abbandonare l’idea di avere un sito che produca contenuti ed accontentarsi di un semplice sito vetrina, concentrandosi esclusivamente sui copy commerciali e promozionali.

Esempio di sito online non ottimizzato.
Foto di Mauro Preda.

9. Bounce rate elevato

Un altro segnale che ci fa capire che qualcosa non va nel sito è il bounce rate elevato. Quando non si riesce a trattenere l’utente sul sito, per un tempo accettabile (che arrivi almeno al minuto), è evidente che qualcosa nel messaggio che si è offerto non ha funzionato. Facciamo allora un’indagine approfondita sulle pagine di atterraggio e sul perché non performino.

L’analisi deve esser esauriente e deve riguardare non solo il contenuto testuale, ma anche il modo in cui esso viene presentato e quindi fruito dall’utente. Al bando blocchi di testo, preferendo una impaginazione ad aree tematiche. Isolare la causa della “fuga veloce” dal sito non è un processo semplice, mi rendo conto, ma attuando piccoli interventi, dopo aver osservato con un occhio critico il proprio sito, se ne può venire a capo.

10. Traffico nullo

Infine il segnale più eclatante della vecchiaia di un sito è il traffico assente, rispetto al passato. Qui un audit completo del sito e un controllo delle ultime attività svolte, o fatte svolgere, è d’obbligo.

Bisogna armarsi di buoni strumenti e buona volontà e cercare di andare alla radice del problema per isolarlo. Una volta compreso è chiaro che bisogna rimediare correggendo, migliorano o, nei casi più gravi come gravi penalizzazioni per violazioni delle regole di Google, disfacendo tutto e ricostruendo.

Front-end Developer e Designer. Si occupa dello sviluppo di siti web, dalla radice all'interfaccia, e nella realizzazione di contenuti che siano più efficaci per comunicare in rete: infografiche, grafiche specifiche per i Social, User Interface per siti e landing page.

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